La Premier League si fa bella, ma in Europa resta a guardare

Il campionato più bello del mondo (ma è davvero tale?) senza squadre nelle finali di Champions, Europa e Conference League
La Premier League si fa bella, ma in Europa resta a guardare© EPA

Il tema era stato aperto già a fine aprile dopo le eliminazioni di Manchester City e Arsenal dalla Champions League e quella del West Ham dall'Europa League. Rimaneva però un piccolo baluardo, l'ultimo giapponese nascosto nella foresta e pronto a combattere: adesso che anche l'Aston Villa ha dovuto lasciare strada libera all'Oympiakos (?!) in Conference League, la Premier si interroga su quell'etichetta che si è data prima di tutto da sola e che comunque tutto il mondo gli ha riconosciuto negli ultimi anni: è davvero ancora il campionato più bello del mondo?

Se l'equilibrio non basta...

I primi a chiederselo sono i terribili tabloids. Sul fatto che il campionato inglese generi spettacolo non ci sono dubbi. Se ti metti a guardare una partita anche di bassa classifica, difficilmente ti alzerai dal divano annoiato. Anche il testa a testa tra Arsenal e Manchester City, +1 per i Gunners, ma gli uomini di Guardiola hanno ancora tre partite da giocare e quelli di Arteta solo due, è manifesto di ciò che negli altri top campionati europei non è successo: Real Madrid, Bayer Leverkusen, Inter e Paris Saint Germain hanno vinto in modo decisamente più comodo i rispettivi scudetti. Certo la Premier League resta il campionato più ricco (ma attenzione a non sottovalutare l'utile di oltre 40 milioni della Bundesliga) e questo consentirà a sceicchi e aggregati vari di continuare ad acquistare i migliori giocatori. Si, qualcosa sfugge anche a loro (Kane oltre i mancati acquisti di Bellingham e Mbappè), ma in Inghilterra hanno ormai imparato anche a costruirsi in casa i giocatori per poi tenerseli nel proprio campionato (Palmer, Saka, Rice, Rashford, Fode) e questo dovrebbe aiutare la Premier League a tornare a primeggiare anche in Europa. Ma già dal prossimo anno il dominio dovrà evidenziarsi anche fuori confini, altrimenti l'interrogativo attuale diventerà una domanda insistente, un tarlo pericoloso.

Orgoglio tricolore

Solo un anno fa, il Manchester City stava per alzare la Champions League e il West Ham la Conference. Un anno dopo nei pub inglesi verranno proiettati Real Madrid-Borussia Dortmund, Atalanta-Bayer Leverkusen e Fiorentina-Olympiakos. E anche se c'è chi continua a considerarle delle coppette, un'Europa di serie B, per l'Italia una buona dose di orgoglio è giusto che emerga. In alto i cuori e anche i boccali di birra. A Londra e dintorni quest'anno non brinderanno ad alcun trofeo internazionale mentre la tanto bistrattata serie A sogna addirittura una doppietta, che porterebbe a 6 squadre nella prossima Champions con 9 rappresentanti nelle tre competizioni europee. Ciò che la Premier League in questo momento può solo immaginare, ma non permettersi.

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