Italia, basket e volley per il pass olimpico ma con umori opposti 

Sottorete il caos per via delle dimissioni del ct Berruto, sottocanestro regna l'armonia con le stelle Nba
Italia, basket e volley per il pass olimpico ma con umori opposti 

TORINO - L’estate di segno opposto di due Nazionali. Nell’anno cruciale, peraltro, di un ciclo olimpico. Del resto non sempre volley e basket (maschile, sia chiaro) hanno vissuto cicli vincenti in contemporanea. Certo, ci sono i podi di Atene 2004, ricordi dolci, ma ormai lontani. Nel frattempo il volley ha accantonato più generazioni di campioni, eppure è sempre rimasto in alto. Mentre il basket rimediava delusioni, anche cocenti - l’ultima medaglia è proprio l’argento olimpico di Grecia -, la pallavolo saliva sul podio in varie World League e ancora all’Euro 2005, 2011 e 13, ai Giochi di Londra. Ma quest’estate è nata in modo diverso. Per la prima volta dal 2011, il ct Pianigiani ha ritrovato al raduno tutti i migliori elementi, compresi i talenti Nba al completo, cioè Bargnani, Belinelli, l’ormai ex americano Datome (lui sempre presente in azzurro dal 2001) e Gallinari. Finalmente tutti non guardati con attenzione da signora Sfortuna. Il volley invece perde i pezzi, di sicuro l’armonia. E ora deve ricostruire in fretta. Perché si gioca per andare a Rio. E intanto lo sport italiano ha già perso per strada il calcio. E in altre discipline mai è stata così competitiva (pensiamo alla pallamano, all’hockey prato, per dire). E se lo stato di salute dello sport nazionale è indicato dalle discipline di squadra, non siamo messi benissimo. Ma la verità è semplicemente che è aumentato il numero dei Paese competitivi. E comunque, il volley veniva dall’anno orribile del fallimento mondiale, con il tredicesimo posto.

IL CAOS - Poi alla vigilia della Final Six di World League, il ct Berruto decide di rispedire a casa Travica, Zaytsev, Sabbi e Randazzo, rei di non aver rispettato le regole interne. In un mondo normale, diciamolo, avrebbe ricevuto soltanto applausi. Ma siccome qualcosa si era rotto, all’interno del gruppo e in federazione, alla fine s’è dimesso Berruto, allenatore vincente, lasciando posto al suo assistente Blengini. Non è l’atmosfera ideale per preparare la prossima Coppa del Mondo che assegna due pass olimpici e i successivi Europei. Ma tant’è, stona piuttosto che non si sia alzata una sola voce ufficiale, segno che - appunto - al vertice non se ne sentiva il bisogno. E allora viene a pensare che non si sia stati pronti a cambiare prima, da parte di chi poteva. Basterà l’ingresso di Juantorena e il nuovo clima per rilanciare l’Italvolley? Se così fosse, lo sport italiano potrebbe certo festeggiare, ma intanto avrebbe perso l’occasione di dare un esempio educativo alle giovani generazioni, sottolineando invece sempre più l’importanza dell’atleta, del singolo sul gruppo e sulle regole, da rispettare. Quelle regole che alla fine sono le fondamenta e il cemento della casa, cioè di qualsiasi squadra.

LE STELLE UNITE - La sfida dell’Italbasket di Pianigiani, in fondo, è proprio di questo tenore, ovvero dimostrare che le tante stelle, dotate di ovvio, enorme ego, sanno rinunciare a qualche gratificazione personale momentanea per il risultato finale. La vittoria del gruppo. Il talento del Gallo, di Beli, del Mago, di Datome e dei loro compagni, uniti si moltiplicano. Se l’hanno assimilato, all’Euro 2015 c’è una chance di arrivare tra le prime due e viaggiare verso Rio, o piazzarsi tra le 6 (anche se limiti ci sono, tipo il tiro da fuori alterno dei play che incide sui giochi a due) e giocarsi un’altra carta al Preolimpico. Già, vale, per tutte la frase finale dell’ormai arcinoto monologo dell'allenatore Al Pacino in Ogni Maledetta Domenica del regista Oliver Stone: «O noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente». E lo sport, di squadra, ragazzi. Per chi ci crede, è anche la vita, sociale. Lo pensava anche Vince Lombardi, che ispira il film di Stone e a cui è intitolato il Superbowl di football americano: «Le persone che lavorano insieme vinceranno. Che si stia lottando contro una complessa difesa, o contro i problemi della società moderna». E anche l’Italvolley, può farcela. E in quel momento i ragazzi dovrebbero ricordare e ringraziare il ct che ha lasciato. Un maestro, comunque.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...