Doping, il Cio apre un procedimento su 28 atleti russi

Secondo il Comitato Olimpico internazionale ci sarebbe stata la manipolazione sui campioni di urina ai Giochi di Sochi. Il presidente Bach: «Immediata conseguenza del rapporto McLaren»
Doping, il Cio apre un procedimento su 28 atleti russi© EPA

MOSCA - Il Comitato Olimpico Internazionale ha aperto una procedura disciplinare nei confronti di 28 atleti russi che hanno partecipato ai Giochi invernali di Sochi. Secondo il Cio, sulla base di quanto emerso dal rapporto McLaren, ci sarebbe stata "la manipolazione di uno o più campioni di urine ai test di Sochi", provette che ora verranno nuovamente analizzate alla ricerca di altre eventuali anomalie. 

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LE PAROLE DI BACH - "Questo provvedimento è l'immediata conseguenza del rapporto McLaren" ha commentato il presidente del Cio, Thomas Bach. Nella lunga indagine che avrebbe messo in luce un doping di stato in Russia, il professor McLaren aveva analizzato 95 campioni degli atleti di Mosca, e - fa sapere il Cio - su 28 viene evidenziata la manipolazione delle stesse provette. Che verranno riprese dal laboratorio di Losanna per essere rianalizzate. Questi 28 casi non possono essere catalogati come positivi a un test antidoping, tuttavia "la manipolazione stessa dei campioni potrebbe portare ad una violazione delle norme anti-doping con relativa sanzione". "Il Cio andrà oltre le conclusioni della relazione McLaren - sottolinea ancora Bach - e analizzerà di nuovo tutti i campioni degli atleti russi che hanno partecipato ai Giochi invernali di Sochi, così come quelli di Londra 2012". Già 27 atleti russi sono stati sanzionati dal Cio per effetto delle analisi bis effettuate per le Olimpiadi di Pechino e Londra, programma che ha avuto inizio prima dei Giochi estivi di Rio e che è ancora in corso. Ma il Cio farà nuovi test anche su tutte le provette dei russi presenti a Vancouver 2010.

PUTIN RESPINGE ACCUSE WADA - Il presidente russo Vladimir Putin respinge le accuse della Wada: "In Russia non è mai stato creato, è semplicemente impossibile, e noi faremo di tutto affinché non ci sia mai nessun sistema statale di doping e di sostegno al doping", ha affermato Putin durante la conferenza stampa di fine anno. Allo stesso tempo ha ammesso che il problema del doping in Russia esiste, ma "come in qualsiasi altro paese". Il capo del Cremlino ha poi puntato il dito contro la Wada denunciando che "c'è una certa componente politica in tutte queste cose" e "bisogna pulire lo sport, come anche la cultura, da qualsiasi politicizzazione". Putin non ha infine escluso che l'ex direttore del laboratorio antidoping di Mosca, Grigory Rodchenkov - che ha confessato di aver aiutato a doparsi decine di atleti di concerto con il ministero dello Sport e col sostegno dei servizi segreti russi - lavorasse da tempo "ricevendo ordini dall'estero".

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