Mondiali sci: Goggia, il giorno della grande delusione

Mentre a Solato si celebrava il funerale di Elena Fanchini, Sofia inforca nella discesa di Méribel ma non sarebbe stata una prova da medaglia. Tutte le azzurre svuotate, ma non solo loro. Anche Gut-Behrami scende con il lutto al braccio ed è irriconoscibile. A sorpresa vince la connazionale Flury. Domani gli uomini: Innerhofer out
Mondiali sci: Goggia, il giorno della grande delusione© EPA

TORINO - Le lacrime sono quelle di Jasmine Flury. Lacrime di gioia per 29enne svizzera di Davos che sei anni dopo all'unica vittoria in Coppa del Mondo (superG a St.Moritz) corona una carriera e una stagione opaca conquistando un oro insperato nella discesa mondiale di Méribel. Sofia Goggia le ha esaurite tutte i due giorni di disperazione per la morte dell'ex compagna di squadra Elena Fanchini e resta a lungo senza parole dopo la botta (stavolta solo morale) della squalifica per aver inforcato una porta sul muro finale, ma al termine di una prestazione che non le avrebbe comunque garantito non l'oro agognato (l'unico che le manca, e all'Italdonne da 91 anni) dopo i trionfi di Federica Brignone in combinata e Marta Bassino in superG. Non campa scuse, non parla neppure del funerale della 37enne bresciana che negli stessi minuti si celebra a Solato. Dove le azzurre non hanno potuto partecipare, ma dove un pezzo probabilmente importante della loro testa era. «Più che delusione, prov dispiacere, ma ho dato tutto quello che potevo dare e non ho nulla da recriminare» afferma la Goggia, che però è apparsa poco presente sugli sci fin dall'inizio, con una prima spigolatina al salto iniziale. Ne arrivano altre due: incrocia le code al secondo salto, poi all'ingresso del muro, andando a travolgere la porta. Taglia il traguardo terza, a 47 centesimi dalla Flury, che era scesa con il pettorale numero 2 e non s'immaginava certo di poter vincere. Podio "virtuale" cancellato dalla squalifica ma con un crono più lento dell'ultima prova dominata ieri che alla fine l'avrebbe piazzata in settima posizione. «Questa è una pista alla portata di tante, con un paio di punti dove poter fare la differenza - commenta Sofia -. È chiaro che sono arrivata al Mondiale da favorita, ma in condizioni non favorevoli. Io ho cercato di dare il massimo, come detto non ho nulla da recriminarmi. Dispiace, certo, ma la vita va avanti. Questo risultato non scalfisce la mia carriera, il valore e la consapevolezza che ho costruito in questi anni. Ora si digerisce tutto e si riparte a fine mese con Crans Montana (discesa e superG il 25-26, ndr), c'è una coppa di specialità da vincere». Inevitabile la domanda sul peso del dramma di Elena Fanchini, la lontananza del funerale. «Quello che dovevo e volevo dire l'ho scritto alle persone che dovevano saperlo - afferma Sofia -. Un pezzo di noi era là. Peccato, perché siamo una squadra di discesa davvero forte e completa proprio oggi non siamo riuscite a dimostrare il nostro valore». La migliore è Elena Curtoni, 13ª a un secondo abbondante e per un centesimo davanti a Laura Pirovano, con Nicole Delago 18ª a quasi un secondo e mezzo. Tutti sfasate, svuotate. Ma non solo loro. Anche Lara Gut-Behrami, unica svizzera a correre con il lutto al braccio per il grande legame con l'Italia (è ticinese e vive a Udine, con il matito, l'ex calciatore Valon, ma soprattutto ha diviso tanti cancelletti con le sorelle Fanchini), è spenta (9ª). Fallisce anche l'altra favorita, la slovena Stuhec (6ª). Alla fine l'altra svizzera Corinne Suter, frastornata da settimana per il trauma cranico di Cortina, si conferma donna dei grandi appuntamenti con un bronzo che non si aspettava neppure lei dopo gli ori di Cortina 2021 (Mondiali) e Pechino 2022 (Olimpiadi). Davanti a lei, dietro la connazionale Flury, Nina Ortlieb, figlia d'arte (papà Patrick oro ai Giochi di Albertville '92 nella vicina Val d'Isère, e ai Mondiali di Sierra Nevada 096 prima di diventare parlamentare austriaco), chiude il lungo percorso di rinascita dopo il grave incidente di due anni fa. E alla fine le ultime medaglie azzurre in discesa restano le tre consecutive delle sorelle Fachini: l'argento di Elena a Bormio 2005, il bronzo e l'argento di Nadia a Val d'Isère 2009 e Schladming 2013. L'Italdonne riposa due giorni, tornerà in pista martedì con il parallelo, nel quale la Bassino mette in palio il titolo mondiale conquistato due anni fa a Cortina. Oggi riflettori sugli uomini, sempre in discesa. Un avvicinamento complicato. Dominik Paris è caduto male in superG e ieri in prova ha ottenuto l'11° tempo. Mattia Casse, l'azzurro più in forma, è alle prese con la non conoscenza della pista (l'anno scorso alle finali era infortunato: 23° tempo oggi). Christof Innerhofer voleva assolutamente il posto, ma non è neppure partito perché nonostante il miglior tempo di venerdì gli è stato comunicato (per altro come previsto) che con anche Florian Schieder (2° a Kitz e ottimo 3° oggi) avrebbe gareggiato l'altro veterano Matteo Marsaglia, che per altro ha confermato di meritarlo con lo stesso tempo del giovale compagno di squadra. L'importante però è ripeterlo domani mattina.

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