Mondiali di sci: dal parallelo una dura lezione per l'Italia

A Méribel trionfano il tedesco Schmid e la svedese Tviberg, un solo podio di Coppa del Mondo in due. Quattro azzurri e tre eliminati al secondo turni e uno (De Aliprandini) al secondo. Sono anni che si promette di allenare la specialità ma non avviene. Un delitto, offre spazi ampi che non vengono sfruttati
Mondiali di sci: dal parallelo una dura lezione per l'Italia© Getty Images

TORINO - Uno dei principali postulati della geometria euclidea dice che due rette parallele si incontrano all'infinito. Significa che prima o poi anche l'Italsci troverà la strada per fare quello che da dieci anni promette ma non fa mai: allenare il Parallelo. Basta che non sia una prospettiva... infinita. Zero medaglie in due giorni di gare dedicati a questa specialità. Peggio: né squadra, né una onna né un uomo che minimamente abbia fatto intravvedere la chance di avvicinarsi al podio. Anche Marta Bassino, l'unica realmente giustificata, nel senso che avendo il gigante domani, il suo obiettivo di partenza nei Mondiali di Courchevel-Méribel anche se nel frattempo ha conquistato l'oro nel superG. Oro che la cuneese aveva conquistato due anni fa, ex aequo con l'austriaca Liensberger (eliminata ieri nelle qualifiche, ancora in crisi per la "cura" Magoni, l'allenatore cacciato dal Wunderteam che gli aveva avvidato il suo talento). Ma su una neve scaldatissima e salata, quindi scivolosa, la Bassino è uscita subito negli ottavi contro la francese Lamure, poi spintasi fino ai piedi del podio, perdendo la finale per il bronzo contro la norvegese Stjernesund.

«Chiaramente voleno andare più avanti possibile, ma ho fatto fatica fin dalla prima manche - racconta Marta, che non appare affranta per non aver sprecato energie preziose e che non ha rischiato il tutto per tutto -. Almeno ho provato i tempismi e la neve per il gigante. La pista è bella e mi piace, c'è solo da spingere dall'inizio alla fine». Dei tre azzurri qualificati, due escono subito agli ottavi (Filippo Della Vite contro il tedesco Alexander Schmid, poi oro; Alex Vinatzer contro lo sloveno Kranjec), uno (Luca De Aliprandini) avanza un turno, anche grazie all'errore nella seconda manche (mentre era in testa) del tedesco Strasser, ma poi capitola nettamente contro l'austriaco Pertl, "legno" finale cedendo il bronzo al norvegese Haugen. «Megli uscire così, rischiando tutto, che non provarci. Almeno sono entrato nel Mondiale con il piede giusto e visti gli ultimi allenamenti guardo ancora con più fiducia al gigante» afferma De Aliprandini. Gigante che venerdì farà anche Vinatzer nonostante si continui in Fisi a seguire la strada del non detto, lasciando quindi aperte le porte alle polemiche (vedi il caso Innerhofer). «Peccato uscire subito, ma si guarda avanti e a far meglio nel futuro» dice il gardenese. Concetto ripreso anche da Della Vite. «Il parallelo è una bella gara, allenandolo un po' qualcosa può venire fuori». Già, ma è una tiritera ripetuta da anni, appunto. Anni nei quali questa specialità ha continuato ad assegnare medaglie (come in discesa, superG, gigante e slalom...), mai viste manco col binocolo dall'Italia a parte l'exploit della Bassino a Cortina. Sia a squadre che a livello individuale. Anni nei quali la Fisi ha promesso allenamenti speciali in Val di Fassa, dove aveva comprato e allestivo anche una postazione di partenza, con i cancelletti da parallelo.

E poi? Peccato davvero, perché molti big disertano questa gara per concentrarsi sulle altre, più tradizionali e "pesanti" anche mediaticamente. Ma se una Shiffrin, un Odermatt, un Kilde o un Kristoffersen possono permetterselo perché poi a medaglia ci vanno, e in più discipline, gli azzurri dovrebbero invece avere l'umiltà e l'intelligenza di mettere nel mirino il parallelo. Proprio perché c'è spazio. I campioni mondiali sono Schmid, che in Coppa vanta un solo podio (2° nello slalom di Chamonix tre anni fa) e quest'anno un 10° posto a Schladming, e la norvegese Maria Therese Tviberg, che sul podio di Coppa non c'è mai salita, vantando come miglior piazzamento un quarto posto proprio nel Team Event delle finali dello scorso anno a Courchevel e che in due giorni di paralleli si porta a casa due medaglie: argento a squadre, oro individuale. Una lezione? Sì, basta ascoltarla.

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