Baldini: “Crippa, credi nella maratona di Parigi 2024”

L’olimpionico di Atene: "Yeman ha le qualità per provarci a Parigi, è bravo a leggere le gare. Ai Mondiali l’Italia sarà competitiva. Punto su Furlani e Iapichino"
Baldini: “Crippa, credi nella maratona di Parigi 2024”© LAPRESSE

Stefano Baldini è il commentatore tecnico per Sky Sport dell’atletica. Ma l’olimpionico della maratona ad Atene 2004, è anche appassionato allenatore e insomma vive di sport. Facciamo il punto con lui sull’Italia che veleggia verso gli Europei a squadre e poi i Mondiali di atletica, scoprendo nuovi protagonisti e aspettando ancora i veterani.

Baldini, sensazioni sullo stato dell’atletica azzurra.
«Viviamo un grande momento. Una squadra con tante punte e profondità, grazie a giovani emergenti. Abbiamo ottimi atleti in ogni disciplina. Frutto degli investimenti nel tempo. A Tokyo l’Italia ha vissuto giornate indimenticabili, ma non è stato casuale. Certo, il nostro sport si è avvantaggiato durante la pandemia dal fatto che si è potuta fare più attività rispetto ad altri. Si sono disputati tutti i campionati nazionali, anche giovanili. E allenarsi signifi ca migliorarsi ance tecnicamente »

Tra i giovani emergenti c’è anche Ludovica Cavalli, mezzofondista che lei allena a Rubiera.
«Alleno 25 atleti, tra studenti-lavoratori e professionisti. C’è anche Pietro Riva. Ci sono Sara Nestola e Rebecca Lonedo. Con tutti questi ragazzi, ma si è fatto in tutta Italia, si è lavorato in quel periodo con poche gare, o comunque quando non ci sono, sulla tecnica, l’economia della corsa. O dei salti come con Larissa Iapichino».

Dopo Tokyo le nostre stelle, Jacobs in particolare, ma anche Tamberi vivono o hanno vissuto un momento difficile.
«Nell’atletica attuale è fi siologico, non si può stare sempre al top. E anche chi ha talento deve compiere sforzi pazzeschi per superare i limiti. Stano sta riprendendo. Io dico che per esempio Gimbo Tamberi ha fatto bene a fermarsi per rigenerare il proprio fi sico e per preparare un Mondiale super, sistemare e con il nuovo tecnico. La verità è che adesso si gareggia di continuo anche perché lo richiede il nuovo sistema di qualifi cazione e il ranking e a questo sono legati premi e sponsor. Perciò gli atleti devono gareggiare di più, cercare la gara giusta per qualifi cazione. Un sistema esasperante che può portare a infortuni. Ma lo spettacolo ne trae ovviamente benefi cio. Importante sarebbe non farsi ingolosire, perché in fondo la vita dell’atleta resta breve».

Giovani su cui puntare, magari già ai Mondiali di agosto a Budapest? Furlani e poi?
«Mattia Furlani mi sembra già una certezza, nonostante sia un 2005. Stiamo diventando un popolo di saltatori. Forse i ragazzi di oggi sono più stimolati da queste prove. E con i giovani è importante che cerchino sempre di divertirsi. Oltre a Furlani ovviamente c’è Larissa Iapichino che però non considero più giovane, per l’esperienza. Lei può ritagliarsi un ruolo di primo piano. La vedo più consapevole e matura, dopo aver avuto un periodo in cui ha faticato a trovare la sua dimensione dopo i primi grandi risultati. Io mi aspetto grandi Mondiali perché Parigi è uno stimolo, chi c’entra il pass avrà più tempo per programmare. E sono convinto che come nelle ultime grandi competizioni l’Italia sarà competitiva».

Ha parlato di difficoltà. Il suo momento peggiore da atleta?
«Le Olimpiadi a Sydney, nel pieno della maturità non finire l’Olimpiade, un periodo di infortuni: mi sono ripreso, ho pensato che il giorno migliore doveva ancora venire. Ed è arrivato, poi».

Crippa e la maratona.
«Secondo me Yeman ha tutte le qualità per provarci e riuscirci già a Parigi. Ha etica del lavoro, ha potenziale notevole e soprattutto è bravo a leggere le gare. È bene accompagnato da un gruppo di validi compagni. Penso a Faniel, Chiappinelli, Aouani. Bisognerà poi vedere in quali condizioni si correrà a Parigi, climatiche intendo. Ad Atene fummo abili a studiare la situazione e a saper gestire il percorso, interpretarlo. Non è vero che non siamo più bravi nel mezzofondo. Può essere questione di generazioni, ma anche di un gruppo che si stimola a vicenda. Lo vedo anche negli allenamenti dei ragazzi con me. Comunque oggi siamo molto veloci e abili a saltare. Però Crippa mostra che abbiamo talenti in ogni specialità. Di sicuro i nostri giovani conoscono il sacrifi cio».

Cosa le piace del mestiere di commentatore?
«Sono sempre stato curioso, mi piace raccontare, mettendoci un po’ del mio, delle esperienze. La mia visione».

L’atletica tra gesti unici, come la condivisione della medaglia tra Tamberi e Barshim, e il trash talking tra velocisti. Lei cosa ne pensa?
«Penso che sia molto più usuale il trash talking e non mi spiace. Crea attenzione e interesse, ciò che fa uno come Kerley. Certo, poi bisogna gestire la pressione».

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