MeravigliAru, il ragazzo con il sorriso che arriva da Villacidro

Il sardo che ha vinto la Vuelta, sesto italiano a riuscirci, conquista tutti per la sua semplicità. Con la Pennetta è il simbolo dell’Italia che vince

TORINO - Il re di Spagna che arriva dalla Sardegna. Fabio Aru è il sesto italiano a vincere la Vuelta dopo Angelo Conterno (1956), Felice Gimondi (1968), Giovanni Battaglin (1981), Marco Giovannetti (1990) e Vincenzo Nibali (2010). Ed entra definitivamente nell’olimpo dei grandi campioni. Tra l’altro è il primo azzurro a salire sul gradino più alto del podio a soli 25 anni. Decisiva la penultima salita della ventesima tappa in cui ha sferrato l’attacco finale e vincente all’olandese Tom Dumoilin. Poi, la passerella finale e l’incoronazione.

LE PAROLE - Dopo il trionfo, la consacrazione, ma sempre i piedi per terra. «Abbiamo festeggiato con la squadra, una bella cena. Ogni corridore ha fatto un piccolo discorso. E’ stato bello. Io resto lo stesso. La Vuelta è il passato, penso ai nuovi obiettivi, a migliorare anche a crono. Il prossimo anno posso fare il Tour de France. Ne parlerò con il team, può essere un’occasione. Le Olimpiadi di Rio? Hanno un percorso che si adatta a me, ne ho parlato con il ct Cassani, magari andrò in inverno a provare il tracciato». Fabio maravigliAru è così, semplice, sempre con il sorriso. E così ha conquistato tutti, simbolo dell’Italia vincente con Flavia Penetta.

LE ORIGINI - Aru è di Villacidro (la leggenda popolare ritiene derivato dal formarsi di un abitato intorno ad un albero di cedro), quasi quindicimila abitanti, nel medio Campidano, famoso anche per il liquore che porta il suo nome ottenuto da oltre 20 componenti fra erbe, radici e resine, lavorate secondo una ricetta segreta, fra cui anice e Zafferano della Sardegna. Sa Spendula è la cascata frequentata dai turisti. Colpì anche Gabriele D'Annunzio in un soggiorno in paese. Da D’Annunzio a Fabio Aru, la poesia corre in bici.

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