La verità “inaccettabile” del ciclismo di Di Luca

In libreria l'autobiografia dell'ex campione squalificato a vita per doping: è stato l'ultimo italiano a vincere la Liegi-Bastogne-Liegi
La verità “inaccettabile” del ciclismo di Di Luca

«Inizio a doparmi seriamente nel 2001 al terzo anno da professionista: testosterone, GH, EPO, cortocosteroidi, cortisone, ormoni. Il medico non ti può somministrare il farmaco né farti la ricetta: Mi procuro tutto coi mercati paralleli. Basta andare nelle palestre. E poi c'è internet».

Comincia così uno dei capitoli (il nono) di “Bestie da vittoria” l'autobiografia che Danilo Di Luca ha scritto con Alessandra Carati. Per quasi trecento pagine l'ex campione racconta il suo ciclismo, le sue verità e lo fa con la crudezza di chi – squalificato a vita - non ha più nulla da perdere.

Di Luca non è un pentito: leggendo si ha la sensazione che rifarebbe tutto. O quasi. E la stessa dedica del libro è per Carlo Santuccione, il medico al centro dell'inchiesta Oil for drugs

Il libro sarà sugli scaffali dal 26 aprile e, nel frattempo, si è disputata un'altra Liegi-Bastogne-Liegi. Sapete chi è stato l'ultimo italiano a vincerla? Proprio lui, Danilo Di Luca.

Un successo offuscato dalle tre successive squalifiche per doping.

A chi esercita il vizio della memoria Di Luca riserva poi un'appendice: quattro pagine con nomi e cognomi messi in ordine alfabetico. Si comincia con la A Abdoujaparov e si chiude con la Z di Zuelle. E' un elenco (parziale) dei corridori risultati positivi dagli anni Novanta a oggi.

 

Bestie da vittoria

di Danilo Di Luca

con Alessandra Carati

Piemme

pp. 281 – 17,50 euro

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