Dopo 23 anni e 6 mesi l'Antimafia certifica: Pantani venne fatto fuori dal Giro. E sulla sua morte "un'ipotesi omicidiaria"

Sono clamorose le conclusioni dell'inchiesta condotta dal IV Comitato della commissione parlamentare, presieduta da Nicola Morra nella passata legislatura e rese pubbliche in queste ore. Confermano le tesi sempre sostenute da Tonina e Paolo, i genitori di Marco e da Tuttosport: per quanto accadde il 5 giugno 1999, a Campiglio, "risulta possibile un intervento di manipolazione della provetta". Il 14 febbraio 2004, a Rimini, il campione venne trovato morto in albergo: gli operatori sanitari che intervennero, "hanno escluso la presenza del bolo di cocaina, poi rinvenuto accanto al cadavere". Le audizioni hanno messo in discussione il quadro probatorio che condusse agli esiti giudiziari secondo i quali la causa del decesso fu un'overdose. La riapertura dell'inchiesta "deve andare sino in fondo, chiunque sia coinvolto"
Dopo 23 anni e 6 mesi l'Antimafia certifica: Pantani venne fatto fuori dal Giro. E sulla sua morte "un'ipotesi omicidiaria"

Dicono che il tempo sia galantuomo. Dicono. Ma i 23 anni e 6 mesi trascorsi da quel giorno a Madonna di Campiglio sono tanti, sono troppi per accettare tutto, senza battere ciglio, senza provare rabbia, senza pensare a Marco e alla colossale ingiustizia che ha subito, infilandolo nel tunnel cieco che cinque anni più tardi l'ha portato sino a Rimini. Sono questi i sentimenti che si provano registrando l'ufficialità parlamentare di ciò che Tonina e Paolo Pantani, i genitori di Marco hanno sempre sostenuto dal maledetto giorno di Campiglio in cui il Pirata, mai trovato positivo prima a un controllo antidoping, venne fatto fuori dal Giro d'Italia che stava dominando . "È innocente!", titolò Tuttosport l'indomani. "Pantani cacciato dal Giro, ma era pulito". E che dire delle indagini sulla morte di Marco, avvenuta il 14 febbraio 2004, a Rimini e, secondo le conclusioni dell'inchiesta, causata da overdose di cocaina? La Commissione Parlamentare Antimafia ha stabilito che né a Campiglio né a Rimini le cose andarono come è sempre stato ufficialmente stabilito

"Frettolosa conclusione"

Presieduta da Nicola Morra, nell'ultima legislatura l'Antimafia ha condotto una lunga inchiesta. In queste ore sono state pubblicate le "risultanze relative alla morte dello sportivo Marco Pantani ed eventuali elementi connessi alla criminalità organizzata che ne determinarono la squalifica nel 1999". Eccone i passi salienti che reclamano la totale, completa, riabilitazione di Marco a ogni livello. Nella speranza che la riapertura dell'inchiesta di Rimini, ottenuta da Tonina e Paolo a prezzo di enormi sforzi, renda finalmente giustizia al figlio,come auspicato testualmente dalla stessa Antimafia: "Frettolosa la conclusione che il decesso fosse accidentale. Bisogna approfondire elementi dubbi, diverse scelte degli inquirenti sono state discutibili". L'inchiesta ha fatto affiorare "singolari e significative circostanze che rendono possibili altre ipotesi sulla morte anche considerando un eventuale ruolo della criminalità organizzata e di quegli ambienti ai quali purtroppo egli si rivolgeva a causa della dipendenza di cui era vittima. Resta aperto l’interrogativo che da anni la famiglia del corridore pone: è davvero certo che Marco Pantani sia morto per assunzione volontaria o accidentale di dosi letali di cocaina, connessa all’assunzione anche di psicofarmaci?"Gli elementi emersi dall’istruttoria svolta da questa Commissione parlamentare, consentono di affermare che una diversa ricostruzione delle cause della morte dell’atleta non costituisca una 'mera possibilità astratta che possa essere ipotizzata in letteratura e in articoli di cronaca giornalistica' e devono indurre chi indaga a scrutare ogni aspetto della vicenda senza tralasciare l’eventualità che non tutto sia stato doverosamente approfondito, ricercandone eventualmente le ragioni. La Procura di Rimini ha riaperto le indagini; auspichiamo che anche per quanto riguarda i fatti di Madonna di Campiglio si voglia e si possa andare in fondo, qualunque sia lo scenario che verrà a dipanarsi e chiunque sia coinvolto, perché la Giustizia sia, come nelle immagini che la rappresentano, una dea bendata capace di assolvere al suo compito, chiunque abbia di fronte”.

“Numerose anomalie”

Sui fatti di Campiglio che scatenarono un barbaro linciaggio mediatico di Marco, anche da parte di chi, sino al giorno prima, diceva pedalasse nella leggenda, la relazione dell'Antimafia è particolarmente minuziosa e dettagliata. Scrive il presidente Morra: "Grazie all’attività istruttoria compiuta dalla Commissione e in particolare dal Comitato coordinato dal senatore Endrizzi, è stato accertato che numerose anomalie contrassegnarono la vicenda che portò all’esclusione dell’atleta Marco Pantani dal Giro d’Italia a Madonna di Campiglio, il 5 giugno 1999: diverse e gravi furono le violazioni alle regole stabilite affinché i controlli eseguiti sui corridori fossero genuini e il più possibile esenti dal rischio di alterazioni. Nell’effettuare i controlli sugli atleti a Madonna di Campiglio non venne rispettato il protocollo siglato dall’Uci con l’ospedale incaricato di eseguirli. In particolare, dal lavoro della Commissione, è emerso che nell’apporre l’etichetta sulla provetta che conteneva il campione ematico di Marco Pantani non vennero seguite le regole imposte per garantirne l’anonimato, essendo presenti altri soggetti, diversi dall’ispettore dell’Uci che avrebbe dovuto essere l’unico a conoscere il numero che contrassegnava la provetta”. 

Manomissione provetta

“E’ stato inoltre accertato che il prelievo di sangue sul campione di Cesenatico venne effettuato alle ore 7.46 e non già alle ore 8.50, come invece indicato nel processo che egli dovette subire per ‘frode sportiva’: questa grossolana difformità, piuttosto singolare, escluse la possibilità che in quel processo fosse valutata l’ipotesi della manipolazione mediante 'deplasmazione' del campione ematico. Come emerso dalla relazione la “deplasmazione” è un’operazione che consente di modificare i valori del sangue contenuto in una provetta: se la provetta viene lasciata ferma in posizione verticale, la parte corpuscolata del sangue contente i globuli rossi precipita sul fondo e la parte meno densa, quella plasmatica, rimane al di sopra. Tale processo avviene in circa 30-60 minuti. Dopo tale tempo se dalla provetta si preleva anche una piccola parte di plasma che si trova in superficie, tutti i parametri ematologici vengono alterati e si avrà una concentrazione più alta del globuli rossi e quindi di emoglobina ed ematocrito ed una diminuzione di piastrine. "I dati scientifici esposti dagli esperti auditi dalla Commissione ci hanno spiegato come effettivamente i valori del sangue riscontrati in Pantani nell’esame di Madonna di Campiglio presentavano un livello di piastrine inspiegabilmente basso (109.000 per microlitro), difforme dal valore normalmente riscontrato negli esami ai quali il corridore era stato sottoposto nella sua storia sportiva anche recente. Dopo sei ore dal primo esame, Pantani si sottopose, inoltre, di sua iniziativa ad un ulteriore controllo presso l’ospedale di Imola, che rilevò un livello regolare di ematocrito ed un numero di piastrine (161.000 per microlitro) significativamente più alto rispetto a quello riscontrato nel primo esame e conforme al valore ordinariamente riscontrato nel sangue del campione. La Commissione, quindi, ha ascoltato i medici che effettuarono le analisi ma non ha ritenuto soddisfacente la spiegazione da loro offerta poiché fondata su un possibile coefficiente di errore del macchinario utilizzato”. 

Vallanzasca

“Contrariamente a quanto affermato in sede giudiziaria, l’ipotesi della manomissione del campione ematico, oltre che fornire una valida spiegazione scientifica agli esiti degli esami ematologici, risulta compatibile con il dato temporale accertato dall’inchiesta della Commissione: collocando correttamente l’orario del prelievo a Marco Pantani alle ore 7.46, quindi più di un’ora prima rispetto a quanto sino ad oggi ritenuto, risulta possibile un intervento di manipolazione della provetta. Tale ipotesi è inoltre ancor più plausibile alla luce delle informazioni fornite da Renato Vallanzasca, confermate dagli altri elementi acquisiti dall’organismo di inchiesta parlamentare, che rivelano i forti interessi della camorra sull’evento sportivo, oggetto di scommesse clandestine, e l’intervento della stessa per ribaltarne il risultato tramite l’esclusione di Marco Pantani, del quale era ormai pressoché certa la vittoria". Può bastare?

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