In montagna con l'e-bike: cinque domande

Dalla durata della batteria alla velocità in salita: come rispondere ai dubbi di chi ha sempre pedalato senza motore
In montagna con l'e-bike: cinque domande© LaPresse/Giro-E

È facile partire prevenuti quando si parla di e-bike: “Chi ama il ciclismo non può pedalare aiutato da un motore!”. Questa frase riecheggia in testa ogni volta che vedi qualcuno sorpassarti in salita con una pedalata agile degna delle frullate del miglior Chris Froome (quello che vinceva i Tour, non quello attuale).

Per uscire dai luoghi comuni e dalle frasi fatte c’è un solo modo: provare una e-bike.

Personalmente ho avuto l’occasione di farlo con il Team Continental al Giro d’Italia, partecipando al Giro-E. Una doppia opportunità perché a capitanare la squadra nera e arancione c’era Damiano Cunego e perché la tappa era una delle più affascinanti e impegnative dell’intero Giro 2023, percorrendo il tratto finale della Oderzo-Val di Zoldo. Da partner di primo piano del Tour de France, la multinazionale tedesca ha portato i propri pneumatici (Grand Prix 5000) a pedalare anche sulle strade del Giro.  

Ed è stata proprio quella cinquantina di chilometri con oltre 1.500 metri di dislivello positivo a permettermi di capire qualcosa di più sull’uso dell’e-bike.    

Ecco cinque cose che mi sono appuntato:

  1. Ma si suda lo stesso?

Sì, si suda lo stesso. Certo se si prende una e-bike per il tragitto casa-lavoro si può arrivare a destinazione impeccabili in giacca e cravatta, ma se ci si trova a pedalare su una salita dolomitica con pendenze al 15% non solo si suda, ma viene pure il fiatone. Ed è una bella cosa.

  1. E se si scarica la batteria?

Questo è l’incubo di tutti. Nessuno vuole ritrovarsi a pedalare su una bici che pesa una ventina di chili, trasformando un’uscita leggera e divertente in una seduta di potenziamento. La buona notizia è che in molti casi la durata delle batterie permette, anche andando a tutta velocità, di farsi un’uscita di oltre 60 km. 

  1. Questa è una bici per vecchi?

Una chiacchierata con un ciclista amatoriale 70enne mi ha convinto di quanto l’e-bike possa regalare belle emozioni. Il “ragazzo” in questione ha gambe buone che tiene allenate con tre uscite settimanali da 100 km ciascuna con la bici muscolare. “Eppure negli ultimi anni certe salite sono diventate troppo dure per me” confessa con un filo di malinconia. L’e-bike gli ha riacceso una scintilla e gli ha fatto venire una pazza idea, ora realizzabile: godersi una giornata di 150 km attraverso tre passi alpini.  

  1. Quanto veloce si va?

Ignoro cosa avrei potuto fare usando anche la quarta e la quinta marcia. Diciamo che in terza anche i tratti più duri di salita facendo girare le gambe vengono spianati a 15-20 km all’ora.

  1. Se poi mi piace che faccio?

Questo è un bel dilemma: divertirsi con l’e-bike significa perdere il piacere di andare in bici senza l’aiuto del motore? La risposta è no: l’una non esclude l’altra. Avere una e-bike in garage (o noleggiarla) permette ad esempio di potersi fare accompagnare da un figlio o una figlia meno allenati o da una moglie o un marito che altrimenti resterebbero a casa.

L’augurio è che, con o senza motore, la vostra estate vi porti lontano pedalando. 

 

  

 

 

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