Strade Bianche, Bagioli: "La mia tattica per vincere, molti avranno paura..."

Il ciclista azzurro della Lidl-Trek vuole puntare in alto: "È una corsa che mi è sempre piaciuta molto, penso sia una della più belle dell’anno sia da disputare che da vedere in tv
Strade Bianche, Bagioli: "La mia tattica per vincere, molti avranno paura..."© /Ag. Aldo Liverani Sas

Alla Strade Bianche, l'azzurro diventa speranza. Unico e ultimo successo nell'ormai classica toscana, Moreno Moser nel 2013. Andrea Bagioli, 24enne valtellinese, lavora per diventare una certezza. Dopo un finale di stagione 2023 scoppiettante in maglia Soudal Quick-Step - con il Gran Piemonte e il secondo posto al Lombardia - ha sposato l'ambizioso progetto della Lidl-Trek per i prossimi tre anni. Alla Strade Bianche di oggi sarà uno dei volti da seguire.

Bagioli, com'è iniziata la stagione?
«Ho iniziato la stagione in Portogallo, al Giro dell'Algarve. Mi aspettavo qualcosa di più ma sono consapevole che la condizione non potesse essere al top sin da subito. Adesso mi sento bene, mi sento pronto per la Strade Bianche. La squadra mi appoggia completamente».

Con quali ambizioni approccia la Strade Bianche?
«È una corsa che mi è sempre piaciuta, penso sia una delle gare più belle dell'anno sia da correre che da guardare in tv. Quest'anno è molto più dura delle edizioni passate: 30 chilometri in più, tratti di sterrato ulteriori e se non ho fatto male i conti quasi 4.000 metri di dislivello complessivo. Sarà ancora più difficile capire come potrà evolversi la gara, magari il punto decisivo si sposterà più vicino al centro di Siena rispetto alle ultime edizioni».

Con lei c'è una Lidl-Trek ambiziosa.
«Siamo al via con un'ottima squadra, Quinn Simmons (22enne americano, 12° un anno fa) su tutti. Per quanto mi riguarda punto a essere presente nelle fasi calde della gara, spero di giocarmi le mie carte nel finale. Devo potermi prendere responsabilità in questo momento, è la cosa principale per me adesso. Il livello è altissimo, noi ci proviamo».

Che gara si aspetta, soprattutto nelle fasi decisive?
«Con la nuova lunghezza della gara, molti avranno paura di finire le energie troppo presto. Le squadre saranno portate ad aspettare il momento giusto: la tattica giusta può essere quella di anticipare quel momento e partire davanti nel finale».

In Algarve ha incrociato Evenepoel, alle Strade Bianche c'è l'esordio di Pogacar, in squadra ha Pedersen. Come cambia il modo di correre nell'era di questi cannibali?
«Sicuramente cambia. Non dico che la gara la decidano loro, ma un po' è così. Dipende da come si muovono, da come si comportano, può cambiare tutto in un attimo. Pogacar inizierà da questa gara la sua stagione e sono sicuro che sarà già in ottima forma ma non sarà l'unico big da tener d'occhio».

Parlando della sua crescita come atleta, sente di avere ancora del margine da aggredire?
«Lo spero, soprattutto nelle corse a tappe. Non parlo adesso di Grandi Giri, ma di corse di una settimana come Tirreno o Catalogna. Sono qui per migliorare e credo di avere ancora spazio per la crescita».

Un anno fa fu il miglior azzurro alle Ardenne. È uno dei suoi obiettivi della stagione?
«Sicuramente. Mi piacciono e si adattano alle mie caratteristiche. In questa prima parte di stagione penso a Freccia e Liegi, poi al Giro».

Dov'è al debutto, dopo aver già corso Tour e Vuelta.
«Sì, fa un po’ strano. Per un italiano è un’emozione speciale. E poi quest’anno, visto che passa in Valtellina, per me è davvero la corsa di casa. Non vedo l’ora di iniziare da Torino».

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