Giro d'Italia, Quintana: «Nibali? Con alcuni c'è simpatia, con altri meno...»

Nel giorno del riposo, il colombiano torna sull'impresa del Blockhaus: «Difenderò la maglia rosa. L'italiano? Da parte mia c'è rispetto, è un combattente»
Giro d'Italia, Quintana: «Nibali? Con alcuni c'è simpatia, con altri meno...»© ANSA

TORINO - Il cielo sopra Foligno è nero, come l'umore di Vincenzo Nibali il giorno dopo la tappa del Blockhaus, che lo ha visto giungere sul traguardo a un minuto dal vincitore, diventato 1'10" con il gioco degli abbuoni. Lo vede rosa Nairo Quintana - nonostante il temporale - come la maglia che ha indossato sulla Maiella, dopo avere staccato tutti, amici e nemici, avversari simpatici e non. L'albergo della Movistar brulica di giornalisti, nel secondo giorno di riposo del Giro d'Italia di ciclismo: si aspetta il leader della corsa rosa e lui si presenta puntuale, con la solita faccia da ragazzo vecchio e la voce monocorde. Anche in conferenza stampa non si riesce a capire se sta male, se è stanco, se è felice, annoiato o divertito da tanto caos. Quintana parla con un filo di voce e comincia a fare i conti dopo l'impresa di ieri. «La maglia rosa posso e voglio difenderla - sottolinea - ma domani ci sono specialisti che andranno più forte di me».

NIENTE PARAGONI - Qualcuno prova ad accostare il suo exploit a quello di Chris Froome a La Pierre Saint-Martin, nella prima ascesa del Tour de France 2015, ma Quintana si sottrae a ogni paragone. «Non si può dire che mi sia ispirato a quella circostanza, né a Froome. Io cerco sempre di imparare dalle circostanze, non da qualcuno in particolare, facendo tesoro della mia esperienza. E poi, c'è la mia squadra: sono orgoglioso dei compagni e di come hanno reso ieri». Quintana punta al 'doblete' che sfuggì a Contador nel 2015. «Ho preparato una corsa alla volta, non due assieme - le parole di Quintana - perché sono gare di sei settimane». Il 'Kondor' delle Ande, sollecitato, parla anche dell'unico italiano in lizza, quantomeno per il podio. «Nibali? E' ancora lì, è un combattente e in qualsiasi momento può prendere in mano la situazione, dobbiamo fare attenzione. Io e lui siamo sempre stati rivali, da parte mia c'è sempre stato rispetto, per me è un avversario, come del resto lo sono Froome e Contador; con alcuni c'è simpatia, con altri meno. La 'mia' squadra della sua? E' più forte e lo confermano i risultati ottenuti negli ultimi anni». Gli chiedono della Colombia che, negli ultimi anni, ha prodotto numerori talenti: Quintana e Chaves, Uran e Gaviria, che al Giro di quest'anno ha vinto due tappe. «Questa per noi è una generazione fortunata - spiega Quintana -. Lo sport aiuta la crescita di un Paese. Abbiamo grandi artisti e grandi atleti. Sono orgoglioso del mio Paese e vi invito a visitarlo. Io, come Falcao, Shakira, James Roriguez, Carlos Vives, cerchiamo di fare onore alla nostra nazione». 

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