Golf, obiettivo Olimpiade per Giulia Molinaro

La golfista veneta è una delle due italiane nel LPGA Tour
Golf, obiettivo Olimpiade per Giulia Molinaro

Il nostro percorso di promozione del golf prosegue raccontandovi una storia che, forse più di ogni consiglio tecnico, può farvi capire come questo sport possa essere anche una grande occasione di vita. Una storia di golf appunto, ma soprattutto di una bambina diventata donna lontana da casa e che grazie al suo sport si è laureata, garantendosi un futuro promettente fuori dal campo. Ma è il presente quello che conta ora e Giulia Molinaro ha ben chiaro in mente dove vuole arrivare come golfista. Oggi, assieme a Giulia Sergas, rappresenta l’Italia nel principale tour americano e, tra sogni e obiettivi, abbiamo ricostruito la sua vita partendo da lontano.

Quando hai incontrato il golf sulla tua strada?

Non prestissimo come altri giocatori. Mi piaceva il tennis e quello era lo sport che avrei voluto fare nella vita. Poi, quando avevo 12 anni, con mio padre andammo a vedere il torneo di Wimbledon e lui mi fece capire che ormai ero troppo grande per pensare di sfondare con il tennis mentre il golf avrebbe potuto darmi delle soddisfazioni. Non intendeva a livello professionistico, credeva che mi avrebbe aiutato a livello sociale, di rapporti e contatti. Poi però le cose sono andate diversamente!

ECCO COME INIZIARE A GIOCARE A GOLF

Che idea avevi del golf prima di iniziare a giocare?

Ero proprio una di quelle ragazzine che lo considera uno sport noioso. Poi, iniziando a misurarmi con compagni di gioco della mia età, ho iniziato a divertirmi. Quando sono arrivate le gare e i viaggi ho iniziato ad amarlo e a desiderare che fosse tutta la mia vita.

Sei cresciuta in Kenya, che bambina era Giulia?

Una bambina fortunata innanzitutto. Sono arrivata in Kenya a soli due mesi, i miei genitori vivono ancora lì. I miei sono ricordi verdi, fatti di natura, safari, escursioni. Sicuramente per questo motivo ho un amore totale per gli animali. Poi, a 16 anni, l’America… Esatto, sono andata a studiare e giocare a golf in Florida, all’IMG di David Leadbetter. All’inizio è stata dura ma forse per me meno rispetto ad altri ragazzi. Io avevo già viaggiato, anche da sola. Ero stata due mesi in Sudafrica per provare a migliorare con il tennis quando ero solo una bambina.

Sei diventata donna in fretta, immagino...

Per forza di cose non puoi prenderti tutto il tempo che si prende di solito un’adolescente per maturare. Sei sola e hai la responsabilità piena delle decisioni che prendi. Quello è un po’ difficile lì per lì ma comunque me la sono sempre cavata.

Oggi vivi da sola?

Vivo con un’amica ma in realtà è lei che vive da sola, io non ci sono mai! La mia vita è stare quasi sempre via per giocare gare. Al momento sono a San Francisco mentre la settimana scorsa ero alle Hawaii e prima ancora in Australia e alle Bahamas. Posti bellissimi, per carità ma mai ferma.

È una vita affascinante ma richiede anche sacrifici. Ti pesano?

Al momento amo questa vita e non la cambierei con nessun’altra. Devi avere pazienza per sopportare di avere sempre la valigia in mano e di essere spesso sola. Con le altre giocatrici nascono amicizie ma poi alla fine si gioca l’una contro l’altra e questo non può mai essere sottovalutato.

Da Giulia ragazza giramondo passiamo a Giulia Molinaro golfista professionista. Soddisfatta fin qui?

Sì, sono contenta di giocare nel principale tour femminile per la seconda volta. Ci ero già arrivata nel 2014 ma ho un po’ patito l’esordio. L’anno scorso ho deciso di tornare nel tour inferiore per crescere e sono arrivata seconda nell’ordine di merito. Oggi mi sento più pronta per competere nell’LPGA Tour e sono convinta che a breve arriveranno i risultati.

Ecco, i risultati. Alla fine dell’anno sarai soddisfatta se…?

Sarò molto soddisfatta se andrò all’Olimpiade e se finirò tra le prime 50 del tour.

Questo è l’obiettivo. Il sogno invece?

Il sogno è arrivare tra le prime 20 giocatrici al mondo, quelle che hanno tutte qualcosa per diventare la numero 1. È molto difficile ma lavorerò ogni giorno duramente per riuscirci.

Dall’altra parte del mondo, riesci a dirmi cosa manca al golf in Italia per spiccare il volo?

Dovremmo dividere il concetto su due livelli. Il primo è quello formato dalle persone che non giocano e la risposta è molto semplice. Da noi un ragazzino è concentrato quasi solo sul calcio o al massimo sul tennis. Venendo ai golfisti, credo che in Italia i ragazzi abbiano ancora troppa paura di lanciarsi e partire all’inseguimento del proprio sogno. Una scelta come la mia la fanno in pochi purtroppo. Parlando di tecnica poi, siamo troppo concentrati sullo swing, sulla perfezione del gesto. Qui sono tutti molto più agguerriti: conta il punteggio che fai in campo, non con quale movimento lo ottieni.

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