Beppe Fiorello: «Io e il golf, un amore sbocciato 25 anni fa»

L'attore e produttore cinematografico: «Lo scoprii in Marocco e l’ho ritrovato da un anno»
Beppe Fiorello: «Io e il golf, un amore sbocciato 25 anni fa»

TORINO - È uno degli attori più popolari nel panorama nazionale e siamo abituati a vederlo nei panni di eroi che hanno fatto la storia italiana, facendo emergere il lato migliore di un Paese spesso dipinto invece nei suoi colori peggiori. A breve lo vedrete nei panni di Paolo Borsellino nel film “Era d’Estate” di Fiorella Infascelli ma prima abbiamo giocato con lui 18 buche virtuali.

TUTTO SUL GOLF

Buca 1: Da quanto giochi?

«Ho provato la prima volta 25 anni fa in Marocco. A quel tempo lavoravo come animatore nei villaggi turistici e accompagnavo i clienti in un campo bellissimo, vicino Agadir. Appena potevo mi mettevo sul tappetino a tirare colpi. Poi l’ho perso di vista fino a ritrovarlo più o meno un anno fa assieme a mio figlio. Solo il golf ti permette di fare sport ma allo stesso tempo parlare e avere un momento intimo con altre persone. Per questo ho voluto coinvolgerlo».

Buca 2: Che voto ti dai come giocatore?

«Chiariamo subito un concetto: non sono un giocatore. Sono un aspirante tale, fiero del mio 54 di handicap. Per ora ho frequentato molto più i tappetini del campo pratica rispetto al campo vero e proprio. Ho fatto qualche sfida con amici in cui però il mio compito era quello di concludere la buca con il gioco corto, intorno al green. Per cui non posso darmi voti al momento».

Buca 3: Ti sei divertito da subito? Ti è riuscito facilmente il gesto?

«È un gesto molto tecnico, ci sono tante cose da tenere a mente ma ho sempre avuto la convinzione che poi ci si debba anche affidare all’istinto. Con tutti gli errori del caso mi sono subito divertito e i maestri che ho avuto finora mi dicono che ho un buon feeling».

Buca 4: C’è un bastone con il quale ti trovi meglio?

«Beh assolutamente il mio fido ferro 7. Se potessi giocherei 18 buche tutte con il ferro 7!»

Buca 5: Ce n’è uno che invece vorresti buttare in uno dei tanti laghi presenti sui campi?

«Il maledetto driver! Per molti è benedetto perché permette anche a giocatori di basso livello di tirare la pallina molto lontana, a me invece non riesce proprio ancora di farla andare dove vorrei con quel bastone».

Buca 6: In campo ti arrabbi?

«Beh certo. Anche da questo punto di vista, mi fa ridere chi dice che sia solo una passeggiata nel verde. Sbagliare un colpo facile ti manda su tutte le furie e devi ritrovare la calma quanto prima per non fare disastri».

Buca 7: Il golf è…

«È un momento intimo, con te stesso o, come dicevo prima, con le persone con cui lo condividi. E’ una sfida fantastica ma soprattutto la possibilità di stabilire un bellissimo e rispettoso rapporto con la natura»

Buca 8: Il golf non è…

«Non è uno sport per vecchi, sicuramente. Certo, ti permette di praticarlo anche in età avanzata ma per giocarlo come si deve serve anche tanto contributo fisico. Non è uno sport per ricchi, soprattutto nel resto del mondo. Qui da noi purtroppo è ancora visto come qualcosa di elitario ma si sta lavorando per superare questo luogo comune».

Buca 9: Cosa fare per far crescere il golf in Italia?

«Vorrei portare il golf a Scampia, allo Zen di Palermo o nella Terra dei Fuochi per utilizzarlo come arma di riscatto sociale. Sarebbe fantastico se ciò che oggi appare lontanissimo da quelle realtà fosse proprio l’elemento in grado di regalare momenti di svago e perché no, cambiare le vite di chi abita quei luoghi difficili. Pensa a tutti quei terreni della Terra dei Fuochi devastati e non più buoni per la coltivazione ma buonissimi per realizzare ad esempio dei campi da golf pubblici, con condizioni di accesso agevolate. Un golf low cost, lo chiamerei “low golf”».

Buca 10: Scegli un fattore per cui consiglieresti il golf ad un amico

«La democrazia. L’handicap è qualcosa di geniale che permette a chiunque di divertirsi a giocare insieme. Io, con i miei 54 colpi in più, posso battere un amico bravissimo che ha, ad esempio, solo 3 colpi in più rispetto al par del campo».

Buca 11: Come golfista sei all’inizio ma sarai uno dei testimonial dell’Open d’Italia

«Esatto e questo non può che rendermi orgoglioso. Come dicevo, sarei pronto a fare ben di più per questo sport e sono convinto che a settembre, al Golf Club Milano, sarà un grande spettacolo. Solo il primo di quelli che andranno in scena fino al 2022, quando ospiteremo al Marco Simone un evento importante come la Ryder Cup».

Buca 12: Hai un campo preferito?

«Ne ho uno che frequento costantemente perché è molto vicino casa e perché lì gioca anche mio figlio: Il Parco di Roma».

Buca 13: Riesci a conciliare il golf con il lavoro?

«Sono sempre in giro e quindi posso scoprire in continuazione nuovi campi. Ad esempio, tra poco sarò sul set in Sicilia per cinque settimane e, stanchezza permettendo, vorrei andare a giocare su almeno uno dei bellissimi campi presenti nella mia terra». Buca 14: Tra pochi giorni esce «Era d’estate». Cosa hai provato ad interpretare Paolo Borsellino?

«Un sogno realizzato. Indossare, anche se nella finzione, i panni di un uomo che per me è in assoluto, assieme a Giovanni Falcone, l’icona dell’impegno civile. È una storia di amicizia, abbiamo raccontato una parte della loro vita che risale alla metà degli anni ’80, ancora poco conosciuta in cui emergono soprattutto i due uomini, con tutte le loro sfaccettature compresa l’ironia. Sapevano scherzare anche sulla loro morte, che sarebbe arrivata pochi anni dopo».

Buca 15: C’è un progetto professionale che non sei ancora riuscito a realizzare?

«Con grande orgoglio ho avuto l’opportunità di interpretare personaggi straordinari della nostra storia ma ho quasi sempre ricoperto ruoli drammatici. Diciamo che mi piacerebbe provare un ruolo diverso e cimentarmi con la commedia, che ha rappresentato l’inizio della mia carriera tra villaggi turistici e cabaret».

Buca 16: Che rapporto hai con la tua popolarità?

«Essere riconosciuti e rispettati dalle persone è senza dubbio un privilegio. Per loro sono un narratore di storie e si fidano di me. Io cerco di non tradirle mai. Mi piace considerare coloro che mi seguono come dei condòmini, persone con cui parlare, confrontarsi, rispettare senza che nessuno invade la privacy dell’altro».

Buca 17: Sei un uomo felice?

«Non riesco mai ad esserlo fino in fondo anche se potrei permettermelo. La mia felicità a volte mi intimidisce, la tratto con pudore. Ho sempre paura possa turbare le sofferenze altrui».

Buca 18: C’è qualcosa che, guardando indietro, proprio non rifaresti?

«Tirare un driver a freddo senza essermi riscaldato».

Ok ne sei uscito bene, complimenti!

Alessandro Lupi

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