Migliozzi, voglia di Ryder Cup: obiettivo Roma 2023

Dopo la vittoria in Francia, è in campo all’Alfred Dunhill: “Ero spericolato, il golf mi ha salvato la vita”
Migliozzi, voglia di Ryder Cup: obiettivo Roma 2023© EPA

Guido Migliozzi sembra fatto per sfatare i luoghi comuni. Il golf uno sport per gente tranquilla? Non nel caso di questo 25enne vicentino, che dopo la rimonta adrenalinica e vincente all’Open di Francia è già di nuovo in campo da oggi in Scozia per l’Alfred Dunhill. «Non ho quasi avuto il tempo di godermi quello che ho fatto a Parigi, ma sono felice di mettermi subito alla prova nuovamente e provare a dare continuità a quel risultato» racconta il campione di Camisano, cresciuto tra i circoli padovani di Frassanelle e Montecchia.

Una vittoria così rappresenta una svolta nella carriera di un golfista?

«Dà molta fiducia e ti spinge a puntare ancora più in alto. Io però certe ambizioni le ho nutrite sin da ragazzino».

Quando ha iniziato a pensare di poter diventare un professionista?

«Molto presto. Già da adolescente ho ottenuto buoni piazzamenti anche in tornei giovanili internazionali come il Duke of York e l’Orange Bowl: sono cresciuto immaginando la mia vita sui campi da golf».

Come si convince un ragazzino a dedicarsi a questo sport?

«Io ci sono arrivato accompagnando mio padre al campo. In un certo senso potrei dire che il golf mi ha salvato la vita».

In che senso?

«Sono sempre stato un tipo abbastanza spericolato. Una volta con gli sci ho rischiato di rompermi l’osso del collo sull’altopiano di Asiago: ero sulla pista delle Melette e mi sono costruito un salto per provare a fare un backflip, un salto mortale all’indietro».

E com’è andata?

«Sono riuscito a farlo, anche se l’atterraggio non è stato indolore. La gente che mi ha visto farlo applaudiva dalla seggiovia e io ero esaltato, nonostante le botte».

Dallo sci è passato direttamente al golf?

«Ho provato anche il motocross ma ero davvero troppo spericolato e così dopo qualche caduta di troppo i miei genitori mi hanno tolto la moto. Così mi sono sfogato facendo parkour quando non era ancora di moda: mi inventavo salti impossibili».

Un adolescente così irrefrenabile come si concilia con i gesti misurati del golf?

«Con me ha funzionato perché cercavo sempre di misurarmi con qualcosa di più difficile. E il golf ti permette di sfidare l’avversario più duro in circolazione: te stesso».

Quali scelte l’hanno portata a diventare uno dei giocatori emergenti a livello mondiale?

«Restare, partire e cambiare. Dopo le superiori mi avevano offerto parecchie borse di studio per andare a giocare in un college americano, ma io sapevo di non essere pronto per andare a vivere all’estero. A 19 anni non mi volevo staccare dai miei pilastri».

Ora invece vive negli Emirati Arabi.

«Una decisione presa tre anni fa. Dubai mi consente di allenarmi al caldo in inverno e ha un aeroporto che mi permette di raggiungere facilmente molti tornei in Asia, Sud Africa ed Europa».

Cos’altro ha cambiato?

«Dopo anni di collaborazione con Alberto Binaghi sono tornato al mio primo maestro, Niccolò Bisazza. Alberto è un professionista straordinario con cui ho raggiunto molti traguardi, ma sentivo di dover fare un passo indietro per continuare ad andare avanti».

Il Migliozzi visto a Parigi è il più forte di sempre o ci sono state occasioni in cui ha giocato anche meglio?

«L’ultimo giro all’US Open del 2021 (in cui si classificò 4° ndr) è stato qualcosa di fenomenale. A Parigi è stato diverso perché non si è trattato di una singola giornata di grazia, ma di un intero torneo giocato ad altissimo livello: per tre giorni non ho infilato neppure un bogey».

Il campo francese ha ospitato la Ryder Cup. Un segno di buon auspicio?

«È un campo che porta bene al golf italiano: le giornate trionfali di Chicco (Molinari ndr) in Ryder, poi il titolo mondiale dell’Italia tra i dilettanti e infine il mio Open».

E il campo del Marco Simone, che ospiterà la Ryder l’anno prossimo, come le sembra?

«Mi piace molto: è spettacolare per chi è davanti alla tv e stimolante per chi ci gioca. E io sto facendo di tutto per tornarci con la maglia dell’Europa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...