Niente più distinzioni: ragazze e ragazzi nuoteranno insieme

Lo ha deciso la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo dopo il ricorso di due genitori musulmani costretti a pagare una multa di 1.400 franchi
Niente più distinzioni: ragazze e ragazzi nuoteranno insieme

TORINO - Quante volte si è sentito parlare di razzismo, di bambini che escludono altri bambini nel gioco e nelle competizioni sportive! Mentre il mondo si colora e il villaggio globale diventa una realtà, quello dell'integrazione razziale resta un tema delicato e controverso che ha più volte coinvolto lo sport. Famose le campagne antirazziste a cui hanno prestato il volto grandi sportivi del nostro tempo chiedendo "No to racism". Quanto successo in Svizzera, su cui si è espressa la Corte europea dei diritti dell'uomo, riporta l'attenzione su un tema delicato e controverso. Le regole imposte dal credo religioso spesso collimano con quelle della quotidianità e quando a venire in contatto sono due culture ancora tanto diverse come quella musulmana e quella occidentale, il risultato non è sempre positivo. 

LA VICENDA - Due genitori musulmani di Basilea avevano ricevuto una multa di 1.400 franchi, circa 1.100 euro, da pagare per non aver permesso alle figlie di frequentari i corsi di nuoto obbligatori della scuola elementare a cui le piccole sono iscritte. Il motivo non riguarda il costume da portare o il velo da togliere, ma il dover condividere la vasca oltre che con altre bambine anche con bambini. I genitori si sono appellati alla Corte di Strasburgo chiedendo che venisse rispettato il credo religioso e le sue regole. Secondo la Corte, però, la multa è legittima in quanto la precedenza va data alla normativa scolastica e alla piena integrazione piuttosto che a quella religiosa. Ricorso respinto, dunque. Una disposizione, questa, che avrà ampio seguito. Le scuole, infatti, potranno obbligare le famiglie musulmane a far frequentare ai propri figli corsi di nuoto misti. La decisione non vuole essere in qualche modo discriminante nei confronti di chi professa una diversa religione, ma piuttosso mira a garantire un'integrazione completa e a ridurre ai minimi termini le differenze in modo che bambini e bambine possano giocare, competere, sfidarsi, allenarsi nel pieno rispetto l'uno degli altri. 

NON IL PRIMO - La vicenda di Basilea non costituisce il primo caso in archivio svizzero. Nel Paese, infatti, il tema dei corsi di nuoto misti era stato già al centro dell'attenzione nello scorso luglio quando a due ragazzine islamiche (12 e 14 anni) era stata negata la cittadinanza per essersi rifiutate di frequentare le lezioni di nuoto a scuola. Anche in quel caso, le regole che mirano ad una completa integrazione culturale hanno scavalcato quelle religiose.

 

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