Mondiali nuoto, Paltrinieri e il primo oro: un'Italia mai vista

A Fukuoka la staffetta conquista il titolo iridato inseguito da sempre. Acerenza: «Abbiamo ribaltato onde e avversari». Taddeucci e Pozzobon: «Siamo uno squadrone»
Mondiali nuoto, Paltrinieri e il primo oro: un'Italia mai vista© Getty Images

Da fenice a caimano. Gregorio Paltrinieri completa la sua ennesima trasformazione vincente e scrive un’altra pagina di storia del nuoto italiano insieme a fratello Mimmo e sorelle Barbara e Ginevra. I compagni di un viaggio meraviglioso che si chiama staffetta mista e membri eletti della piccola grande famiglia del fondo, la setta della fatica e dei sorrisi nell’acqua dolce o salata che siua purche “libera” che da sei anni a questa parte ha ridato slancio, traguardi e motivazioni al fenomeno di Carpi. E che ora Greg, che qui già ha cancellato la delusione della 10 km (quinto, qualificazione olimpica a Parigi 2024 rimandata) con l’argento nella 5 km, porta per la prima volta sul gradino del podio colorato d’oro non solo e tanto nei Mondiali di Fukuoka (sesta medaglia) ma soprattutto nella gara che è simbolo e misura di un intero movimento. Mai l’Italia aveva vinto la 4x1.5 km, se non nei campionati di specialità di Sharm el Sheikh 2002, quando però si sommavano i tempi individuali per dare un senso di squadra. Era l’Italia di Viola Valli, Luca Baldini e Stefano Rubaudo, oggi il ct di quello che Barbara Pozzobon, unica novità del quartetto da cinque anni spesso e volentieri sale sul podio al posto di Giulia Gabbrielleschi, definisce «uno squadrone».

Italia, la squadra dell'oro

È la 29enne trevigiana cresciuta davvero con l’anima della fondista (nel 2017 ha vinto la Santa Fe-Coronda, 57 km nelle acque dei fiumi Coronda e Salado in Argentina, così come ha conquistato due volte la Capri-Napoli), ma inventatasi “velocista” dopo l’addio della federazione alla 25 km (suo l’oro agli Europei di Roma 2022), a lanciare il gruppo, tenendosi in linea di galleggiamento nonostante la parata spagnola. Ginevra Taddeucci, 26enne fiorentina argento la scorsa estate sui 10 km, risale per passare un testimone di tranquillità a Domenico Acerenza. Il 29enne potentino ormai gemello neppure tanto diverso di Paltrinieri sfrutta la scia dell’ungherese Rasovszky, che nel 2019 a Gwanju l’emiliano bruciò al fotofinish per il bronzo, e pianta tutti lì dando al testimone di nozze il cambio con 7” di vantaggio. Greg ne conserva 4 sull’Ungheria, mentre la Germania senza Wellbrock (l’oro 10 e 5 km già proiettato sulla piscina) perde il bronzo (andato all’Australia) per 2 decimi e un madornale errori Klemet al tocco.
«Abbiamo ribaltato onde e avversari: siamo stati fantastici» esulta Acerenza. «Wow, che emozione: siamo campioni del mondo» gli fa eco Taddeucci mentre Paltrinieri, dopo essere saltato sul pontile di una Momochi Beach agitata dalla coda di un monsone per abbracciare i compagni attacca con un «siamo contentissimi, è la prima volta che conquistiamo l’oro ai Mondiali» tutt’altro che banale. «Abbiamo vinto tutto e tutti nel corso degli anni, ma questa medaglia ci mancava e ci tenevamo moltissimo. per questo in gara abbiamo fatto strategia a bomba dopo aver studiato gli avversari, i percorsi, i ritmi, i tempi. Siamo stati tutti bravi».
Non è nella sua indole prendersi il merito di un successo di squadra, che esalta. «Il progetto fondo sta andando benissimo, questa medaglia ne è la dimostrazione». Ma i numeri, oltre al fatto di aver chiuso la staffetta che a sua volta ha chiuso il programma iridato del nuoto in acque libere, dico che lui è il leader. Greg ottiene la 46ª medaglia internazionale, la 25ª d’oro. Il modo migliore per proiettarsi sulla piscina. Lunedì notte inizierà con le batterie degli 800 sl (finale mercoledì alle 13), sabato e domenica chiuderà con i 1500. Contro Wellbrock, l’ucraino Romanchiuk e il resto del mondo che lo guarda come un dio. Giustamente.

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