Record e gare, Francesco Cannito ha sogni lunghi tanti km

Una vita da sedentario e poi la svolta fino a correre 305km in 48 ore. Una passione che ha portato Francesco a caccia di nuove esperienze e gare insolite e lunghissime. Entusiasmo che ha conquistato anche Lucia, sua compagna di vita
Record e gare, Francesco Cannito ha sogni lunghi tanti km

 Non c’è gara a cui non abbia partecipato, sempre con la serenità di chi ha esperienza e sa come affrontare qualunque percorso, di chi sa che la corsa è una passione da vivere con serietà ma da non prendere troppo sul serio, perché l’importante è arrivare al traguardo. Magari in buona compagnia di vecchi e nuovi amici.

Francesco Cannito, pugliese, classe 1959, veste i colori degli Happy Runner di Altamura e non sa più quanti km abbia percorso, ma sa che la strada da percorrere è ancora lunga. Inserito nel gruppo pacer dell’Acea Run Rome The Marathon del 19 settembre, con la sua gioia e la sua esperienza guiderà un gruppo di gladiatori alla conquista di Roma nella Special Edition Alba Race.

Quando e perché ha iniziato a correre?
“Avevo circa 50 anni e mi aveva invitato un amico. Avevo qualche kg di troppo perché svolgevo un lavoro sedentario e volevo rimettermi in forma. Il primo giorno ho corso solo per 3 km e poi mi sono fermato, ero stanchissimo. C’erano tantissmi atleti ad allenarsi e sentivo che preparavano gare di 21 e 42 km, sembravano extraterrestri per me. Per fortuna sono un tipo cocciuto, non mi sono scoraggiato e da quel giorno ho iniziato a correre senza più fermarmi.”



Finché si è innamorato addirittura delle ultradistanze?
“Nei primi anni partecipavo al Corripuglia, un circuito di gare da 10 km, ma non ero costante. Poi ho  iniziato ad aumentare i km, prima mezze maratone, poi qualche maratona. Alcuni miei amici avevano corso la 100 km del Passatore, io ascoltavo i loro racconti e mi emozionavo. Allora ho pensato che volevo provare quelle emozioni sulla mia pelle e sulle mie gambe e ho iniziato a correre gare più lunghe. A quel punto correvo le maratone per allenarmi!”

Cosa intende per gare di ultramaratona?

“Ho corso tre volte la 100 km del Passatore, poi ho iniziato ad allenarmi per un obiettivo ancora più grande, la Nove Colli Running, una gara da oltre 200 km e 3200 m D+. Anche la Nove Colli è una gara che ho domato per ben tre volte e così ho alzato l’asticella e mi sono iscritto alla Milano-Sanremo, 285 km e l’anno dopo alla Race Across Apulia, una gara da 287 km che da Lecce arrivava a Castellaneta. Ma ho ancora un sogno nel cassetto, quello di correre la Spartathlon, la regina delle gare ultra, un percorso da 245 km che da Atene porta a Sparta. L’iscrizione è subordinata ad alcuni requisiti, che io soddisfo, ma anche ad un sorteggio e finora sono stato sfortunato. Intanto per provare l’emozione di correre su quelle strade epiche mi sono iscritto alla 490 km Atene-Sparta-Atena, se sarà possibile si correrà a fine Novembre. Nel frattempo continuo ad allenarmi...”

A quante gare ha partecipato e quali le tre più soddisfacenti?
“Tra maratone e ultramaratone ho corso 205 gare. Quelle che mi hanno emozionato di più sono la Nove colli, la Milano-Sanremo, la Race Across Apulia. Sono gare lunghe, tantissimi km da mettere nelle gambe e all’arrivo ti sentì soddisfatto, ti cambia in meglio”.

Che rapporto ha con la maratona di Roma?
“La maratona di Roma, oggi Acea Run Rome The Marathon, è stata una fra le prime che ho corso e da allora ci sono sempre stato tutti gli anni. In quel periodo festeggio l’anniversario di matrimonio e quindi era un modo per rinnovare la luna di miele con mia moglie che nel frattempo ho conquistato anche in questo contesto. Anche Lucia oggi è un’ultramaratoneta. Correre a Roma significa correre nella Città Eterna, tra la ricchezza e la bellezza di monumenti e il ricordo di epoche antiche, non ha prezzo”.

Lei è un pacer esperto, con tante gare con i palloncini sulla schiena per farsi seguire, quale l’esperienza che l’ha resa più orgoglioso?
“Ufficialmente sono stato pacer delle maratone di Pescara, di Lecce e delle Cattedrali. Di solito con il ritmo di 3h45’ ma anche 4h o 4h30’. Ufficiosamente accompagno sempre amici in tutta Italia, magari alla loro prima maratona o perché vogliono fare il loro primato personale. Così ho corso maratone da 3h27’, ma anche da 6h, dipende dall’obiettivo di chi mi chiede una spalla. Normalmente dopo il 30 esimo km molti vanno in crisi, c’è il famoso muro che devono superare e poi in quei momenti devo impegnarmi affinché riescano a superarlo, incitandoli, raccontando loro degli aneddoti, distogliendo la loro mente dai pensieri negativi. Portarli al traguardo è la più bella medaglia che metto al petto, piangono per la gioia, ti abbracciano e poi ti scrivono messaggi per ringraziarti.

Perché vuole fare il pacer alla Acea Run Rome The Marathon?
Fare il pacer alla Acea Run Rome The Marathon non ha prezzo, è un compito ambito da tanti maratoneti esperti. Nel marzo 2020 ho avuto questa opportunità e ho accettato con grande entusiasmo, una ciliegina sulla torta, poi purtroppo non è andata a buon fine. Ma ci stiamo già preparando per il 19 settembre”.

Di recente ha acquisito un primato nazionale di ultradistanza, ce lo racconta?
“L’estate scorsa c’era il Campionato Italiano Iuta della 48 ore a Policoro (Mt), si correva su un percorso ad anello di 1082 metri. Per fare questo tipo di gare cerco di simulare anche il percorso durante gli allenamenti e qundi mi allenavo attorno ad un circuito di 1450 metri, alcune volte correvo anche 100 km per due giorni di fila. Sfortunatamente dopo 27 ore di gara e già 198 km accumulati mi sono dovuto ritirare, in gare lunghe succede anche questo.

Però sappiamo che lei ha la testa dura…

“Non potevo abbandonate quel sogno e ho continuato ad allenarmi con l’impegno che metto in tutto quello che faccio e con l’aiuto di Enrico Vedilei, un grande coach di ultramaratona. Così, il 18 marzo mi son ripresentato alla partenza della 48h. Il secondo giorno di gara è stata dura, ha piovuto a dirotto ma non mi sono fermato e ho vinto la gara con 305 km. Oltre alla vittoria ho portato a casa la miglior prestazione italiana di categoria (M60)”.

E’ vero che la corsa aiuta a fare amicizie e conoscere il mondo?
“La corsa mi ha migliorato caratterialmente. Ho conosciuto tantissimi atleti sparsi ovunque. Ricevo moltissimi messaggi, mi chiedono come mi alleno, come mi alimento e tanto altro. Ho viaggiato moltissimo ed è stata sempre un’occasione per vedere nuovi posti come New York, Chicago, Berlino, Budapest e tanto altro ancora”.

La sua famiglia come vive questa sua passione?
“Inizialmente mia moglie mi chiedeva perché lo facessi , poi ha iniziato a correre anche lei e in tre anni ha già partecipato a 65 gare fra maratone e ultra. E’ la mia prima tifosa e mi accompagna ovunque. I nostri tre figli sono contenti di quel che facciamo, ma loro per il momento sono seduti sul divano ad emozionarsi per le nostre imprese”.

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