Libertà e serenità. Quel giorno (dopo il lockdown) in cui Sinisa Mihajlovic fece un'ora di corsa

Sinisa Mihajlovic il 6 maggio 2020 dopo il lungo lockdown da pandemia Covid19, appena si poterono riprendere gli appuntamenti tornò a correre
Libertà e serenità. Quel giorno (dopo il lockdown) in cui Sinisa Mihajlovic fece un'ora di corsa© LAPRESSE

BOLOGNA - Era il 6 maggio 2020, il mondo intero così come l’Italia stavano provando lentamente ad uscire dall’annientamento totale del lockdown da Covid19. Il campionato di calcio si era bloccato, la stagione del Bologna era stata non facile fino a quel momento, tanti gli ostacoli, tante le difficoltà incontrate, c’era la malattia di Sinisa Mihajlovic, colpito dalla leucemia, perfida malattia che ieri 16 dicembre 2022 ce l’ha portato via per sempre. Nei mesi precedenti al coronavirus era stato sottoposto a un trapianto di midollo osseo e a una lunga terapia, periodo davvero buio.

Il Bologna prima del lockdown non stava andando male, anzi, i rossoblù erano stati un buon team, capace di raggiungere il decimo posto in classifica con 34 punti. Avvenne la ripresa degli allenamenti quel 6 maggio, tra mille ferree regole anticovid, in primis il distanziamento, così a Casteldebole i giocatori si sottoposero ad una seduta individuale d’allenamento.

Anche Sinisa Mihajlovic aveva voglia di tornare in campo, di allenarsi, di sentire la fatica e quella meravigliosa sensazione di libertà che solo lo sport e il movimento fisico ti possono dare.

Partì da Roma quel giorno, voglioso di vedere la sua squadra, i suoi giocatori e così il 6 maggio nel centro sportivo del Bologna parcheggiò la sua Porsche e scese in campo. Cuffiette nelle orecchie, pantaloncini e t-shirt ufficiale del Bologna e un’ora tranquillo di corsa a cui seguì una sessione di addominali.

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