E' polemica in Marocco per Ahmed, il ragazzino eroe che ha corso con i piedi fasciati

Ha fatto il giro del mondo e acceso in Marocco tante polemiche la foto che ritrae Ahmed correre solo con delle fasce ai piedi, senza scarpe
E' polemica in Marocco per Ahmed, il ragazzino eroe che ha corso con i piedi fasciati

Storie dell’altro mondo, anzi no: storie di questo mondo, che è vicino a noi, vicino all’Italia, vicino all’Europa, ma che sembra lontano anni luci, altri tempi. 

Purtroppo è tutta realtà e come spesso accade con una foto il tutto arriva senza filtri, cruda, ma estremamente vera e reale.

Un ragazzino che partecipa e corre una corsa campestre nazionale a Tamena, alle porte di Rabat, fa la sua gara e si impegna al massimo, ma una foto lo ritrae, è scalzo e con i piedi fasciati da un semplice nastro adesivo.

L’autore dello scatto è Simo Hamdi, fotografo di sport che l’ha pubblicata sui propri social con la scritta: “Gli eroi nascono dal grembo della sofferenza”.

Forse tutto normale da quelle latitudini, così come accade da sempre e tutt’oggi a migliaia di ragazzine e ragazzini in Kenya, Uganda, Etiopia, Eritrea, Ciad, giovani che poi abituati a soffrire vincono e vinceranno medaglie mondiali ed olimpiche. Come si mostrò al mondo ai Giochi Olimpici di Roma 1960 l’etiope Abebe Bikila che corse e vinse a piedi nudi sul selciato romano.

Ancora oggi è così, poco è cambiato rispetto a sessant'anni fa, è forse il vero grande punto di vantaggio di questi ragazzi che vanno avanti a testa alta nella loro quotidianità fatta di essenzialità e naturalità, di istinto basico e primordiale della corsa e della vita, ben differente da quella agiata e viziata di noi occidentali. La loro sofferenza li rende eroi, anche se non dovessero arrivare medaglie d’oro.

La foto e la storia di Ahmed non è finita in quel singolo scatto sportivo, poche ore dopo è stato di nuovo fotografato, questa volta a casa sua, bello in posa questa volta sì con un paio di scarpe adatte alla corsa.

Sui social non sono ovviamente mancate le polemiche in opposizione all'associazione sportiva per cui il ragazzino era in gara, l’accusa è ovviamente quella di non aver provveduto a fornire almeno l’attrezzatura di base minima per correre.  

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