Enrico Piatti, la spada è scritta nel Dna

Un passato nel tennis ed una determinazione invidiabile. La carriera del giovane schermidore italiano è agli inizi, ma sembra essere sulla strada giusta verso grandi scenari
Enrico Piatti, la spada è scritta nel Dna

Enrico Piatti è uno dei talenti emergenti della scherma italiana con il primo grande acuto a livello di Coppa del Mondo assoluta lanciato lo scorso febbraio ad Heidenheim, prova classica di spada in Germania. Vercellese di nascita, è nipote di un “mostro sacro” della spada mondiale, l’ungherese Gyozo Kulcsar, quattro volte oro e due argento ai Giochi Olimpici: «È stato lui – spiega Enrico – a trasmettermi la passione per la scherma portandomi in pedana quando avevo sei anni. Immediato il feeling. Ha sempre rappresentato e sempre rappresenterà il mio idolo». Nonno Gyozo è stato anche un grande tecnico che ha lavorato per molti anni nella storica Pro Vercelli e fatto parte dello staff azzurro. Poi è tornato in patria, contribuendo alla crescita e all’affermazione di talenti magiari che hanno raggiunto il massimo in campo internazionale: «Tutti gli anni andavo a trovarlo in Ungheria – sottolinea Enrico – assorbendo i suoi consigli unici».

Piatti: la mano è quella del predestinato

Un predestinato, il 22enne piemontese: «I buoni risultati ottenuti nelle categorie giovanili hanno aumentato il mio trasporto per la scherma. Mi alleno tutti i giorni dividendomi tra Milano, Vercelli e la società nella quale ormai sono diventato di casa, l’Accademia Scherma Marchesa di Torino. Nel mio percorso precedente anche l’ISEF, con il maestro Maurizio Mencarelli e la Pro Novara Scherma, con la maestra Luisa Milanoli». La prova di Heidenheim, chiusa con l’argento, è stata un bel segnale: «Una gara quasi perfetta – ricostruisce – alla quale è mancata solo la classica “ciliegina sulla torta». È iniziata nel girone (4 vittorie e 2 sconfitte), ed è proseguita con tre assalti per accedere alla diretta da 64. Qui ho fatto un bel tragitto, vincendo anche due derby, il secondo in semifinale contro Vismara. Nei quarti la bella affermazione contro il campione olimpico Cannone, recuperando dal 13-14, come fatto nell’assalto precedente contro lo spagnolo Pereira. In finale ho ceduto al giapponese Yamada».


"Il tennis mi è rimasto nel cuore, Sinner è di ispirazione": il futuro di Piatti

Gli obiettivi di Piatti sono chiari: «Continuare a crescere per conquistare un giorno “quel medaglione” (olimpico ovviamente n.d.r.) consapevole del fatto che il mio percorso è appena iniziato». Già campione mondiale under 17, il piemontese ha stupito e anticipato i tempi: «La spada è un’arma sempre più difficile e competitiva – precisa il ct azzurro Dario Chiadò, torinese – basti dire che in Germania sui 64 della diretta oltre 30 rappresentavano una Nazione. Il pianeta si sta allargando a dismisura e non ci sono più assalti scontati. Inoltre si tratta di una specialità nella quale si matura tardi e il fatto che Piatti sia già arrivato a questi livelli, come altri suoi coetanei, la dice lunga sulle potenzialità». Nel fine settimana appena concluso Piatti ha sfiorato l’ingresso tra i migliori otto nella prova Grand Prix di Cali, confermando la sua crescita. Difficile immaginarlo in pedana a Parigi, ma la giovane età è dalla sua parte e le prossime saranno le stagioni fondamentali per operare il definitivo salto di qualità. Nel passato sportivo di Piatti c’è stato anche il tennis: «Mia mamma è maestra a Vercelli e ho giocato per 5-6 anni prima della scelta schermistica. Uno sport che mi è rimasto nel cuore. In questo senso è di ispirazione Jannik Sinner, per come si prepara ed affronta le competizioni. Tornando alla scherma il riferimento è il mio compagno di squadra Andrea Santarelli».

 

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