Brignone esclusiva: «Il mio sci libero»

Federica dopo le prove ci ha portato a sciare sulle sue piste e ci ha aperto le porte del suo mondo felice: «Non sto stare ferma»
Brignone esclusiva: «Il mio sci libero»

LA THUILE - «Dai, andiamo». Federica Brignone ha appena finito la prova della discesa, che oggi ritroverà in Coppa del Mondo dopo quattro anni. La prima a La Thuile, nella sua Val d’Aosta. Il tempo di un paio di interviste in mixed zone e m’invita a seguirla. «Dobbiamo solo passare in skiroom a cambiare sci, sai con questi...». In effetti 2.15 da libera... Il concetto di questa esperienza che fa vivere a me e ai lettori di Tuttosport. Sciare con Federica Brignone, in libertà. Il suo senso dello sci, felice. Come lo siamo noi appena attraversiamo il campetto baby lasciando il traguardo della 3 Franco Berthod, la pista di gara. Lo è meno Danilo Sbardellotto, l’ex discesista (compagno di squadra di Ghedina) ora tecnico delle velociste. «Te l’avevo detto che vai forte in discesa» sorride, poi mi vede mentre lei prende gli sci da allenamento. «Vado a fare un giro con lui, a dopo». «Ah... Devi mangiare e riposare...». La voglia di sci e di libertà, già. «Basta darmi un paio di sci e io sono contenta» sorride ancora Fede. Attraversiamo la strada e siamo alla partenza della funivia. Il tempo di prendere il telefonino e guardare il live delle prove del fidanzato, il francese Nicolas Raffort impegnato al di là del Bianco a Chamonix («ho paura per lui e non ci vediamo mai; dovrebbero fare più gare uomini e donne insieme, attirerebbero anche più gente»), e via in gondola. Si va su. La giornata è magnifica. «A destra la pista di gara, a sinistra la cornice delle Alpi, dove spicca il ghiacciaio del Rutor, dove nasce la Dora. «Capisci perché amo questi posti? - sorride Federica -. Io sono innamorata di questa Valle, della neve, dello sci. E’ bellissimo poter vivere in montagna e non in città. Il senso di libertà è impagabile. Ogni mattina mi sveglio e vedo questi panorami pazzeschi. E posso sciare. Alpino, fuoripista, fondo anche. O prendo le ciaspole. Basta stare all’aperto».

POWDER CON LINDSEY - Come la scorsa settimana a Crans Montana, dove è stata cancellata la discesa che verrà recuperata oggi. «Erano giorni di continui rinvii, così io e Sofia (la compagna di squadra Goggia, ndr) abbiamo preso in macchina gli sci da powder (il freeride estremo, ndr). Appena uscite abbiamo incontrato la Vonn che ci ha detto: “Dai seguitemi”. Non ce lo siamo fatte ripetere. Bellissimo. C’era tantissima neve. Arrivava fino al bacino, quasi non si riusciva a galleggiare». Le racconto dell’intervista con Lindsey, da come s’è concessa con estrema disponibilità e profondità. «E’ una grande atleta, l’ammiro molto - annuisce la Brignone -. Ce la mette sempre tutta ed è più forte di noi. Sia fisicamente, perché riesce a sopportare carichi da uomo, sia di testa. Non so come faccia. Si allena tutte le mattine, ha mille interviste, mille richieste, ma riesce a conciliare bene tutto. E quel servizio fotografico... A me piacerebbe un sacco farne uno così. A parte il fatto di finire su una copertina del genere, mi è piaciuta l’idea di un costume disegnato sulla pelle. L’importante è che non si veda». Siamo arrivati, mettiamo gli sci e in pochi metri siamo alla Chaz Dura Express, la seggiovia che ci porta al Col de Fourclaz. Cambio d’orizzonte. Come quando si parla della Schiffrin. «Lei invece è un robot - dice Fede -. Io l’altra sera sono uscita con le amiche anche la mattina se c’era la prova della discesa. Le non lo fa mai. Mangia in funzione dello sci, dorme in funzione dello sci, si allena in funzione dello sci. Agonistico, dico. Io amo tutto dello sci e vivo per lo sci, ma il mio sci è libero. E non sono una di quelle che quando finirà di gareggiare non metterà più gli sci. No, io andrò a sciare ancora più di prima. E me lo dimostra subito, appena scesi e chiusi gli scarponi. «Allora, sei pronto?». Siamo sulla 9, la pista di riscaldamento di questi giorni. Pochi metri e accelera e vedi la sua tipica curva carvata, con le gambe larghe. Le tracce sulla neve sembrano disegnate da Giotto, perfette. Difficile starle dietro. «Ho gli sci preparati e più lunghi» cerca di non mettermi in crisi quando si ferma. «Guarda, è tutto bianco. Per fortuna qui la neve non manca. Quest’anno è stato un disastro ». Le chiedo cosa pensa dello sci indoor, forse il destino di questo sport. «Nooo, se devo finire in un palazzetto mi ritiro. Il bello del nostro sport è che è all’aria aperta ed è vario. Io sono una che si annoia in fretta, non posso fare sempre le stesse cose. Amo il mio sport proprio perché non potrò mai fare una curva uguale all’altra. Ogni giorno il tracciato cambia, ogni giorno la neve cambia. Ma alla fine ci sono solo io e i miei sci. Così trovo pace con me stessa: sciare mi dà una felicità immensa». Ripartiamo, altre curve. Una goduria. Non solo per me. «E’ un bella sensazione accelerare in uscita curva, ma se sei in controllo e in confidenza. Ci sono periodi come dopo un infortunio o quando non sei a posto con la testa che è bene essere cauti». Le dico che quando piega mi ricorda Valentino Rossi. Sorri- All’aria aperta «Amo la montagna e solo con lo sci sono in pace con me stessa. Se diventa indoor smetto» Shiffrin è un robot «Vive solo per lo sci. Io l’altra sera sono uscita con le amiche, lei non lo fa mai» In piega come Vale «A sei anni avevo la mini moto da cross, ora giro in enduro. E adoro le macchine veloci» de. «Sai papà a sei anni mi ha comprato una minimoto da cross... Ho avuto il cinquantino e il 125, ancora adesso d’estate giro con il mio enduro. Piegare su due ruote dà grande emozione anche se è pericoloso. Ma vado piano... Beh, più o meno... Amo la velocità. Anche in auto. Con l’Audi siamo andati in pista a provare l’R8 e l’RS5 e mi sono divertita. Noi sciatori abbiamo l’idea della traiettoria e il senso della velocità».

BATSCARPONI E PIGIAMA - Inizia la 5, la pista nera che taglia nel bosco per arrivare in paese. E’ quasi vuota. Tiriamo, curvoni e senso della velocità in faccia. Il rumore della neve secca che scrocchia sotto. Si arriva in fretta, troppo in fretta. Ci aspetta Davide, il fratello di Fede. Con lo zaino. «Dentro non possono mancare del the caldo e un paio di guanti di riserva. Nella valigia invece mi porto di tutto, trucchi compresi. Matita e mascara. Ma dimentico spesso il pigiama... Quello che invece non dimentico mai sono le lenti a contatto, altrimenti non ci vedo» racconta Fede mentre si toglie gli scarponi col nastro Batman. «E’ un vezzo iniziato qualche anno fa in America, dove ne avevo trovato uno leopardato. Prima avevo Superman, ho cambiato perché ho i Batscarponi... Ora scusa ma devo andare a mangiare. Tu però continua, è una giornata bellissima ». Indimenticabile. Ma siccome sono un po’ masochista rischio di rovinarla chiedendole: “Ciao e grazie. Ah, hai un consiglio tecnico per l’inviato di Tuttosport?”. «Mmmm... appoggiarsi un attimo di più sulla gamba esterna a inizio curva». Ci proverò. “E uno per Federica Brignone?”. «Eh, non fare le curve con la testa ma con i piedi. Ma sai, il mio sci è libero».

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