Paris conquista la Streif, Italia super a Kitzbuehel

I francesi, un po' a sorpresa, tolgono Fill dal podio. Altrimenti l'affermazione di squadra sarebbe stata ancora più netta. Per il vincitore è il terzo centro su questa pista
Paris conquista la Streif, Italia super a Kitzbuehel© EPA

KITZBUEHEL - La gente festeggia ugualmente, perlopiù sbevazzando, in una giornata bellissima, sia nel senso metereologico, sia nel senso sportivo del termine. Però ad avere motivi di soddisfazione non sono gli austriaci padroni di casa, che nella discesa puntavano al successo pieno, ma noi italiani. Arrivavamo qui con Peter Fill campione in carica, ce ne andiamo - metaforicamente, perché oggi c’è lo slalom - con Dominik Paris sul gradino più alto del podio. Certo, i francesi... Beh, uffa!

IL SOGNO - Prima è sceso Peter Fill e ha stabilito il miglior tempo, dopo un po’ è toccato a Paris (che l’ha battuto). Poi, via via, i migliori sono sfilati. E per lunghe ed incantevoli minuti l’Italia dello sci ha accarezzato l’idea, il sogno, di piazzare due atleti sul podio. Invece prima Johan Clarey (alla fine terzo) e poi Valentin Giraud Moine (alla fine secondo) hanno fatto scendere Fill dal podio. Un peccato, diciamolo. Anche se è proprio Fill a evitare toni fuori luogo: «Certo che ci tenevo a salire sul podio e, in generale a difendere la vittoria dello scorso anno. Ma qui non si ottengono risultati, né si va forte, se non si merita. I francesi hanno meritato. Punto. Vero, noi aspettavamo altri avversari che invece hanno deluso e sono spuntati loro. Peccato, è andata così. Comunque complimenti a Dominik».

IL TRIS - Paris non è esattamente una sorpresa, su una pista universalmente riconosciuta come la più bella, la più affascinante, fors’anche la più difficile, del circuito di Coppa. Qui aveva già vinto sia in discesa sia in superG. Uno che “sa come si fa”. E ieri “ha fatto”. All’appello è mancato Innerhofer, splendido secondo nel superG nel giorno prima. «Ho pagato il fatto di non aver potuto effettuare tutte le ricognizioni a causa dei postumi dell’infortunio. Ogni prova di permetteva di migliorare di un secondo. Gli altri ne hanno sostenute tre, io una. Questo spiega l’errore che mi è costato molto. Ma, a parte tutto, torno a casa soddisfatto. Ho ancora molto male al ginocchio, mi servono riposo e cure. Ma la direzione per tornare in alto è quella giusta».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...