Brignone tigre rossa nel gigante di Lienz: la rimonta fa tremare la Shiffrin

Il sesto podio stagionale vale il pettorale da leader nella specialità: "Conta tenerlo all’ultima gara. Con le difficoltà divento più forte"
Brignone tigre rossa nel gigante di Lienz: la rimonta fa tremare la Shiffrin© AFP

Rosso di carabiniera, Coppa si spera. Sulla Schlossberg di Lienz, la pista del suo esordio ormai datato 16 anni fa e ridotta dall’ennesimo inverno bollente in una striscia bianca sottile di neve artificiale tra i prati verdi tirolesi, Federica Brigone rimedia a una prima manche da coniglio bagnato con una seconda da tigre qual è ed emoziona con una rimonta violenta fino al podio, il 62° della carriera, il sesto stagionale, il quarto su cinque giganti disputati. Un secondo posto che fa tremare Mikaela Shiffrin e che permette alla valdostana di indossare il pettorale rosso della specialità, scavalcando e staccando Lara Gut-Berhami (7ª) di 35 punti, e di restare nella classifica generale a tiro (-163) della fuoriclasse americana, che colleziona la vittoria numero 92. "Il pettorale rosso mi interessa tenerlo all’ultima gara, so che sarà una bella lotta con una concorrenza molto agguerrita" mette subito in chiaro Federica, che dopo essersi vergognata al termine della prima hit ("mi sono fatta condizionare dalle cadute dell’apripista e di Marta - la compagna Bassinio, ndr - subito prima della mia discesa, così ho sbagliato" il racconto dell’1”63 preso dalla Shiffrin) chiude la mattinata austriaca con un sorrisone per aver ridotto il gap ad appena 38 centesimi, battendo la svedese Hector per 9 nella corsa al secondo gradino della felicità. "Dopo la prima manche vedevo il podio irraggiungibile, specie pensando alle sensazioni che avevo provato. Ho solo cercato di sentire gli sci e di entrare nel ritmo. Ci sono riuscita e va benissimo così". Conferma di un ormai lungo momento magico e di un equilibrio definitivo. "Non credo che ci sia un vero segreto dietro a questo mio stato di forma - sostiene Brignone -. Penso sia un lavoro che prosegue negli anni e di tanta gente che mi sta attorno. Un percorso di crescita anche mio personale, mentale. Ogni anno è uno step in più. E ogni volta che esco da un periodo difficile imparo qualcosa e divento più forte".

Trema la Shiffrin

Al punto da fare paura a Shiffrin. "Ho imparato che bisogna sempre spingere, dovrò farlo nelle prossime gare". A partire dallo slalom di oggi, dove dovrà reagire alla sconfitta di Courchevel con Petra Vlhova. E nel quale Federica, alla prima uscita stagionale tra i pali stratti, cercherà di limitare i danni per poi riattaccare nel gigante dell’Epifania a Kranjska Gora. Il prossimo appuntamento per una Sofia Goggia che saluta il 2023 facendo un altro passo in avanti in gigante con la quarta top10 consecutiva. Un piccolo-grande traguardo mai tagliato nella specialità, neppure nel magico 2016-2017 del suo primo boom che la portò al bronzo mondiale di St.Moritz. "Penso di aver disputato una buona prima manche e una seconda solida - il commento della bergamasca sull’ottavo posto, recuperando due posizioni rispetto metà gara -. Mi manca ancora un po’ di continuità in gigante, ma la costanza di piazzamento nelle prime dieci è importante". Quello che serviva a Sofia per continuare il lavoro tecnico impostato con Gianluca Rulffi e Luca Agazzi in un’estate-autunno finalmente senza intoppi fisici. Un lavoro destinato a dare frutti nella velocità, specie nel superG, discipline nella quale nonostante l’influenza della Val d’Isère ha conquistato il pettorale rosso. Che fa pendant con quello di discesa. Il vero doppio obiettivo stagionale, con le sue gare (11 tra Altenmarkt, Cortina, Garmisch e Crans-Montana) in arrivo tra metà gennaio e metà febbraio. Dopo il sesto gigante a Kranjska Gora. "Nel 2023 come squadra abbiamo regalato emozioni importanti, cercheremo di fare altrettanto anche nel 2024. Non vedo l’ora di aprire nuovamente il cancelletto". Sorride Goggia. Da vera Befanona.

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