Innerhofer vittima dello Stelvio: in ospedale con l'elicottero, come sta

Paura per l’altoatesino. Saltano pure Casse e Paris: "Gli sci sbattevano, s’è aperto un attacco"
Innerhofer vittima dello Stelvio: in ospedale con l'elicottero, come sta© EPA

TORINO - Pista Stelvio, Bormio. Il Tourist Trophy dello sci. Per fascino e durezza, ma anche pericolosità ed incidenti. Pure il venerdì valtellinese è un giorno di ordinaria paura. Se l’elicottero giallo è dovuto entrare in azione giovedì nella discesa per l’austriaco Marco Schwarz, che ci ha rimesso un ginocchio (dentro non è rimasto intatto nulla), ieri si è alzato per prelevare Christofer Innerhofer e portarlo sanguinante all’ospedale di Sondalo. Nulla di rotto con un grande sollievo per il grande vecchio dell’Italsci, campione quasi totale ormai una decina abbondante di anni fa (3 medaglie iuridate a Garmisch 2011, 2 olimpiche a Sochi 2014) ma mai domo, votato a provarci almeno fin dopo aver superato i 40 anni (ne ha compiuti 39 pochi giorni fa) per imitare il suo idolo Valentino Rossi (il cascdo giallo fluo con il numero 46 lo certifica). Sono stati però necessari diversi punti di sutura per una brutta ferita al polpaccio, provocata probabilmente dalla lama di uno sci. Proprio come successo nel superG ai Mondiali di Beaver Creek 2015 a Bode Miller dietro al ginocchio destro. O peggio ad Axel Lund Svindal, sempre sulla Birds of Prey in Colorado, ma nelle prove della discesa di Coppa del Mondo nel 2006. Il norvegese rischiò di morire dissanguato per un’enorme taglio all’inguine. Christofer, che ieri sera è già tornato a casa in attesa di stabilire con la Commissione Medica Fis i tempi di recupero, ha perso l’equilibrio in una piega a sinistra pochi secondi dopo il via del superG. Con uno sci per aria è scivolato rovinosamente tranciando una porta e finendo contro i teli di protezione. Non il primo incidente per uno che in tanti anni ha dato spettacolo, come a Santa Caterina Valfurva nel 2015, quando sfiorò il podio scendendo per quasi tutta la discesa con un telo (e per un per pezzo pure un palo) di una porta tranciata con la testa (spostando pure gli occhiali). Bormio sfortunata per tutta l’Italia comunque. Male in discesa, malissimo in superG. Prima di Inner sono saltati anche Dominik Paris e Mattia Casse. Il re della Stelvio (7 successi, 6 in discesa) ha perso lo sci destro dopo una quarantina di secondi. «Si è aperto un attacco - spiega Paris -. Sapevo che gli sci sbattevano, ma ho voluto comunque spingere. Ora cerco di prepararmi bene per gennaio che sarà un mese molto importante». Con Wengen e Kitz.

 

Il piemontese è incappato in un errore di linea alla settima porta. «Mi dà fastidio essere uscito, non è mai facile affrontare un superG così - afferma Casse -. È difficile trovare il giusto set up e quando ci sono troppe incognite capita di sbagliare. Gennaio sarà un’altra pagina, con piste diverse». Alla fine l’unico ad entrare in zona punti è Pietro Zazzi, apoena 29° a più di tre secondi da Marco Odermatt. Il fenomeno svizzero, bruciato per 9 centesimi nella discesa dal francese Sarrazin (anche lui uscito ieri), stavolta scava un solco mostruoso tra sé e i rivali, con il solo austriaco Hasser capace di stare sotto il secondo (98) centesimi di distacco. Arriva così la quarta vittoria e il settimo podio sulle otto gare disputate (7° nella seconda discesa della Val Gardena il peggior risultato) che gli fanno già mettere di nuovo le mani sulla Coppa del Mondo. Il rivale più pericoloso (Schwarz) è ormai out, mentre Alexander Aamodt Kilde non sembra essere lo sciatore degli scorsi anni. Gli manca sempre qualcosa. Ieri il fidanzato di Mikaela Shiffrin è tornato sul podio (terzo) dopo essersi fermato in discesa per un problema a una lamina, ma il distacco da Odermatt è ormai di 396 punti (636 a 240). E sabato prossimo, alla ripresa dopo la pausa per Capodanno, lo svizzerò avrà la sua carta migliore: il gigante, dove è imbattuto da 6 gare e sale sul podio da 20. E gareggierà in casa, ad Adelboden. Prima di andare negli altri templi della velocità: Wengen e Kitzbuehel.

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