Basket, Lazenby racconta Jordan nel suo nuovo libro

L'ex stella della Nba si svela in 743 pagine, attraverso aneddoti e racconti di una carriera sempre al top
Basket, Lazenby racconta Jordan nel suo nuovo libro

TORINO - Un libro monumentale, e non avrebbe potuto essere altrimenti. Si racconta MJ, al secolo Michael Jeffrey Jordan: non un giocatore di basket, bensì il basket in persona. Roland Lazenby lo fa riscoprire lungo 743 pagine ma, sebbene sia monumentale, non pensate a un libro monumento. Tutt'altro, come capita per ogni opera pubblicata da 66th and 2nd. La vita di MJ viene descritta a tutto tondo, senza lasciare fuori nulla. C'è il racconto del talento, incredibile ed educato in maniera altrettanto incredibile da uno che sapeva di essere il numero uno e che lavorava più degli altri per essere il numero uno. C'è la narrazione della competitività, di chi non voleva perdere neppure le partite-esibizione, restando da solo a concentrarsi prima di un match con le truppe statunitensi di stanza in Europa. C'è il profumo dei soldi (tanti) che MJ ottiene in un accordo con la Nike destinato a diventare un punto di non ritorno nel mondo dello sport (le Air Jordan che ancora oggi furoreggiano in tutto il mondo). C'è la descrizione di una famiglia tutt'altro che perfetta, con il conflitto tra mamma Deloris (la donna che guida MJ nel cammino verso la fama) e papà James, che avrebbe voluto un figlio giocatore di baseball. E ci sono le grandezze e le contraddizioni dell'uomo. MJ che tratta l'ultima matricola come se fosse un veterano pro, che si perde tra le scommesse, il gioco d'azzardo, le polemiche (quelle storiche con Isaiah Thomas, leader dei Detroit Pistons, e con Jerry Krause, suo dirigente ai Chicago Bulls) ma che sa essere generoso e disponibile verso chi chieda un aiuto, un consiglio o semplicemente un autografo. E ci sono, ovviamente, i successi. Quello del primo Dream Team che conquista l'oro olimpico a Barcellona, quelli (infiniti) come miglior giocatore-realizzatore-difensore della stagione e le triplette storiche nell'Nba che mettono Chicago al centro della storia, con coach Phil Jackson: quelle dal 1991 al 1993 e quelle dal 1996 al 1998, quando MJ torna dopo due anni lontano dal basket, nel tentativo fallito di riprovare con il baseball frequentato in gioventù e, forse, di dare una soddisfazione postuma al padre, assassinato in un tentativo di rapina nel 1993. Ma il posto di Michael Jordan era, è e sarà solo nel basket. Ed è bello ricordarlo nel giorno in cui comincia la stagione dell'Nba, facendosi accompagnare dal libro di Lazenby.

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