Basket NBA, Bryant: “Lascio la nazionale Usa”

La superstar dei Los Angeles Lakers non cercherà il terzo oro olimpico. E intanto critica la NBA odierna: “Non mi diverto a vedere uno sport poco maschio”

NEW YORK – Kobe Bryant vede avvicinarsi il rientro dall'infortunio al ginocchio sinistro (avvenuto il 17 dicembre scorso, poche gare dopo il rientro dall'infortunio al tendine d'Achille), e ammette che guardare i Los Angeles Lakers da bordo campo è difficile. Non soltanto per la voglia di aiutare i compagni di squadra, ma anche perchè l'odierna NBA – per come è giocata ed arbitrata – non entusiasma il 35enne cinque volte campione NBA.

GIOCO MASCHIO -E' diventata troppo una 'finesse', un gioco non abbastanza maschio. Io sono per il basket vecchia scuola, quello che ammiravo in tv da ragazzino, un gioco molto più fisico rispetto a quello attuale. Certi falli antisportivi oggi mi fanno venire la nausea: non puoi toccare un avversario che ti fischiano un flagrant foul”. Colpa anche di un'interpretazione differente delle regole, come l'hand-checking, più penalizzante per i difensori. “Oggi chiunque può andare in campo e attaccare il canestro con efficacia, non soltanto i più bravi, perchè i difensori non possono più creare un contatto. Una volta, le difese erano più tutelate, e allora emergeva il più talentuoso, che sapeva trovare soluzioni alternative, come l'arresto e tiro”.

FUTURO – Il 35enne Bryant, fresco di rinnovo biennale con i Lakers, ha anche ammesso che il suo futuro sarà soltanto nella NBA, senza ulteriori apparizioni con la nazionale Usa. Kobe non cercherà il terzo oro olimpico a Rio 2016. “Ma sarò presente per vedere il mio amico Pau Gasol vincere il terzo argento consecutivo, perdendo un'altra finale contro Team Usa... La certezza è che quando smetterò di giocare, resterò nel mondo del basket, perchè rappresenta ciò che sono, è ciò che ho dentro, nel sangue”.

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