Basket NBA, Durant show davanti a Clinton

Oklahoma City distrugge Brooklyn davanti all'ex presidente e a tanti tifosi di Seattle in città per il Superbowl: Ibaka chiude con 12/12 al tiro, il capocannoniere fa 10/12 nel decimo successo di fila

NEW YORK – Per l'ultima notte da commissioner di David Stern si muove anche un ex presidente degli Stati Uniti come Bill Clinton che, presente al Barclays Center per Brooklyn-Oklahoma City, si gode l'ennesimo di show di Kevin Durant. Davanti a parecchi tifosi nostalgici di Seattle (nella Grande Mela per il Superbowl di domani notte, in mezzo ci sono LeBron James e Miami oggi al Madison Square Garden contro i Knicks) che videro KD muovere i primi passi nella Lega prima del trasferimento dei Sonics a Oklahoma City, Durant guida i Thunder ad un roboante 120-95 e chiude gennaio con cifre da extraterrestre.

CIFRE - Il capocannoniere ha viaggiato a 35.9 punti col 55% su azione e il 43% da tre, e soltanto tre volte è stato sotto quota 30, compresa la gara a Brooklyn, in cui non entra in campo nel quarto finale. “Durant? E' incredibile, la sua velocità di esecuzione vista dal vivo fa ancora più impressione che dalla tv” ha detto Clinton, a cui verrà ritirata la maglia numero 42 (essendo il 42° presidente degli Stati Uniti) da Arkansas University nel 20° anniversario del titolo NCAA vinto, quando l'allora presidente Clinton era presente alla finale. Ma c'è anche un'altra cifra da record: i Nets catturano soltanto 17 rimbalzi di squadra (contro 41 degli avversari), record negativo nella storia NBA.

THUNDER PERFETTI – Al decimo successo di fila, e 48 ore dopo una vittoria pesante come quella a Miami, Oklahoma City (sempre senza Russell Westbrook) chiude i conti con un primo tempo vinto 63-35, con il duo Kevin Durant-Serge Ibaka che in metà gara accumula un solo errore al tiro. Il +30 arriva in avvio di ripresa, quando Ibaka continua a segnare (chiuderà con 25 punti e 12/12 al tiro), e quando Durant (25 con 10/12 e 7 assist) strappa applausi per due schiacciate in alley-oop. Di fatto, i Thunder si vendicano per il ko contro i Nets con cui era iniziato il 2014: da allora sono passate 16 gare, 13 delle quali vinte da Oklahoma City, ora leader della Lega.

MEMPHIS RISALE – Memphis è l'altra squadra dell'ovest in grande spolvero: i Grizzlies hanno vinto dieci gare su undici, serie positiva coincisa con il ritorno di Marc Gasol, e oltretutto non perdono in doppia cifra di scarto da metà dicembre. Memphis espugna Minneapolis 94-90, in un finale deciso da 6 punti in fila di Zach Randolph (26 e 12 rimbalzi) e dalla tripla della sicurezza di Tayshaun Prince a 59” dalla finale. A Minnesota non bastano i 28 e 16 rimbalzi di Kevin Love. Atlanta domina a Philadelphia, e nel 125-99 finale c'è la firma di Elton Brand e Mike Scott (18 a testa). Nonostante Thaddeus Young (29) i Sixers toccano quota undici ko nelle ultime 14 partite. Sta anche peggio Milwaukee, che ad Orlando perde per la quattordicesima volta in 15 gare: i Magic vincono 113-102 con un ottimo Arron Afflalo (21). Denver, reduce dalla tegola dell'infortunio di Nate Robinson (fuori per la stagione dopo l'operazione ai legamenti del ginocchio), perde in casa contro Toronto 90-100, subendo DeMar DeRozon (19) e Terrence Ross (18). Dallas vince in rimonta contro Sacramento per 107-103, decisivi Dirk Nowitzki (34) e Monta Ellis (20), ma anche Jose Calderon (14), ai Kings privi di DeMarcus Cousins non bastano i 35 con 12 rimbalzi di Rudy Gay. Stephen Curry ne fa 44 nella vittoria di Golden State 100-90 sul campo di Utah nella notte in cui i Jazz omaggiano Jerry Sloan, coach delle due finali disputate nel 1997 e nel 1998. Charlotte vince sul campo 110-100 dei Los Angeles Lakers con 40 di Al Jefferson.

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