Basket NBA playoff ad est LeBron vuole il tris

Miami deve però fare i conti con l'incognita Wade, e oltretutto parte alle spalle di Indiana. Brooklyn è la squadra outsider

NEW YORK – Ad est si rinnova il duello tra i campioni in carica, i Miami Heat di LeBron James, e gli Indiana Pacers, tuttavia le due uniche due squadre della Eastern Conference capaci di superare quota 50 vittorie non arrivano ai playoff al massimo della condizione. Lo testimoniano il 4-6 di entrambe nelle ultime dieci gare, ma anche le incognite come Dwyane Wade (centellinato e assente in un terzo delle gare) e Roy Hibbert, che ha quasi dimezzato cifre e impatto dopo l'All Star Game, non senza polemiche: “Ci sono troppi giocatori egoisti” ha tuonato dopo la recente sconfitta contro Washington.

INDIANA-ATLANTA – A lungo i Pacers di Frank Vogel hanno giocato come una candidata al titolo, poi hanno chiuso mostrando limiti mentali e nervosi (vedi falli tecnici evitabili e screzi di spogliatoio come quello tra George Hill e Lance Stephenson) ancora prima che tecnici. Ma la seconda miglior difesa della Lega e l'ampia quantità di potenziali match-winner (da George a Stephenson, da West a Hibbert, con Turner e Scola dalla panchina, da capire se Andrew Bynum sarà un fattore) rende ugualmente Indiana una squadra di alto livello. Troppo alto per gli Hawks privi di Al Horford, che l'obiettivo lo hanno raggiunto agganciando i playoff a scapito di New York.

MIAMI-CHARLOTTE – Gara1 di domani sera (ore 21.30, diretta SkySport2) toglierà il sipario e costringerà i campioni in carica a ritrovare la continuità mancata in questa stagione, complici i problemi fisici di Wade che hanno costretto James agli straordinari. Resta il problema della mancanza di stazza in area, lacuna che la scommessa Greg Oden non ha colmato, non a caso nessuno (!) ha fatto peggio a rimbalzo degli Heat in stagione. E Charlotte, che si basa sul gioco vicino a canestro di Al Jefferson (quasi 22 punti e 11 rimbalzi di media), potrebbe approfittarne ed allungare la sfida. Miami inizia un percorso lungo, e per riconquistare il titolo dovrà vincere due serie in trasferta: e contro Indiana, la miglior squadra in casa della Lega (35-6) non sarà semplice.

TORONTO-BROOKLYN – Il “premio” per la miglior stagione di sempre (mai Toronto aveva vinto 48 gare) è la serie contro i Nets, che dopo un avvio tragicomico hanno vissuto una seconda parte di stagione consona al proprio potenziale e all'immenso monte salari, visto che la squadra del debuttante Jason Kidd ha vinto 34 delle ultime 51 gare (e col 67% di vittorie Brooklyn avrebbe chiuso davanti a Miami). I Nets hanno perso Brook Lopez, che superava i 20 punti di media, e in area può patire contro Jonas Valanciunas (i Nets sono penultimi a rimbalzo nella Lega), ma sul perimetro non sembrano esserci antidoti per Deron Williams, Joe Johnson e Paul Pierce, assistiti pure da Marcus Thornton.

CHICAGO-WASHINGTON – Chicago ha chiuso la regular season con il fattore campo a favore eppure si è ritrovata senza Derrick Rose (di nuovo ko dopo 10 gare) e Luol Deng (ceduto nel corso dell'annata), e pure senza uomini importanti dello scorso anno come Nate Robinson e Marco Belinelli. La risposta è nei nomi di Tom Thibodeau, la cui difesa è stata la migliore dell'anno e il cui sistema ha esaltato ancora una volta insospettabili come DJ Augustin (top scorer di squadra pur partendo dalla panchina), e Joakim Noah, autentico uomo-squadra, che agli 11.3 rimbalzi di media ha aggiunto 5.4 assist. La serie contro Washington avrebbe potuto regalare la sfida tra Rose e un altro allievo di John Calipari, John Wall, duello tra i due playmaker più atletici della Lega insieme a Rajon Rondo. Rose non ci sarà e Wall – arrivato alla maturazione - cercherà di approfittarne, per a spaventato dal fattore campo sfavorevole: ad est, nessuno ha vinto più gare fuori casa di Washington.

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