Basket NBA, Clippers nel caos per il caso-Sterling

Il boss della franchigia avrebbe imposto alla fidanzata di non portare persone di colore alle partite, subendo le critiche di Obama. Verrà sanzionato dalla Lega, e la sua squadra ha valutato l'ammutinamento

NEW YORK – Se Donald Sterling, 80enne proprietario dei Los Angeles Clippers, poteva mettersi nei guai, rischia di aver scelto uno dei modi peggiori, di sicuro uno dei più rumorosi e censurabili. Il boss della franchigia californiana è finito al centro di un'inevitabile gogna mediatica per quanto avrebbe detto alla compagna V. Stiviano (al suo fianco nella foto) in una conversazione registrata e poi resa pubblica dal sito di gossip Tmz.com: “Non portare persone di colore alle partite, puoi andarci a letto, ma non farti vedere in giro con loro, e smettila di farti fotografare con Magic Johnson” avrebbe imposto alla modella con origini messicane e afroamericane.

OBAMA – In poche ore Sterling (che peraltro non sarebbe nuovo a episodi legati alla discriminazione razziale) è ovviamente divenuto la persona meno popolare d'America, subendo le critiche del presidente Barack Obama: “Si tratta di parole estremamente offensive, quando gli ignoranti vogliono pubblicizzare la propria ignoranza, non c'è niente da fare” ha detto, chiedendo alla NBA il pugno di ferro. Lo stesso hanno fatto due leggende come Michael Jordan e Magic Johnson, che hanno ripetuto: “Non c'è posto nel basket, nello sport e nella società per persone del genere. Lo sport è bello perchè c'è il confronto con atleti di tutte le razze”. Kobe Bryant ha detto: “E' una vergogna, non giocherei mai per una persona del genere”. LeBron James ha aggiunto: “Non c'è posto per gente così nella Lega, spero che arrivi una risposta aggressiva da parte della NBA”.

SANZIONE - La patata bollente è nelle mani del nuovo commissioner Adam Silver, che da tre mesi ha preso il posto di David Stern, andato in pensione. Silver ha acquisto il materiale necessario per compiere una valutazione (serve capire se è davvero di Sterling la voce nella registrazione) e ha promesso tempi rapidi, e per il boss dei Clippers – storicamente noto per il braccio di legno, anche per questo la franchigia non ha mai vinto a – si attende una punizione esemplare.

AMMUTINAMENTO – La stessa squadra non è rimasta estranea alla vicenda, pure se è impegnata nella delicatissima serie contro Golden State. Prima del ko in gara4 (per il 2-2 nella serie) i Clippers avevano persino valutato il boicottaggio, un ammutinamento che in realtà si è trasformato in un segno di protesta, con il riscaldamento pre-gara svolto con maglie rosse senza richiami al simbolo della franchigia, come a prendere le distanze dal proprietario. Coach Doc Rivers è stato diplomatico, ma non ha potuto nascondere l'amarezza: “E' una distrazione, e non possiamo esserne felici, questa vicenda ha fatto arrabbiare me, così come tutti i giocatori” ha detto citando il nome di un giocatore afroamericano (Chris Paul) e uno bianco (JJ Redick) spiegando che i due erano seccati allo stesso modo.

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