Kobe Bryant: «Il miglior premio? Essere un esempio per i giovani»

Il Black Mamba in conferenza mondiale prima del suo 16° Natale in campo (record). Non mi interessano le classifiche virtuali per i migliori di ogni tempo. Ma aver ispirato i campioni del futuro. Vorrei chiudere a Rio, speriamo. All Star Game? Ci vado anche come invitato d’onore, va bene tutto ormai.
Kobe Bryant: «Il miglior premio? Essere un esempio per i giovani»© REUTERS

TORINO - L'appuntamento telefonico con il mondo, letteralmente perché i media invitati provengono da ogni angolo, è per le 10 di sera italiane l'una del pomeriggio di Los Angeles. Perché Kobe Bryant è al tour d'addio, quello che non avrebbe mai voluto vivere. E per Natale stabilisce un altro record, nessuno ha mai giocato 16 volte nel giorno di festa che è anche il più televisto. Kobe, è puntualissimo, lo è per carattere. Gli organizzatori Nba annunciano che risponderà per 25 minuti e 25 saranno. Con l'orgoglio di chi sa di essere l'Uomo del suo tempo, di aver segnato un'epoca. E un minimo di nostalgia per ciò che sa, non sarà più. Vale la pena di trascriverne le emozioni

ADDIO MERAVIGLIOSO - «E' vero, non volevo un tour d'addio, ma questo sta avvenendo naturalmente. E' bello dopo 20 anni poter ringraziare gli appassionati. Ed è meraviglioso ricevere tanto affetto, Sentire il rispetto, l'ammirazione. Sentire che la tua applicazione, l'amore per il gioco, sono stanti capiti. Non potrebbe essere migliore questo momento. Non l'avrei mai immaginato. Non ho lasciato nulla di intentato, se mi guardo indietro non ho rimpianti, sto per lasciare la parte fisica di questo gioco, ciò che sono stato negli ultimi vent'anni. Ma porto con me lo spirito, la capacità di reagire alle sfortune, gli incidenti, la voglia di non mollare, di pormi obiettivi, vivere con i compagni, inseguire la vittoria. Non so cosa farò, pronto a essere un mentore per i Lakers, un riferimento per i giovani di tutti il mondo. Viaggerò di più, da ambasciatore del gioco e della Nba, per raccontarne la magia. Lo so già, non sarà facile adattarsi nei primi tempi a non giocare. Mi mancherà la pressione, l'attesa delle partite, al preparazione, ogni giorno i palestra. La routine e poi la competizione. L'ambizione di vincere. Ma sono pronto».

ALL STAR GAME - «Adam Silver ha detto che mi vuole, in qualsiasi ruoli, anche come ospite d'onore? A me va bene tutto, accetto tutto. Ho avuto la fortuna di giocarne tanti, ed è sempre stato straordinario. Se i tifosi non mi voteranno, se i coach non mi chiameranno andrà bene qualsiasi cosa. Anche non esserci».

I RIVALI - «Chi sono stati i rivali più tosti? Beh, certamente San Antonio, per un lungo periodo, ma ricordo anche i playoff contro Sacramento di Divac e Stojakovic, le finali con Boston, i Detroit Pistons di lari Brown. All'inizio di carriera i Chicago Bulls. Individualmente vi dico Michael Jordan, Olajuwon, poi Durant e LeBron james, ma di grandi campioni ne ho affrontati tanti, penso agli inizi, quando ancora giocavano Payton, Malone».

RIO - «Kobe sognerebbe un finale glorioso, i Giochi di Rio. «Ho vissuto momenti straordinari alle Olimpiadi. Sono cresciuto in Italia e so quanto siano importanti per la diffusione dello sport nel mondo, del basket. Vediamo, se mi convocheranno e se sarò pronto, sarebbe fantastico».

LA STORIA E LA FRASE DI IVERSON - Allen Iverson ha detto di recente che non ci sarà più nessuno come Kobe. «Ha ragione, perché no ci sarà nessuno come Magic e come Bird. Ogni campione è differente, ha un suo talento, una personalità. Ma la lega ha un sacco di giovani di enorme talento. lascio il gioco in buone mani. Non mi interessa nemmeno assegnarmi una posizione nella classifica di ogni tempo. La più grande soddisfazione, per il futuro, è verificare di essere stato un riferimento per le generazioni successive, di avere avuto un impatto, positivo intendo. Di aver ispirato i ragazzi, quelli che già giocano e quelli che verranno». E in effetti persino LeBron e Durant, fino a Paul George hanno detto che Kobe è stato il loro "Jordan".

L'ULTIMO ANNO - Ma questo è il valzer d'addio. E dopo l'annuncio ha preso un'altra piega, almeno per Bryant, se non per i Lakers. Kobe viaggia a 18 di media, contro Houston ha piazzato una schiacciata in faccia a Dwight Howard, che sembrava un'immagine del passato. «E sarà uno dei ricordi più belli, perché ho lavorato tanto in questi anni, giocando poco, perdendo ritmo. Diciamo che mi ha ripagato della fatica, mi ha confermato che facevo bene ad aere fiducia».

GINOBILI E L'ITALIA - Dall'argentina chiedono a Kobe un pare su Ginobili, pure lui al probabilissimo addio: «Un giocatore straordinario, con il mio stesso senso della competizione, questa voglia irrefrenabile. E quando ha fatto con la Nazionale Argentina è incredibile. Lui ha giocato in Italia, io avrei voluto fare almeno un anno all'estero. L'ho sempre detto, ma il mio corpo davvero, me lo impedisce».

LAKERS E FUTURO - Non resta che parlare dei Lakers, la squadra per cui ha sempre giocato. E magari della prossima prima scelta assoluta, l'australiano Ben Simmons, considerato un possibilissimo fenomeno. «I giocatori passano, ma i Lakers restano, un'organizzazione straordinaria, un'eccellenza che ha come unico obiettivo la vittoria finale. Ecco, mi dicono che Simmons sia bravissimo, ma se sarà scelto dovrà adeguarsi, capire che va in una franchigia che ha un solo scopo. Comunque per costruire una squadra da titoli serviranno scelte intelligenti, sul mercato e al Draft. Servirà tempo». Kobe poi parla di calcio, e dello scandalo sulla corruzione. «Credo che aiuterà a migliorare lo sport. Tutti immaginiamo, sogniamo, vogliamo che lo sport sia un esempio di correttezza e pulizia. C'è ancora molto da fare, ma ce la faremo a realizzare l'obiettivo. E tutto sarà più credibile». Infine ringrazia lui, i giornalisti: «Perché mi avete dato la possibilità d condividere ancora una volta il mio amore per il gioco». Già, il Black Mamba rimarrà unico.

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