Rubio, annuncio choc: "Mi fermo e penso alla mia salute mentale"

Il playmaker dei Cleveland Cavs e della Spagna non va ai Mondiali: un altro campione denuncia il problema. Anche nella Nba si moltiplicano i casi legati alla depressione
Rubio, annuncio choc: "Mi fermo e penso alla mia salute mentale"© EPA

Il dramma cresce intorno a noi, non è il caso di banalizzare, tantomeno di sorprendersi. Piuttosto bisogna cercare di capire cosa evidentemente non funzioni nel professionismo esasperato dello sport agonistico. O nel nostro tempo giacché anche gli idoli allenati per vincere e arrivati a vincere si fermano, al cospetto della depressione.

L’ultimo a denunciare il proprio problema e a fermarsi è Ricky Rubio, uno che esaltava tutti e dominava già da ragazzino, segnando in ogni modo e debuttando così nella Liga a 14 anni e 1 mesi e in Eurolega a 16. El Ricky, il predestinato, che giocava e regalava leggerezza, genio. Che veniva scelto nel 2009 al n. 5 assoluto del draft Nba da Minnesota: pur essendo sotto contratto con il Badalona (e poi Barcellona) per altre due stagioni con un buyout fissato a 5,7 milioni di euro.

Rubio, dall'esordio in Nba alla depressione

E nel 2011 infatti il debutto Nba, una carriera spesa tra T’wolves, Utah, Phoenix, Cleveland, Indiana, ancora Cleveland. Infortuni gravi e ritorni, come sembrava anche stavolta in preparazione con la Spagna per difendere il titolo Mondiale vinto da protagonista assoluto nel 2019. Lui che a 19 anni conquistava con Espana l’argento ai Giochi di Pechino. Eppure adesso, dopo la fatica per rientrare dal ko al ginocchio e giocare 33 partite in stagione, durante la preparazione in Nazionale, lo stop. A nemmeno 33 anni "Voglio ringraziare per tutto l’appoggio che ho ricevuto dalla federazione per aver compreso la mia decisione. Oggi l’hashtag #LaFamilia ha più significato che mai, e per questo dico grazie. Chiedo che venga rispettata la mia privacy per poter affrontare questi momenti: darò maggiori informazioni quando sarà il momento giusto".

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Rubio come Osaka e Phelps

Rubio dice testuale: "devo occuparmi della mia salute mentale". Lui dopo Peaty, il gigante dominatore del nuoto a rana. O come Simone Bilas, la meraviglia della ginnastica artistica, che ce l’ha fatta e ha annunciato il ritorno all’agonismo in vista di Parigi 2024. O la tennista Naomi Osaka. E come dimenticare il fenomeno Phelps. Casi eclatanti di vetta raggiunta per porsi domande al cospetto del male di vivere. Casi eclatanti in mezzo a tantissimi, in aumento. E in aumento è soprattutto il coraggio di ammetterlo che di conseguenza porta a prenderti cura, a porre un freno, prendere una pausa che potrebbe anche diventare definitiva. La Nba ha avviato un progetto apposito.

Nba, quante denunce!

E anche nella lega più globale che ci sia, le denunce aumentano. John Wall ha raccontato su “The players tribune”, la tribuna in cui scrivono gli atleti: "Sono andato vicino a suicidarmi". Come sempre Sergio Scariolo è intervenuto, spendendo parole importanti: "Nella nostra famiglia, da sempre, le persone vengono prima dei risultati. Ricky ha tutto il mio affetto e il mio appoggio, e la mia ammirazione per la sua trasparenza e la sua capacità, ancora una volta, di guidare con l’esempio". Passano in secondo piano gli affari di giornata, il brasiliano Neto che lascia la Nba e giocherà in Eurolega con Fenerbahce. O lo scambio a 4 squadre che potrebbe scuotere la Nba tra Miami, Philadelphia, Chicago e Portland per risolvere i casi Lillard e Harden. Ecco, ora aspettiamo tutti Ricky in campo. O comunque per strada, in tv, dove vorrà, sereno. Finalmente.

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Il dramma cresce intorno a noi, non è il caso di banalizzare, tantomeno di sorprendersi. Piuttosto bisogna cercare di capire cosa evidentemente non funzioni nel professionismo esasperato dello sport agonistico. O nel nostro tempo giacché anche gli idoli allenati per vincere e arrivati a vincere si fermano, al cospetto della depressione.

L’ultimo a denunciare il proprio problema e a fermarsi è Ricky Rubio, uno che esaltava tutti e dominava già da ragazzino, segnando in ogni modo e debuttando così nella Liga a 14 anni e 1 mesi e in Eurolega a 16. El Ricky, il predestinato, che giocava e regalava leggerezza, genio. Che veniva scelto nel 2009 al n. 5 assoluto del draft Nba da Minnesota: pur essendo sotto contratto con il Badalona (e poi Barcellona) per altre due stagioni con un buyout fissato a 5,7 milioni di euro.

Rubio, dall'esordio in Nba alla depressione

E nel 2011 infatti il debutto Nba, una carriera spesa tra T’wolves, Utah, Phoenix, Cleveland, Indiana, ancora Cleveland. Infortuni gravi e ritorni, come sembrava anche stavolta in preparazione con la Spagna per difendere il titolo Mondiale vinto da protagonista assoluto nel 2019. Lui che a 19 anni conquistava con Espana l’argento ai Giochi di Pechino. Eppure adesso, dopo la fatica per rientrare dal ko al ginocchio e giocare 33 partite in stagione, durante la preparazione in Nazionale, lo stop. A nemmeno 33 anni "Voglio ringraziare per tutto l’appoggio che ho ricevuto dalla federazione per aver compreso la mia decisione. Oggi l’hashtag #LaFamilia ha più significato che mai, e per questo dico grazie. Chiedo che venga rispettata la mia privacy per poter affrontare questi momenti: darò maggiori informazioni quando sarà il momento giusto".

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