Egidio Bianchi: "Numeri in crescita. Il progetto di riforma va avanti"

Il presidente della Legabasket in una conferenza stampa ha fatto un bilancio del 2017 e ha parlato dei temi più caldi per il futuro come l'eleggibilità dei giocatori, l'impiantistica e la creazione di nuove regole
Egidio Bianchi: "Numeri in crescita. Il progetto di riforma va avanti"

ROMA - Anche il 2017 della pallacanestro italiana volge oramai al tramonto e quindi è tempo di fare i bilanci riguardanti l'anno che si sta concludendo e di tracciare le linee guida per il prossimo futuro. Questa mattina a Milano si è infatti tenuta una conferenza stampa del presidente della Legabasket Egidio Bianchi che ha ovviamente sviscerato i temi di stretta attualità della Serie A e dei propositi da realizzare nell'anno che verrà e non solo. Il primo fra gli argomenti affrontati è stato quello della visibilità del "prodotto pallacanestro italiana" che, secondo quanto sottolineato dal numero uno di Legabasket, è in crescita sia dal punto di vista delle presenze nelle arene sia dal punto di vista mediatico: «I dati ci parlano di un pubblico in leggera crescita nei palasport e di una crescita molto incoraggiante sotto il punto di vista degli ascolti radio-televisivi. Da un lato la TV free è stabilmente sopra i 100.000 spettatori, mentre la Pay TV ci ha dato performance migliori rispetto a quelle dell'anno passato. Il dato più importante però ce lo fornisce la piattaforma di Eurosport Player che sta avendo un grandissimo successo. Non possiamo ancora fornire dati ufficiali che saranno comunque resi pubblici più avanti, ma possiamo dire con certezza che sono eccellenti e al di sopra delle aspettative. Un altro aspetto fondamentale è il target di coloro che hanno sottoscritto i pacchetti che in gran parte sono giovani. Questo ci fa pensare ad un reale cambiamento». 

REGOLE E "SOCIETÀ FRANCHIGIE" - Tra i temi toccati da Bianchi però il principale è stato senza dubbio quello del progetto di riforma globale su cui la Legabasket sta lavorando di concerto con la Federazione. Tra i punti focali dello stesso ci sono la costituzione di un sistema di regole a cui tutti i club dovranno adeguarsi nel giro di tre anni per arrivare ad un'uniformità del sistema e quello delle società franchigie che potrebbe consentire rapporti più proficui tra la A e la A2: «E' un progetto che va visto in maniera globale. Per noi è necessario seguire un percorso preciso assieme alla FIP e noi abbiamo indicato alcune linee. L'obbiettivo è dare credibilità e sostenibilità al movimento e questo è stato sottovalutato. Vorremmo costituire un organismo interno alla lega che proceda nell'analisi delle situazioni dei singoli club per fare una mappa globale della situazione e stabilire delle regole a cui le società si dovranno adeguare. Servirà un vero e proprio vademecum personalizzato che ogni società dovrà seguire per mettersi al passo con le regole al massimo in tre anni. In questa stagione verrà fatta l'analisi ed entro l'inizio della prossima vorremmo costituire il sistema di regole. Poi ci saranno due anni in cui sarà chiesto alle società di uniformarsi alle regole. La valutazione non sarà però solo su aspetti economico-finanziari, ma sarà allargata anche ad altri ambiti come la struttura organizzativa. Questi temi rappresentano ciò a cui dobbiamo tendere per avere società virtuose, trasparenti e in grado di dare valore al movimento. Un altro punto fiscale della riforma è quello delle società franchigia: una società di Serie A dovrebbe poter intrattenere u rapporto di collaborazione con una di A2 per arrivare a strategie condivise e alla possibilità di avere interscambi tra le stesse. In questo modo la A2 potrebbe diventare un campionato di sviluppo in cui le società di A potrebbero far crescere i loro talenti». 

ELEGGIBILITÀ, SALARY CAP E PREMI - Nei tre quarti d'ora di conferenza però Bianchi ha toccato anche i temi dei premi per l'utilizzo dei giovani italiani, che dovrebbero essere innalzati anche grazie all'introduzione di una "luxury tax" che dovrebbero pagare i club intenzinati a schierare più stranieri, e dell'eleggibilità dei giocatori stranieri che dovrebbero passare, secondo l'idea della lega, a sei per squadra così come gli italiani: «Secondo il nostro punto di vista le regole protezionistiche che impongono un certo numero di italiani a referto non fanno crescere il minutaggio degli stessi e soprattutto assicurarci la nascita di nuovi talenti. E' forse più utile seguire un sistema in cui la libertà libertà di tesseramento passa attraverso un esborso finanziario che ci permetta di far guadagnare chi fa giocare gli italiani. Nella proposta è previsto un sistema di premi per chi utilizza più italiani e investe nei settori giovanili e un sistema di salary cap. Tutti questi interventi richiedono risorse e per ottenerle abbiamo proposto al presidente Petrucci un sistema che preveda le cosiddette luxury tax e la messa a disposizione delle società delle risorse generate dai premi NAS dei giocatori non formati che lo scorso anno ammontavano a circa 1.600.000 euro. Questa quota assieme a quella pagata dalle società per tesserare più stranieri porterebbe ad un gettito di circa 2.500.000 da reinvestire per i premi da dare alle società che utilizzano più giovani italiani e per lo sviluppo dei settori giovanili. Ad oggi, sul fronte dell'eleggibilità dei giocatori, abbiamo due formule. Secondo noi non può più esistere l'abominio dei passaporti. Gli stranieri sono stranieri e basta perché la questione dei passaporti distorce il mercato, crea valori sbagliati in una società di mercato. Una proposta attorno a cui si potrebbe trovare un punto d'incontro con la FIP è quella di arrivare a sei stranieri senza vincoli di passaporti e sei italiani per squadra. Vorremmo poi lasciare alle società la possibilità di tesserare un settimo e un ottavo straniero dietro il pagamento di una luxury tax. In questo modo nella formula base ci sarebbe un italiano in più rispetto a quanto accade ora». 

IMPIANTISTICA - Infine Bianchi ha parlato anche dell'impiantistica non risparmiando un appunto alla FIP che nella scorsa primavera ha stabilito la capienza minima degli impianti a 5.000 posti a partire dai prossimi playoff: «Non possiamo che prendere atto della delibera del Consiglio Federale riguardante l'aumento della capienza minima a 5.000 posti dai prossimi playoff, ma dobbiamo anche dire che non ci sono stati comunicati i criteri secondo cui potrebbero essere concesse alcune deroghe. Riteniamo che il problema principale sia quello del miglioramento e dell'ammodernamento degli impianti. Noi come Serie A dobbiamo vendere meglio il nostro prodotto e rendere più fruibili i nostri impianti. Per noi il problema non si risolve con una norma e da una stagione all'altra. Dobbiamo coinvolgere le istituzioni e avere progetti in più anni». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...