Cancellare la vergogna

La Fifa è un ente che ha più potere di un Putin o di un Obama pronti a fare l'inchino quando c'è di mezzo il football...
Cancellare la vergogna© EPA

TORINO - Notte dei lunghi coltelli a Zurigo. Blatter si libera di oppositori al regime, lui non è Adolf, usa altre soluzioni, riesce a passare per vittima e martire anche in presenza di prova tv, nel caso specifico le accuse del Federal Bureau of Investigation che dall’America ha lanciato un missile terra terra verso il palazzo della Fifa. Il fatto che Putin, non so se mi spiego, abbia immediatamente preso le difese del suddetto Blatter completa il quadro che già aveva ricevuto al tri colpi di pennello con il supporto del mondo asiatico all’ex colonello dell’esercito svizzero. Questo non è il fantacalcio ma è il calcio della Fifa, un ente che ha più potere di un Putin o di un Obama pronti a fare l’inchino quando c’è di mezzo il football, dunque la passione del popolo con tutti gli annessi, denari che scorrono come fiumi. Blatter è un monumento sul quale hanno depositato le loro deiezioni tutti gli animali del circo pallonaro ma lui provvede alla pulizia, uno scroscio di pioggia e voilà tutto torna come prima, più di prima. A settantanove anni ha un viagra mentale e fisico che lo porta ad affrontare anche realtà scomode come quella delle ultime ore E’ un po’ come certi politici nostrani usi a ogni tipo di affare e sempre attaccati alla poltrona, appunto quelli che poi fanno la morale e dichiarano di essere sotto schiaffo dei media e dell’opposizione. Blatter non si piega, Blatter non si spezza, Blatter assume ogni tipo di postura utile ai suoi interessi, la Fifa viene dopo anche se questa gli garantisce un salario sesquipedale esaltando il suo ego che non ha limiti. Durante il Mondiale di Italia ’90 era ancora il segretario generale a fianco di Joao Havelange. Ebbene, già al tempo Blatter gestiva il mondiale, oltre a belle femmine sulla spiaggia di Fregene. E’ un suo capriccio, appena sente profumo di donna si fa giullare, sorride, insinua, accenna, usa l’arma della seduzione e un po’ viene da ridere al pensiero. Eppure ha avuto tre mogli e ancora oggi viaggia con una pupa appresso che lo allevia dal logorio della vita moderna. Se ne fotte di tutto e di tutti mentre giura di amare tutto e tutti, si guarda allo specchio chiedendo chi sia il più bravo del reame e la risposta è sempre la stessa, in caso contrario manda in frantumi lo specchio medesimo. Ha cambiato idea su video, gay, razzismo, nel giro di un congresso, a Berlino non consegnò la coppa dorata agli azzurri perché ritenne che l’Italia non meritasse il premio avendo usufruito di un rigore farlocco contro l’Australia che nel cuore gli stava, scelse, dunque, di svignarsela senza dire una sola parola sulla testata di Zidane e sul trionfo di Lippi. Va da sé che la federcalcio italiana abbia perso la memoria e ondeggia tra un sì e un no alla rielezione del suddetto. Niente, l’astuto Blatter ha saputo giocare con le disgrazie altrui, ha spedito un messaggio di affetto e di cordoglio alla memoria del Grande Torino, cosa mai fatta prima ma ora che ci sono le elezioni sì, ha esaltato il calco femminile dopo aver detto che il football è macho, ha preannunciato che in Qatar i gay non faranno sesso altrimenti rischiano la galera. E’ il presidente che molti si sono meritati ma non il gioco del calcio che non può più accettare un tipo del genere e tutta la sua consorteria tribalica, figure e figuri che esistono soltanto per grazia, anzi per Fifa ricevuta. Oggi sapremo ma l’aria è pesante. Se Blatter perde, il calcio vince. Se Blatter vince il calcio non muore ma dovrà convivere con la vergogna...

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