Calcio femminile, Locri chiude per minacce. La solidarietà dal mondo dello sport

Il capitano della nazionale femminile, Panico: «Locri non chiuda, giochi altrove. Facciamo una partita di solidarietà»
Calcio femminile, Locri chiude per minacce. La solidarietà dal mondo dello sport© ANSA

ROMA - "Io ho soltanto ascoltato e letto quello che è successo e posso semplicemente dire che si tratta di un fatto sconcertante". Patrizia Panico, di professione calciatrice (è capitano della nazionale femminile), si dice indignata e impressionata per la decisione presa dall'Asd Sporting Locri, la società di calcio femminile a 5 calabrese, che ieri ha annunciato il ritiro dal campionato e la fine delle attività "causa minacce". "È una cosa gravissima e che desta preoccupazione - commenta la Panico al telefono con l'Ansa - Questo vale per tutta la società civile ma sono dinamiche che diventano ancora più sconcertanti perchè investono un settore che sembrava lontano dal vivere certe dinamiche". 'Sindacalista' del pallone, la Panico invita però "a non restare negli spogliatoi". "La migliore risposta a simili nefandezze - aggiunge - è quella di non mollare e oltre che essere dispiaciuta per quanto successo penso anche alle mie colleghe che escono ancora più penalizzate da questa vicenda, non potendo più fare affidamento sul campionato e sui rimborsi. Io direi loro di non ritirarsi ma di giocare semmai in altre città, dove troverebbero accoglienza e tifo. A parte questo - aggiunge la Panico - mi piacerebbe che la giustizia svolgesse il suo ruolo, perchè tutte queste piccole attività non si possono lasciare alla gestione individuale che poi deve confrontarsi con la criminalità organizzata. Lo Stato deve intervenire". Intanto la capitano delle azzurre si dice pronta ad organizzare una partita "di richiamo, di solidarietà tra le ragazze di Locri e le azzurre. Si, mi piacerebbe che si facesse una partita simbolo tra le giocatrici del calcio a 5 e quelle del calcio a 11: ecco, una partita di calciotto sarebbe lo slogan migliore contro la malavita e la criminalità".

I FATTI - Si chiude. Causa intimidazioni. È durata solo sei anni, malgrado risultati ed entusiasmo, l'avventura dell'Asd Sporting Locri, società di calcio femminile a 5, che ha annunciato, allo stato, il ritiro dal campionato nazionale di serie A Elite e la fine delle attività. A determinare l'epilogo inatteso, nel pieno delle feste natalizie, è stata la decisione del presidente del sodalizio, Ferdinando Armeni di gettare la spugna assieme alla dirigenza dopo la sequela di avvertimenti in stile mafioso, con frasi minacciose e inviti espliciti a farsi da parte, contenuti in alcuni biglietti anonimi fatti recapitare allo stesso Armeni e ad altri dirigenti dello Sporting Locri. Nell'ultimo messaggio trovato sul cruscotto dell'auto del presidente, lasciata anche con uno pneumatico lacerato, c'era scritto "Forse non siamo stati chiari. Lo Sporting Locri va chiuso". Tutti gli episodi sono stati denunciati a carabinieri e polizia, che hanno avviato accertamenti per vagliare la natura delle minacce e risalire agli autori. Nulla, però, al momento, si sa sugli esiti delle indagini. Quello che prevale, a Locri e non solo, è lo sconcerto per un finale che lascia l'amaro in bocca. "Siamo senza parole - dice Armeni - dal momento che il nostro è solo un hobby, una passione per lo sport calcistico. Non è accettabile che si possa correre il rischio di essere colpiti anche nei nostri affetti più cari. Certo, può darsi che si tratti di una bravata, ma davvero non ce la sentiamo di andare avanti. Inutile nasconderlo, c'è rammarico nel dover chiudere dopo anni di successi che ci hanno consentito quest'anno di diventare la squadra rivelazione del campionato nazionale di serie A. Non riusciamo a capire, tuttavia, quali interessi ci possano essere da parte di chi vuole ostacolare un'attività sportiva come questa". Lo Sporting Locri era ritenuta, sulla scorta dell'attuale quinto posto in classifica, la squadra rivelazione della massima serie di calcio femminile a 5, l'unica in Calabria a calcare la scena nazionale di categoria. In queste ore ad Armeni e alla dirigenza è giunta da tutta l'Italia la solidarietà delle altre società che militano nel campionato nazionale. Il vescovo di Locri mons. Francesco Oliva ha espresso "sentimenti di tristezza, indignazione e condanna". Vicinanza e sostegno sono stati espressi dal presidente del Consiglio regionale Nicola Irto - con l'invito alla società ad andare avanti - dal segretario regionale del Pd Ernesto Magorno, dal presidente della Commissione contro la 'ndrangheta del Consiglio regionale Arturo Bova e dal sindaco di Locri Giovanni Calabrese che, da socio fondatore, ha anche invitato i vertici del club a non ritirare la squadra dal campionato.

LEGA DILETTANTI - La Lega Nazionale Dilettanti esprime "tutta la sua vicinanza alla società Sporting Locri, al suo presidente Ferdinando Armeni ed alle giocatrici, vittime di minacce da parte di ignoti che potrebbero causarne il ritiro dal campionato di Serie A di calcio a 5 femminile". In una nota, il presidente LND Antonio Cosentino, in contatto costante con il presidente della Divisione Calcio a 5 Fabrizio Tonelli e con il presidente del Comitato Regionale Calabria Saverio Mirarchi, "chiede alle autorità competenti di fare luce al più presto sui fatti accaduti e lancia il suo appello a tutto il calcio italiano affinché si stringa al fianco dello Sporting Locri, dei suoi dirigenti e delle sue atlete". "Oggi pomeriggio, insieme al presidente del CR Calabria Mirarchi, farò visita alla società ed alla squadra portando loro l'abbraccio di tutto il nostro movimento - anticipa il n.1 della Lnd - ed incontrerò il sindaco e l'amministrazione comunale di Locri per avere un quadro completo della situazione. Pur comprendendo pienamente lo stato d'animo ed il peso della responsabilità del presidente Armeni, mi auguro che possa desistere dal proposito di ritirare la squadra dal campionato: sarebbe un segnale in grado di dare coraggio a tutti quelli che non vogliono cedere alle minacce ed alla prepotenza".

LA RISPOSTA DI ARMENI: «CEDO GRATIS» - "Ringrazio tutti per la vicinanza ed il sostegno, ma la serenità non c'era prima e non c'è ora per cui non torno indietro. Se qualcuno è disposto a rilevare la società la cedo gratis". Così il presidente della squadra di calcio a 5 donne Sporting Locri, Ferdinando Armeni, conferma all'ANSA il ritiro della squadra per le minacce subite. «Ringrazio tutti - ha aggiunto Armeni - per la vicinanza ed il sostegno che ci hanno dato in questi giorni, anche inaspettato. Con gli altri soci ci confronteremo nei prossimi giorni per la decisione. La vicinanza va bene, ma la situazione è più ampia. Tra l'altro ci sono anche dei tempi tecnici per cui entro l'anno dovremo verificare il da farsi, anche per dare moto alle ragazze di trovare nuove squadre. Lo Sporting Locri - ha aggiunto - ha anche un valore patrimoniale ma sono disposto a cederla a costo zero. Sarei contento se qualcuno la volesse».

LAZIO, PROSSIMA AVVERSARIA - Il campionato adesso è fermo per la pausa natalizia e riprenderà il 10 gennaio quando il Locri dovrebbe ospitare la Lazio. Una gara che, al momento, non si disputerà. «Da parte della Lazio - ha spiegato Armeni - ci hanno già dato la disponibilità a spostare la data dell'incontro. Se qualcuno volesse la società sarei contento e la partita si potrebbe giocare. Per quanto mi riguarda - ha aggiunto - fa piacere l'affetto ricevuto, ma la serenità d'animo non c'è. Chi vuole fare del male può farlo quando l'attenzione cala. Quello che mi spiace è che venga messa in cattiva luce una città Locri dove si sta bene, anche se spesso è strumentalizzata». Nonostante ci pensi continuamente ormai da settimane, Armeni non è riuscito a spiegarsi da chi possano venire le minacce. «Magari sono quattro sciacalli che vogliono solo creare difficoltà - ha detto - e non succede niente, ma se poi succede?».

MALAGO' - «Locri deve giocare. Il 10 gennaio voglio vedere le ragazze in campo». Così il presidente Coni Malagò esprime la sua solidarietà alla squadra femminile di calcio a 5 costretta a lasciare l'attività causa minacce. «Lo sport italiano è al fianco della società e delle atlete che non devono assolutamente cedere a questi vergognosi gesti», dice.

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