Serie A, l'Inter non sa più vincere: l'ombra di Mourinho sulla testa di Mancini

I nerazzurri non sono andati oltre il 3-3 sul campo del Verona perdendo la ghiotta occasione di sorpassare la Fiorentina e di prendersi la terza posizione in classifica.
Serie A, l'Inter non sa più vincere: l'ombra di Mourinho sulla testa di Mancini© EPA

MILANO- Ennesima occasione sprecata. Ennesima prestazione mediocre. Ennesima partita sottotono dell’Inter che, contro un Verona mai domo, ha rischiato di perdere salvo poi recuperare chiudendo sul 3-3 finale. Eppure i nerazzurri erano passati in vantaggio di testa con il secondo gol in campionato di Jeison Murillo. Nel giro di pochi minuti, sempre di testa, Helander prima e Pisano poi hanno riportato sulla terra la banda Mancini che ha chiuso il primo tempo sotto per 2-1. Chi nella ripresa si aspettava un’Inter rabbiosa è rimasto deluso visto che Ionita, ancora una volta di testa, con un terzo tempo impeccabile ha bucato per la terza volta Handanovic. I gol di Icardi e di Perisic, le varie occasioni sprecate dagli attaccanti e le parate di Gollini, hanno reso ancora più amara la giornata dei nerazzurri che hanno perso così l’occasione di scavalcare la Fiorentina al terzo posto. Il Verona di Del Neri ha ampiamente meritato il pareggio visto che in più di una circostanza ha messo in apprensione la difesa dell’Inter divorandosi, sul 3-2, anche la rete del potenziale 4-2.

CRISI DI IDENTITA’- Dalla sconfitta subita contro la Lazio, prima della sosta, i nerazzurri non sembrano più loro. Lenti, imprecisi e soprattutto svagati. L’assenza di Miranda squalificato e di Medel, tenuto a riposo perché diffidato in vista della Fiorentina, non possono essere una scusante. L’atteggiamento tenuto dall’Inter, oggi al Bentegodi, non ha nulla a che vedere con la squadra cinica e famelica che ha guidato la classifica di Serie A per diverse giornate. Con le tre reti subite dal Verona, salgono a 20 i gol al passivo per i nerazzurri che nelle prime 19 giornate avevano subito solo 12 reti ed erano la migliore difesa del campionato. Nelle ultime cinque giornate sono ben 8 le palle raccolte in fondo al sacco da Handanovic. Con queste premesse la sfida con la Fiorentina diventa ancora più difficile e di fondamentale importanza per il prosieguo della stagione, ed il risultato dovrà essere uno soltanto: la vittoria.

TIFOSI ARRABBIATI- Roberto Mancini ha commesso diversi errori in questo mese sciagurato per i colori nerazzurri ma, naturalmente, non può essere considerato l’unico colpevole di questa caduta libera da parte dell’Inter. A Verona, i tifosi nerazzurri hanno intimato, per tutto il secondo tempo ai propri giocatori, di tirare fuori gli attributi. Il pareggio è arrivato sì con una grande reazione ma non c’è stata quella rabbia e quella veemenza necessaria per andare a vincere una partita che sulla carta e alla vigilia sembrava scontata. I supporters dell’Inter hanno sempre sostenuto la squadra ma, dopo le ultime scabrose prestazioni contro Carpi, Milan e Verona in campionato e contro la Juventus in Coppa Italia hanno un po’ perso la pazienza.

IL GRANDE SOGNO- José Mourinho è il grande sogno in casa nerazzurra. I tifosi sono rimasti molto legati all’uomo che ha permesso all’Inter di risollevare una Champions League, nel 2010, a distanza di 45 anni dall’ultimo trionfo. Il portoghese, attualmente, è senza squadra visto che è stato esonerato dal Chelsea, ma dall’Inghilterra sono sicuri: sarà il prossimo allenatore del Manchester United a partire dalla prossima stagione al posto di van Gaal. Thohir, domenica prossima, sarà in tribuna al Franchi contro la Fiorentina per stare vicino alla squadra in questo momento molto particolare. L’indonesiano è stato sempre accondiscendente nei confronti di Mancini e lo ha dotato di una squadra molto competitiva. Ancora una volta, come nel 2008, l’ombra del tecnico portoghese aleggia sulla testa del tecnico jesino che senza la qualificazione in Champions League rischia di non essere riconfermato nonostante il suo contratto scada il 30 giugno del 2017. I tifosi nerazzurri sognano un ritorno di Mourinho che, a dire il vero, resta obiettivamente difficile se non impossibile. Al cuor, però, non si comanda e se da parte dell’uomo di Setubal ci sarà un’apertura per tornare nella prossima stagione Thohir lo prenderà sicuramente in considerazione. Mancini avrà a sua disposizione 14 giornate per giocarsi la riconferma e scacciare definitivamente il fantasma di José Mourinho.

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