Brocchi: «Io non ho paura»

«Sono tranquillo perché so quello che posso fare. Questo non vuol dire che il Milan vincerà 7 partite su 7, ma che io darò il 100%. A me non interessa avere le spalle coperte da un contratto, ma fare il bene del Milan. Io sono qui per dare sicurezze ai giocatori»
Brocchi: «Io non ho paura»© www.imagephotoagency.it

CARNAGO. Tutto esaurito in conferenza stampa per la prima conferenza stampa di Cristian Brocchi da allenatore della prima squadra. «Voglio proseguire nella cultura del lavoro che questo gruppo sicuramente ha, ho avuto più volte modo di vedere loro all’opera, ho visto sempre ragazzi che avevano voglia di lavorarsi durante la settimaa. La mia voglia è quella di portare il mio metodo di allenare che può essere diverso rispetto ad altri allenatori, un modo di allenare studiato in un percorso che è stato fatto che aiuta i ragazzi a lavorare in campo. Non si può pretendere di schiacciare on/off nella testa dei giocatori, un cambio ti segna, con la squadra è stato un impatto buono forse perché ero pure io a Milanello. Ora sto cercando di fare qualcosa di mio, di far capire i miei pensieri ai ragazzi e sto cercando di dar loro degli input per far loro capire perché faccio queste esercitazioni». Con l’insediamento di Brocchi, si tornerà al 4-3-1-2: «A me piace giocare con un centrocampo a tre e un tridente che abbia alternative diverse. In squadra ci sono diverse alternative per il 4-3-1-2 e per il 4-3-3. Se non temo di essere bruciato? In questi mesi quel verbo è sempre stato usato in maniera esponenziale: io mi gioco un’opportunità che non sempre nella vita si viene a creare e quando è così, un rischio esiste. Bisogna poi avere l’umiltà di sapere che se le cose non dovessero andare bene, poi devi ripartire. Io non ho paura, anzi sono tranquillo perché so quello che posso fare. Questo non vuol dire che il Milan vincerà 7 partite su 7, ma che io darò il 100%».

CURVA SUD: "MIHAJLOVIC NON HA COLPE»

«Il livello della rosa è buono»
Il contratto di Brocchi - al ventesimo anno di Milan tra esperienza come giocatore e allenatore - scadrà a giugno: «L’aspetto economico, contrattuale per me è sempre stato messo in secondo piano. Non ti fa stare sereno un contratto, ma il lavoro che fai. A me non interessa avere le spalle coperte da un contratto, ma fare il bene del Milan». La mente corre già all’Olimpico: «Non si può pensare solo ed esclusivamente alla sfida con la Juve perché prima va conquistato un posto in Europa. Normale, come spiegato, che non si possa entrare a piedi pari in uno o due giorni. In questo momento servono equilibrio ed intelligenza nel coniugare la voglia di fare un certo tipo di lavoro e i risultati. E’ di fondamentale importanza l’aspetto mentale: io ho sempre chiesto alle mie squadre di attaccare, di aggredire e non farsi aggredire, ma riuscirci fa parte di un percorso. L’obiettivo è comandare la partita, non sarà semplice ma è un compito stimolante riuscirci. Il livello della rosa è buono, io cercherò di dare a ogni giocatore la consapevolezza di essere più forte di quanto si senta in questo momento. I ragazzi devono capire che quanto io propongo in allenamento ha un fine».

GLI ALLENATORI DELL'ERA BERLUSCONI 

«Mai cercato sponsorizzazioni»
«L’empatia con Berlusconi? Non sono mai stato io a pubblicizzarmi, ma penso che il presidente abbia avuto voglia di seguire il Milan in tutte le sue dinamiche. Se percepisco diffidenza nei miei confronti? So benissimo che questa esiste, ma nello stesso tempo cosa dovrei fare? Fermarmi perché tante persone pensano non sia la scelta giusta? Ognuno è libero di dire ciò che pensa: io non ho mai cercato aiuti né sponsorizzazioni. Io sono sempre stato me stesso. Un Milan giovane e italiano? Abbiamo già qualche ragazzo della Primavera già sotto gli occhi di tutti. Il mio modello? Normale i due allenatori che hanno lasciato più segno in me sono Prandelli e Ancelotti. Se ho paura che ci sia poco tempo per dimostrare quanto valgo? Il rischio è più alto, ma questa è la situazione e l’opportunità va sfruttata. Se riuscirò a conquistarmi l’opportunità di allenare li Milan anche l’anno prossimo, potrebbe essere un valore aggiunto avere un tecnico che pratichi un calcio simile a quello che giocano le giovanili. Se così fosse, sarebbe anche più facile portare giocatori della Primavera in prima squadra».  

GALLIANI: "BROCCHI PERCHE' SERVIVA QUALCOSA DI DIVERSO"  
  

© RIPRODUZIONE RISERVATATutte le news di Calcio