Ciao campionato: Juventus da leggenda, Sassuolo da applausi. E quanto mancheranno Toni e Di Natale...

Era cominciato tutto sotto i riflettori dell'Expo, con la musichetta (il flop più grande?) di Allevi e l'assenza fragorosa dei dirigenti top, con Lotito che spiegava le nuove regole e la curiosità neofita dei presidenti di Carpi e Frosinone
Ciao campionato: Juventus da leggenda, Sassuolo da applausi. E quanto mancheranno Toni e Di Natale...© ANSA

 

TORINO - Era cominciato tutto sotto i riflettori dell’Expo, con la musichetta (il flop più grande?) di Allevi e l’assenza fragorosa dei dirigenti top, con Claudio Lotito che spiegava le nuove regole e la curiosità neofita dei presidenti di Carpi e Frosinone. Ha salutato mantenendo, tutto sommato, i pronostici, ma arrivandoci attraverso percorsi tortuosi e affascinanti: sì, è stato il campionato meno banale degli ultimi anni. Poi, certo, possiamo discutere - e forse sarebbe il caso i farlo in maniera seria - dei mille problemi che continuano ad angustiarla, ma quest’anno non posiamo certo accusare la Serie A di averci annoiati. 
Della Juventus sapete ormai tutto, ma vale comunque la pena sottolineare la straordinaria forza morale, prima ancora che tecnica, del gruppo di Allegri. Poi, certo, gli altri ci hanno messo anche del loro per consentire ai bianconeri di compiere un’impresa storica. Ecco, la storia: i record di punti, l’imbattibilità di Buffon e il record di gol di un mostruoso Higuain. Quando se ne scrive così tanta in una sola stagione, è la conferma che qualcosa di epocale è successo. Nel bene, ma pure nel male, fateci caso, ma entrambi i record individuali che sono stati frantumati appartenevano al Milan (sia l’imbattibilità di Rossi che le marcature di Nordahl) a sancire anche nei protagonisti la crisi della Milano calcistica che, nonostante l’illusorio avvio dell’Inter, sarà ancora una volta fuori dall’Europa che conta.
EXPLOIT - Dietro a quello reale della Juventus, gli scudetti virtuali vanno al Sassuolo (che può incrociare l’Europa League) e all’Empoli che ha chiuso addirittura davanti a “outsider” come Genoa, Torino, Bologna e Sampdoria. Infine la lotta salvezza, avvincente onestamente ben più di quanto prevedemmo all’inizio. Merito del Frosinone e del Carpi (ah, se il presidente Bonacini non si fosse lasciato prendere dalla fregola di perdere la propria dimensione con le scelte tecniche di avvio campionato…), ma pure demerito del Palermo dove Zamparini ha combinato davvero di tutto. E’ riuscito a sfangarla per un punto ma, conoscendolo, è difficile pensare che tutto questo gli sia servito da lezione. Delusione più grande il Verona, che retrocede al termine di una stagione fallimentare ma che potrà affrontare la B con “l’aiuto di Stato”: il “paracadute” extra large varato dalla Lega quasi su misura. Ecco, in questa abitudine di cambiare le regole in corsa si è ricaduti nella solita banalità: quella che impedirà al nostro calcio di avvicinarsi minimamente alla concorrenzialità della Premier. Ciao campionato, e ciao anche a quelli che hanno contribuito a renderti grande. Escono di scena Toni, Di Natale, Kloe e pure Totti non se la passa troppo bene. Sostituirli non sarà semplice. 

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