Ecco chi sono i calciatori 'drogati' di playstation

Schiamazzi e tv distrutte durante i ritiri, mogli e fidanzate trascurate: ora anche gli psicologi stanno studiando il fenomeno
Ecco chi sono i calciatori 'drogati' di playstation

ROMA - C'è una nuova 'droga' nel calcio? A far scattare l'allarme è la dipendenza da playstation, che accomuna giocatori di ogni età e latitudine. E se gli alberghi a cinque stelle di tutto il mondo prima tremavano quando alla reception arrivava la prenotazione dei Rolling Stones, dei Led Zeppelin o degli Who, terrorizzati di ritrovarsi le stanze devastate il giorno dopo, ora lo stesso avviene quando a chiamare è una società calcistica che cerca alloggio per una delle tante trasferte stagionali o per il più 'classico' ritiro estivo. Magari ricordando il fracasso della tv andata distrutta nel 2002 in un acceso derby tra Totti e Nesta, al tempo in 'clausura' con la Nazionale, oppure la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale rimediata dagli allora modenesi Signori, Jefferson, Ardemagni e Caglioni rei di aver sbattuto la porta in faccia ai vigili chiamati dai vicini per i loro schiamazzi davanti alla consolle.

AI CONFINI DELLA LUDOPATIA - Una mania che sconfina spesso nella patologia, tanto che gli psicologi hanno iniziato a seguire alcuni calciatori professionisti tormentati dal joypad e in alcuni casi persino incapaci di accettare la loro immagine 'riflessa' sul monitor, insoddisfatti del loro alter ego: «Ho dovuto convincere un calciatore a usare il suo 'avatar' - ha raccontato sulle pagine di Repubblica lo psichiatra Santo Rullo, presidente del Comitato sul calcio e sulla salute mentale -, un giovane attaccante di Serie A che passava ore alla play ma riteneva che lo avessero fatto troppo scarso. Parte della terapia fu convincerlo ad accettarsi, limiti compresi». Se c'è chi usa infatti la playstation solo per riscoprire il brivido dell'anonimato e sentirsi un 'ragazzo' normale, come fa Messi che ha confessato il gusto di collegarsi per «sfidare gente che non ha idea di chi io sia», oppure semplicemente per rilassarsi e «dimenticare lo stress da gara» come Gigi Donnarumma che a 17 anni del resto avrà anche il diritto di giocare, c'è invece chi arriva a trascurare mogli e fidanzate (chiedere a lady Immobile che ha pubblicato dei video in cui cercava di distogliere il marito dalle sue sfide) rischiando di cadere nella morsa di una vera e propria ludopatia e nell'isolamento sociale. Tanto che alla fine persino qualche Wag sta pensando di cambiare target come Fanny Neguesha, ex di Balotelli: «Per ora basta con i calciatori, troppo impegnati con i videogiochi».

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