Ceferin: «Rispetto Agnelli, la Juventus è gestita in modo eccellente»

Il presidente dell'Uefa in esclusiva a Tuttosport: «La Juventus ha dominato la Serie A durante le ultime sei stagioni e ha giocato due finali di Champions League in soli tre anni. È chiaro che stanno lavorando bene». E aggiunge: «E' molto positivo per l'Uefa poter contare su persone come Michele Uva nei nostri comitati. Michele ha una profonda conoscenza del calcio e delle sfide che lo attendono. Sta portando nuove idee che potranno dare beneficio al calcio europeo»
Ceferin: «Rispetto Agnelli, la Juventus è gestita in modo eccellente»© Newspix24

Aleksander Ceferin è il primo presidente Uefa del “dopo-Platini”.  Eletto nel settembre dello scorso anno, è stato fortemente sostenuto dalla Figc e da Carlo Tavecchio che, non a caso, Ceferin ha ringraziato per primo. Al momento del suo insediamento, il presidente Uefa ha scelto la strada del basso profilo («Non sono uno showman») e della inclusione («Non sono un sognatore, sono un pragmatico. Sono certo che costruire ponti è fantastico, ma costruirli per tutti è meglio»). In questa intervista conferma di voler lavorare per la crescita globale del movimento europeo. Un difficile gioco di equilibri tra le necessità dei topo club chiamati alla sfida con i competitori internazionali (prima fra tutte la Cina) e la necessità di ritrovare un equilibrio nella competitività delle Leghe europee riducendo le distanze tra grandi e piccoli club. Facendo arricchire i piccoli senza impoverire i grandi.

Aleksander Ceferin, cosa si prova a essere il presidente del calcio europeo?
«È un onore per me essere il Presidente UEFA, essere coinvolto nel cuore del calcio europeo, poter rappresentare tutte le nostre associazioni e partecipare attivamente allo sviluppo del calcio sul nostro continente. Non è un compito facile, ma l’ho abbracciato con passione e dedizione. Sono convinto che, lavorando a stretto contatto con tutti i soggetti della famiglia europea del calcio, possiamo realizzare grandi cose per il futuro del nostro amato sport».

La Champions League resta la più sfavillante e importante vetrina internazionale per l'Uefa: un biglietto da visita straordinario. Non ha mai temuto che fosse soppiantata da una Superlega?
«Le voci di un Superlega non mi preoccupano. Sto lavorando a stretto contatto con i club e sanno che la migliore competizione del club nel mondo rimarrà aperta a tutti. Un campionato chiuso è fuori discussione per la UEFA, e i club lo capiscono e lo rispettano».

L'allargamento delle squadre partecipanti di alcuni paesi, tra cui l'Italia, è anche una risposta a questo tentativo di fuga?
«No, questo è semplicemente un emendamento che riflette le qualità sportive dei club provenienti dalle nazioni meglio classificate e, soprattutto, per migliorare la qualità della competizione».

Una delle ipotesi al vaglio è quella di giocare la finale in un altro continente, magari a New York: ne avete ragionato?
«Questa è solo un'idea per il futuro e attualmente non ne abbiamo attivamente discusso».

Lei non è mai stato favorevole al cosiddetto "Europeo itinerante" con varie sedi in Europa: cosa ne pensa? Sarà un episodio isolato?
«Sì, l’Euro 2020 in 13 paesi sarà un'edizione unica per celebrare i 60 anni del Campionato Europeo e poi torneremo al tradizionale formato di ospitalità. Per l'Euro 2024, abbiamo due paesi con candidature molto
forti: Germania e Turchia».

A proposito di trofei internazionali: come vede l'allargamento del Mondiale 48 squadre decise dalla Fifa?
«Penso che fornirà una spinta al calcio in molti paesi del mondo, quindi questo potrebbe essere utile per lo sviluppo del calcio».

I tornei delle Nazionali che la Fifa vuole ampliare rischiano di intralciare l'attività dei club?
«No, avrà un impatto molto ridotto sui club poiché la durata di 32 giorni della competizione rimarrà esattamente la stessa e quindi non aumenterebbe la durata che i club dovranno liberare i loro giocatori».

Molte Leghe nazionali stanno adeguando gli orari delle partite ai mercati asiatici e parallelamente si assiste a molti passaggi di proprietà di club importanti che vengono acquistati da investitori stranieri:
pericoli od opportunità per il calcio europeo?
«C’è la necessità di trovare il perfetto equilibrio tra generare reddito e dare l'opportunità agli appassionati locali di partecipare alla programmazione delle partite. Per quanto riguarda gli investimenti stranieri, non sono negativi, dobbiamo solo assicurarci che tali investitori lo siano a lungo termine e non scommettano su risultati rapidi. Il “Financial Fair Play” è utile proprio per assicurare che ciò non avvenga, in modo che i club abbiano stabilità economica e prospettiva di gestione».

Il fair play finanziario sta funzionando per tenere sotto controllo i conti dei club? Si prevedono evoluzioni?
«È sempre necessario apportare piccoli emendamenti al fine di tenere il passo con l'evoluzione dell'ambiente attorno al calcio, ma generalmente le regole in vigore hanno chiaramente mostrato che il fair play finanziario funziona. Le perdite complessive dei club sono diminuite in modo significativo e continueranno a scendere finché il meccanismo resterà in vigore».

L'Italia ha ospitato un anno fa la finale di Champions e ospiterà la fase finale dell'Europeo Under 21 nel 2019: cosa pensa del movimento calcistico italiano?
«È sempre un piacere avere alcune delle nostre competizioni organizzate in Italia e dimostra la volontà della FIGC ad essere membro attivo. Voglio ringraziarli per questo e per il loro continuo sostegno al calcio europeo».

La Juventus è una grande eccellenza: che idea si è fatto del lavoro portato avanti dal club bianconero?
«La Juventus ha dominato la Serie A durante le ultime sei stagioni e ha giocato due finali di Champions League in soli tre anni. È chiaro che stanno lavorando bene e Andrea Agnelli è un uomo che rispetto molto. Ho un rapporto personale molto forte con lui e lo apprezzo molto come uno dei dirigenti leader del calcio. Credo anche che abbiano avviato un progetto eccellente qualche anno fa quando hanno deciso di costruire un nuovo stadio perché ciò aiuta a generare ulteriori ricavi. Quindi la Juventus non lavora bene solo sul campo, ma ha anche una gestione aziendale eccellente».

La Figc ha avviato una stagione di riforme e ha dirigenti preparati come Michele Uva: il suo ingresso all'Uefa è un valore aggiunto per voi?
«E’ molto positivo per l’UEFA poter contare su persone come Michele Uva nei nostri comitati. Michele ha una profonda conoscenza del calcio e delle sfide che lo attendono. Sta portando nuove idee che potranno dare beneficio al calcio europeo».

Uva è nel board della nuova società UEFA-ECA: come si pone l'Uefa nei confronti dei grandi club?
«Abbiamo un ottimo rapporto con i club e sono felice di riuscire a lavorare strettamente insieme e con un approccio inclusivo. Potremmo non sempre essere d'accordo su tutto, ma ciò che è importante è che ci troviamo seduti allo stesso tavolo e discutiamo tutti gli argomenti importanti prima di prendere decisioni».

Magari non saranno molto d’accordo con le sue più recenti volontà: un tetto salariale e un limite alle rose…
«Io voglio lavorare per migliorare l’equilibrio nel calcio europeo e una via praticabile potrebbe portare all’inserimento di una luxury tax o di un salary cap. E’ ancora un po’ presto per fornire dei dettagli su come questo possa essere potenzialmente realizzato, ma è certo che noi stiamo lavorando per arrivarci».

Presidente, lei è tifoso?
«Sono sempre stato un fan dei giocatori e delle loro abilità, ma non di una squadra specifica. Posso dirle che Ronaldo, l'attaccante brasiliano, è il mio giocatore preferito di tutti i tempi: è stato fenomenale e ho seguito la sua carriera da vicino».

Prima della sua elezione aveva sostenuto che non avrebbe ricoperto più di due mandati per evitare di trasformare la presidenza Uefa in un "regno". Ce la farà riformare e rilanciare il calcio europeo in pochi mandati?
«Come lei ricorda, ho chiarito che dovremmo avere limiti di durata per il Presidente e questo è stato approvato dal Congresso. Il limite ora è di tre mandati di quattro anni e credo che un totale di 12 anni sia sufficiente per un Presidente per avere un impatto sul calcio europeo.
Sono convinto che durante il mio governo possa portare molto al calcio e questo è quello che intendo fare».

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