Spalletti: «Il Toro ha i muscoli che gli dà la storia del club, per batterli serve un’Inter tosta»

«Bisogna saper leggere al momento corretto i movimenti di Belotti che è bravissimo a mangiarti lo spazio dietro le spalle. Poi Iago e Ljajic vengono a prenderla tra le linee e sono bravi con la palla tra i piedi e questo ti deve imporre un altro tipo di lettura. Ci sono tante insidie, ma noi dobbiamo vincere: quella è l'unica strada per chi indossa questi colori»
Spalletti: «Il Toro ha i muscoli che gli dà la storia del club, per batterli serve un’Inter tosta»© www.imagephotoagency.it

APPIANO GENTILE - C’è il Torino e, complici le iniziative promosse per facilitare lo sbarco degli Inter club a San Siro, la sfida avrà un contorno da Champions. Allo stadio sono infatti attese oltre settantamila persone e Luciano Spalletti punta a sfruttare questo entusiasmo per cogliere la sesta vittoria casalinga da inizio campionato, come non accadeva dal 1979/80, ovvero dallo scudetto firmato Bersellini. «A noi fa piacere sentirli tutti lì vicino i tifosi e ci fa enorme comodo averli a spingere dalla stessa parte della squadra - le parole di Spalletti - è l’ennesima dimostrazione di fiducia: gli anelli di San Siro sono come fedi che creano un patto d’amore con la squadra ed è bellissimo sentire questo sentimento. Se l’Inter ha le spalle larghe? Ora è meglio andarci cauti però la squadra ha sempre mostrato, anche nelle difficoltà, di saper ragionare in blocco. Quando giochi contro il Torino, oltre che contro il carattere del suo allenatore, hai la sensazione di giocare anche contro i muscoli della storia di questo glorioso club, e ti vengono addosso forte. Per batterli, serve gente tosta, altrimenti questa partita può mettersi in seria difficoltà. Mettere un attaccante in più? Ci sono dei tempi legati alla maturità di una squadra e si deve andare avanti per passi: perché stravolgere qualcosa dove ci sono i segnali che la strada sia quella corretta? Piuttosto mi fa piacere parlare di Eder: il suo rinnovo vale tre perché fa tre ruoli in maniera perfetta».

L’argomento scivola su Mihajlovic: «Sinisa è un allenatore che rispecchia quello che è stato da calciatore: ha spessore, personalità è tosto. Lui quella faccia lì ce l’aveva senza sforzarsi quando giocava. Un po’ di carattere credo sia la cosa che ci accomuna. Cosa evitare perché non sia una trappola questa partita? Bisogna saper leggere al momento corretto i movimenti di Belotti che è bravissimo a mangiarti lo spazio dietro le spalle. Poi Iago e Ljajic vengono a prenderla tra le linee e sono bravi con la palla tra i piedi e questo ti deve imporre un altro tipo di lettura. Ci sono tante insidie, ma noi dobbiamo vincere e quella è l’unica strada per chi indossa questi colori». Chiusura sul post messo su instagram su Anna Frank: «La volontà era far sì che di una cosa così importante si continuasse a parlare. Una società che sceglie di comunicare attraverso l’odio, non può sopravvivere. Con quel post ho voluto dare il seguito a una presa posizione che è stata di tutti». Nessuna volontà per rimarcare lo scivolone di Mihajlovic, of course.

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