Marzabotto, l'esultanza con saluto romano scatena un putiferio: «Chiederemo la radiazione»

Dopo il gol il giocatore ha mostrato anche la maglia con la bandiera della Repubblica sociale italiana
Marzabotto, l'esultanza con saluto romano scatena un putiferio: «Chiederemo la radiazione»

BOLOGNA - Bufera nel campionato dilettanti dopo l'episodio successo nella gara giocata ieri tra il Marzabotto e il Futa 65. Eugenio Maria Luppi, autore del gol decisivo per gli ospiti, dopo aver segnato si è tolto la maglietta rivelando una t-shirt con il disegno della Repubblica sociale italiana e poi ha fatto il saluto romano verso la tribuna. A segnalare il fatto, in una nota, è il presidente del comitato regionale onoranze ai caduti di Marzabotto, Valter Cardi secondo cui «ancora una volta Marzabotto si vede costretto a subire una ennesima inaccettabile offesa durante una partita di calcio». A giudizio di Cardi, si tratta di un «atto gravissimo e chiaramente aggravato dalla premeditazione, preoccupante al pari dell'atteggiamento dell'arbitro, il quale non ha preso nessun provvedimento! Non è accettabile che nello sport vi siano queste esibizioni che non sono altro che apologia di fascismo e quindi un reato perseguibile dalle leggi vigenti". Quindi, prosegue il presidente del comitato, «mi auguro che la Federazione Gioco Calcio assuma i giusti provvedimenti, seri e necessari, contro il giocatore in primis, l'intera squadra che nulla ha fatto per evitare simili comportamenti, ed anche lo stesso arbitro per non essere intervenuto! Pretendiamo le dovute scuse da parte della dirigenza della squadra, auspichiamo anche che il giocatore non si presenti più sul campo del Marzabotto, spetterà poi alla dirigenza stessa decidere se includere nella propria rosa di atleti un personaggio simile». Infine, conclude Cardi, «riteniamo necessario che le forze dell'ordine acquisiscano il video per denunciare l'autore di questo oltraggioso gesto che ferisce profondamente i famigliari dei Martiri di Marzabotto».

IL SINDACO DI MARZABOTTO - Quello di mostrare la maglia con un'aquila fascista da parte di un giocatore del 65 Futa - squadra di calcio di seconda categoria dilettanti - sul campo del Marzabotto è «un atto premeditato che Marzabotto non giustifica per nessuna ragione». È quanto sostiene in una nota pubblicata sul sito del Comune, il sindaco della città bolognese, Romano Franchi secondo cui «questa Amministrazione comunale procederà per le vie legali per chiedere l'applicazione delle leggi esistenti, Scelba e Mancino, che puniscono il reato di apologia al fascismo». Nel dettaglio, osserva, «abbiamo ricevuto un video relativo ad un atto intollerabile per la nostra comunità che tanto ha sofferto a causa del nazi-fascismo. Durante la partita di seconda categoria del girone I tra la nostra e la squadra 65 Futa, un giocatore ospite, dopo la realizzazione del secondo gol che ha segnato la vittoria degli ospiti, è corso verso la tribuna facendo più volte il saluto romano e, dopo essersi sfilato la maglia della squadra, ha esibito platealmente e provocatoriamente una maglietta con un ben noto simbolo fascista, arrampicandosi sulla rete di separazione tra il campo e la tribuna stessa». Quindi, prosegue Franchi nella nota, l'Amministrazione di Marzabotto «chiederà alla Federazione Gioco Calcio di Bologna di prendere immediate misure nei confronti della società 65 Futa che prevedano l'allontanamento del giocatore dai campi di calcio. Risulta assai improbabile che nessun dirigente della società 65 Futa si sia accorto negli spogliatoi della maglietta indossata dal calciatore in questione. Lo sport, soprattutto ai livelli locali - sottolinea ancora il sindaco emiliano - deve essere strumento di crescita umana ed educazione civica e non deve copiare i peggiori esempi che accadono negli stadi a livello nazionale. E' una questione di rispetto - conclude Franchi - per la memoria di chi ha dato la propria vita per la libertà e la democrazia».

IL COMUNICATO DEL GIOCATORE - Eugenio Maria Luppi ha chiesto pubblicamente scusa attraverso Facebook: «A seguito degli avvenimenti di cui mi sono reso protagonista durante la partita di calcio marzabotto-futa65 sono qui ad esporre il mio più totale e sincero pentimento. Sono consapevole di aver recato offesa non solo alle associazioni partigiane e antifasciste ma a tutta la comunità di Marzabotto. Ho agito con leggerezza senza pensare alle conseguenze che questo mio gesto avrebbe scaturito tanto a livello personale quanto comunitario. Ho lasciato passare un terribile messaggio di cui, ribadisco, sono totalmente pentito e dispiaciuto. So che nessuna mia parola potrà cancellare nè il mio sconsiderato gesto nè il dolore che esso ha causato. Ma era mio dovere morale scusarmi. Dichiaro inoltre che la società FUTA65 e i miei compagni di squadra sono stati da me tenuti allo scuro della maglia incriminata che portavo sotto quella da gioco e delle mie intenzioni di mostrarla .. fino a fatto compiuto!». In precedenza era arrivato anche il comunicato del 65 Futa: «In seguito ai gravi fatti accaduti ieri nella partita Marzabotto-Futa65, in cui un nostro tesserato si è reso protagonista di gesti che vanno oltre le regole dello sport, la Societa Futa 65 comunica che non era a conoscenza della maglia indossata dal ragazzo, e che nel caso un qualsiasi giocatore o dirigente l’avesse vista ovviamente avrebbe impedito categoricamente di indossarla. Ribadendo l’estranietà al fatto, la Societa Futa 65 comunica inoltre che il calciatore in questione è gia stato sospeso dall’attivita agonistica e verrà multato secondo il regolamento interno vigente. Ci scusiamo comunque per l’accaduto con tutte le persone colpite nel profondo da questo gesto... e chiediamo scusa a tutti a nome nostro e del nostro tesserato!!! Grazie».

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