Serie A, 10 cambi in panchina ma la Liga fa peggio

In Premier League lo stesso numero di avvicendamenti come nel nostro campionato
Serie A, 10 cambi in panchina ma la Liga fa peggio© ANSA

TORINO - Le panchine della serie A scottano ma c'e' chi sta peggio. Per il secondo anno di fila e' la Liga spagnola a prendersi il primato dei cambi d'allenatore, 13 contro 10, con il campionato italiano che in questa stagione viene eguagliato dalla Premier inglese.Come un anno fa, dunque, dieci cambi in panchina anche se il dato della scorsa stagione va letto alla luce del fattore Zamparini (Ballardini, De Zerbi, Corini, Lopez e Bortoluzzi i tecnici che si era avvicendati sulla panchina del Palermo). Ha cominciato il Cagliari dopo l'ottavo turno, con Diego Lopez per Rastelli, quindi Benevento (De Zerbi per Baroni), Genoa (Ballardini per Juric), Udinese (Oddo per Delneri), Milan (Gattuso per Montella), Sassuolo (Iachini per Bucchi), Crotone (Zenga per il dimissionario Nicola), Torino (Mazzarri per Mihajlovic) e infine, nel finale di campionato, ancora Udinese (via anche Oddo, fiducia a Tudor) e Chievo (D'Anna per Maran). Cambi a volte efficaci, mentre in altre occasioni non sono serviti o non hanno portato gli effetti sperati. Gattuso, per esempio, ha sicuramente risollevato le sorti rossonere ma non e' riuscito a centrare la Champions mentre Ballardini ha cambiato volto al Genoa, conducendolo a una salvezza tranquilla. Da sottolineare anche le scelte di chi, vedi Verona e Spal, e' andato avanti per la propria strada nonostante la classifica deficitaria che, nel caso degli scaligeri, ha poi portato alla retrocessione. Ma se l'Italia si porta dietro da tempo la fama di un calcio mangia-allenatori, negli ultimi anni anche gli altri grandi campionati esteri si stanno "adeguando".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Liga spagnola e' da 4 anni in 'doppia cifra' e in questa stagione ha toccato un nuovo apice: hanno cambiato due volte allenatore Alaves, Las Palmas e Deportivo La Coruna (le ultime due sono pure retrocesse) oltre al Siviglia, che ha iniziato la stagione con Berizzo, poi ha assunto Montella e infine ha chiuso con Caparros. Infelice primato per il tecnico italiano, cacciato due volte in pochi mesi, prima dal Milan e poi dagli andalusi.

La Premier League non e' piu' terreno fertile per i Ferguson o i Wenger e lo dimostrano i 10 cambi d'allenatore di questa stagione contro i 6 di un anno fa, con nove squadre su 20 coinvolte: Crystal Palace, Leicester, Everton, West Ham, West Browmich (2 volte), Swansea, Stoke, Watford e Southampton.

Situazione simile in Bundesliga, con 7 societa' su 18 che hanno iniziato con un allenatore e hanno chiuso con un altro: Wolfsburg (Schmidt per Jonker e poi Labbadia e Lupi allo spareggio col Kiel), Bayern (via Ancelotti), Werder Brema, Colonia, Borussia Dortmund, Amburgo (Hollerbarch per Gisdol e poi Fritz ma non e' bastato a evitare la prima retrocessione della storia) e Stoccarda.

In aumento anche gli esoneri in Francia, dove si e' passati da 6 a 7: solo il Saint Etienne ha cambiato per due volte ma Sable', inizialmente promosso al posto di Garcia, e' stato poi di nuovo retrocesso a vice con Gasset capo allenatore.

Annata difficile per gli allenatori in Olanda (da 3 a 7 cambi), unico campionato in controtendenza quello portoghese, che ha dimezzato gli esoneri: ma fare peggio dei 18 della passata stagione era obiettivamente complicato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Le panchine della serie A scottano ma c'e' chi sta peggio. Per il secondo anno di fila e' la Liga spagnola a prendersi il primato dei cambi d'allenatore, 13 contro 10, con il campionato italiano che in questa stagione viene eguagliato dalla Premier inglese.Come un anno fa, dunque, dieci cambi in panchina anche se il dato della scorsa stagione va letto alla luce del fattore Zamparini (Ballardini, De Zerbi, Corini, Lopez e Bortoluzzi i tecnici che si era avvicendati sulla panchina del Palermo). Ha cominciato il Cagliari dopo l'ottavo turno, con Diego Lopez per Rastelli, quindi Benevento (De Zerbi per Baroni), Genoa (Ballardini per Juric), Udinese (Oddo per Delneri), Milan (Gattuso per Montella), Sassuolo (Iachini per Bucchi), Crotone (Zenga per il dimissionario Nicola), Torino (Mazzarri per Mihajlovic) e infine, nel finale di campionato, ancora Udinese (via anche Oddo, fiducia a Tudor) e Chievo (D'Anna per Maran). Cambi a volte efficaci, mentre in altre occasioni non sono serviti o non hanno portato gli effetti sperati. Gattuso, per esempio, ha sicuramente risollevato le sorti rossonere ma non e' riuscito a centrare la Champions mentre Ballardini ha cambiato volto al Genoa, conducendolo a una salvezza tranquilla. Da sottolineare anche le scelte di chi, vedi Verona e Spal, e' andato avanti per la propria strada nonostante la classifica deficitaria che, nel caso degli scaligeri, ha poi portato alla retrocessione. Ma se l'Italia si porta dietro da tempo la fama di un calcio mangia-allenatori, negli ultimi anni anche gli altri grandi campionati esteri si stanno "adeguando".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
Serie A, 10 cambi in panchina ma la Liga fa peggio
2
Pagina 2