Sandro Mazzola ad Agnelli: «Andrea, chiedi scusa»

Non si placano le polemiche per lo striscione su Superga. Intervista al figlio di capitano Valentino, che lancia un appello al presidente della Juve
Sandro Mazzola ad Agnelli: «Andrea, chiedi scusa»

«Guardate, sinceramente, io in cuor mio non solo non riesco a crederlo, ma proprio non ci credo che Agnelli sapesse del contenuto di quegli striscioni tremendi su Superga. Sì, probabilmente aveva il sentore di qualcosa che non andava, ma non di un fatto così grave. Spero che non venga fuori altro».

Be’, Sandro Mazzola: formulata da lei - figlio del Valentino che in quella tragedia morì, insieme ad altre 30 persone, il 4 maggio 1949 - questa presunzione d’innocenza ha un peso specifico che va oltre eventuali difese o accuse di parte.

«Io sono abituato ad attenermi ai fatti, alle sentenze e a rispettare il lavoro degli inquirenti, in qualsiasi campo. Parimenti, con serenità, ad Agnelli dico di riflettere bene prima di dire certe cose, tipo appunto l’invito ad attenersi alle sentenze rivolto ai media. Le sentenze, o le accetti e le rispetti tutte, o allora non vale. Non mi risulta che nel conto degli scudetti, per esempio, la Juventus si sia mai attenuta alle sentenze. E ricordo quella volta che fu tirata una bomba carta in mezzo ai tifosi del Toro, in un derby. Cercarono di far credere che i granata se la fossero tirata da soli, ma non mi sembra che le sentenze abbiano stabilito questo».

Lei cosa avrebbe fatto, al posto di Agnelli?

«Intanto avrei chiesto scusa. Subito. In maniera netta, inequivocabile, senza se e senza ma. Anche se non ha responsabilità dirette, sono comunque i loro tifosi, la loro gente. E certo, d’istinto mi verrebbe da chiuderlo, quello stadio».

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