Mourinho: «Voglio rimanere nel calcio a cui appartengo, quello di alto livello»

L'ex allenatore dello United esalta la sua Inter: «E' la squadra più forte che io abbia allenato»
Mourinho: «Voglio rimanere nel calcio a cui appartengo, quello di alto livello»© Marco Canoniero

TORINO - Nessun 'de profundis': quella del Manchester United non sarà l'ultima panchina della carriera di Josè Mourinho. Esonerato a dicembre dai Red Devils, lo Special One è già pronto a rimettersi in gioco. "Voglio allenare - assicura ai microfoni di beIN Sports, che lo ha ingaggiato per commentare la Coppa d'Asia - Sono troppo giovane per ritirarmi, sono nel calcio da molto tempo ma compirò 56 anni fra un paio di settimane e sono davvero giovanissimo. E voglio rimanere nel calcio a cui appartengo, quello di alto livello". Sulla fine dell'esperienza allo United bocca cucita ma Mourinho ribadisce che "il secondo posto in Premier della scorsa stagione e' uno dei migliori risultati ottenuti nella mia carriera. Qualcuno penserà che io sia pazzo, avendo vinto 25 titoli, ma continuero' a sostenerlo perche' la gente non sa cosa succede dietro le quinte e alle volte, da questo lato delle telecamere, analizziamo le cose da una prospettiva diversa". Mourinho si difende poi dalle accuse di proporre un calcio noioso e difensivo. "Una cosa è l'immagine, un'altra la comunicazione, un'altra cosa avere una buona struttura alle spalle e un'altra ancora vincere e ottenere risultati". 

L'INTER DEL TRIPLETE - "E' molto facile giocare bene e non vincere, è molto facile portare avanti una certa idea di calcio senza risultati. La gente che vince e che lo fa con una certa continuita', perche' puoi anche ottenere una vittoria isolata e poi sparire, e' un'altra cosa. Se si parla di allenatori come Guardiola, Ancelotti, di quella categoria di allenatori a cui appartengo anch'io che hanno una lunga carriera di vittorie alle spalle, dove sono invece i giovani tecnici che hanno un impatto concreto in termini di risultati?". A Mourinho chiedono poi quale sia la squadra migliore che abbia guidato: "L'Inter. Abbiamo vinto tutto e lo abbiamo fatto a spese di quella che era la squadra più forte dell'epoca, il Barcellona. Eravamo inarrestabili"

RONALDO RENDE FELICI - "Cristiano Ronaldo? Quello che posso dire e' che quando l'ho avuto dalla mia parte sono stato un uomo molto felice - ha spiegato -. Quando invece ho dovuto affrontare Messi e anche Cristiano, ho dovuto pensare molto a come poter aiutare la mia squadra a metterli in difficolta'. E' da ammirare da quanti anni siano entrambi al top: vincere una volta, succede, farlo tante volte e' molto piu' difficili". Fra i due, però, Mourinho non saprebbe scegliere. "Penso che sia ingiusto per entrambi quando qualcuno dice che uno è meglio dell'altro - ha aggiunto - Sono diversi e mi rifiuto di fare anche paragoni con giocatori di altre epoche. Come si può paragonare Mbappé a Pelè, per esempio? E' tutto diverso, il pallone è piu' leggero, oggi il gioco è più difensivo e veloce e anche le condizioni per crescere oggi sono migliori fra personal trainer e nutrizionisti".

(in collaborazione con Italpress)

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