Mourinho: «Voglio un club ambizioso. Inter, ambiente ideale»

Il tecnico portoghese parla anche di quello che è successo in Atletico-Juve: «Se avessi fatto io quello che ha fatto Simeone...»
Mourinho: «Voglio un club ambizioso. Inter, ambiente ideale»© Marco Canoniero

I tifosi dell'Inter continuano ad amarlo e lui, nonostante siano passati 9 anni dal suo addio con tanto di "triplete", ha sempre l'Inter nel cuore. In un'intervista rilasciata al "The Telegraph" José Mourinho parla dei suoi mesi senza calcio dopo l'esonero sofferto al Manchester United e assicura che ha ancora una grande voglia di calcio e di successi, ma soprattutto di trovare tutto quello che aveva quando guidava i nerazzurri. "Non andrei in un club senza ambizioni - ha spiegato lo "special one" -. Ho respinto un'offerta economicamente molto vantaggiosa perché amo il calcio ad alti livelli. Questo è il secondo elemento che cerco quando valuto le offerte, il primo è l'empatia con il club, voglio lavorare con le persone con cui sto bene, con cui condivido le stesse idee, non voglio essere in permanente conflitto tra quello che penso io e quello che pensano gli altri. All'Inter avevo tutto ciò che cerco, c'era gente con cui volevo stare e con cui mi piaceva lavorare, ci sono club come questi e in genere questa è una componente molto importante per avere successo".

CASO SIMEONE - Ed è quello che manca al portoghese, il successo, le vittorie. "La gente dice che si impara di piu' dalle sconfitte, è probabile che ci sia qualcosa di vero in questo concetto, ma il mio habitat naturale è la vittoria ed è la prima volta che rimango senza trofei in 18 mesi, ma è anche vero che ci sono colleghi che non hanno vinto nulla in 18 anni". E basta questo per consolare Mourinho che sta cercando di sfruttare il tempo libero per "pensare e riflettere su cosa non ha funzionato. Voglio farmi trovare pronto per la prossima sfida". L'ex tecnico anche di Real e Chelsea, allo United ha avuto problemi con tanti giocatori, Pogba in testa, un'esperienza che evidentemente ha lasciato il segno. "Per me è fondamentale lavorare con gente con cui sto bene, ma ora c'è una generazione di calciatori che non arrivano in una squadra da soli, prendi tutto il pacchetto che comprende procuratore, famiglia, addetto stampa e altro ancora, questo può creare problemi, distrazioni, malintesi, contraddizioni e diventa difficile portare avanti un certo lavoro". Poi una bacchettata alla stampa: "Se avessi fatto io quello che ha fatto Simeone...Immaginate quali sarebbero state le conseguenze. Se penso che mi trattano in maniera diversa dagli altri? Sì e non capisco il perché", dice lo "special one". (In collaborazione con Italpress)

 

 

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