L'Eurorissa di Tebas e la Juve: che succede tra Liga, Uefa e club

Dopo aver accusato il Psg di Al-Khelaifi, lo spagnolo se l'è presa con i bianconeri e con il Manchester City, anche loro oggetto di un esposto a Nyon
L'Eurorissa di Tebas e la Juve: che succede tra Liga, Uefa e club

Un esposto, Javier Tebas, non lo nega a nessuno. Il denunciatore seriale a capo della Liga, che aveva appena accusato presso l’Uefa il Paris Saint Germain di Nasser Al-Khelaifi, adesso se l’è presa con Juventus e Manchester City, anche loro oggetto di un esposto a Nyon. Il tutto mentre il presidente della Ligue 1, Vincent Labrune, gli ha risposto con una lettera durissima (e inappuntabile), richiamandolo alle responsabilità di presidente di tutte le leghe europee. E nel frattempo, dopo le severissime accuse del Liverpool nei confronti dell’Uefa per la pessima organizzazione della finale di Champions, arrivano a Nyon anche le altrettanto gravi proteste del Real Madrid a nome dei suoi tifosi, vittime della debacle logistica della finale parigina. Chiamatela Eurorissa, la Champions League delle polemiche, il sintomo di una crisi politica profonda nel calcio continentale, la cui governance dimostra sempre più lacune e l’incapacità di gestire le trasformazioni del suo mondo.

Non è questione di schierare i personaggi di questa storia tra buoni e cattivi o, peggio, buttarla sul populismo d’accatto dei ricchi contro i poveri (in linea di massima non ci sono poveri in questa storia, a parte i tifosi), qui in ballo c’è una visione del futuro del calcio o, meglio, del calcio del futuro. Un movimento sportivo e un business con enormi interessi economici, discreti interessi politici, i sentimenti di un miliardo di tifosi in tutto il mondo (e il divertimento di altri tre miliardi di appassionati). Un movimento che, a giudicare dal caos politico in cui si dimena e dalla spaventosa crisi economica che lo attanaglia, evidentemente non è governato bene. Ma andiamo con ordine. Tebas, presidente della Liga spagnola, ma anche dell’associazione di tutte le leghe europee, si è molto arrabbiato quando Mbappé non ha firmato per il Real Madrid e ha deciso di rimanere a Parigi, a fronte di un mastodontico esborso di denaro (50 milioni all’anno di ingaggio e un premio di 200 milioni alla firma).

Tebas ha così fatto partire un esposto all’Uefa contro il Psg. E ieri ha messo dentro anche il City (per la questione Haaland) e la Juventus (così, per gradire) citando la vicenda delle plusvalenze, per la quale la giustizia sportiva (che per lui dovrebbe contare parecchio), ha assolto in primo e in secondo grado. «Cosa rischia la Juventus?» (si scrive in questi casi per attirare i clic). Niente. Perché le denunce di Tebas sono un po’ astratte. Da una parte, quando punta il sito sui club finanziati da uno Stato (Psg e City, per esempio), indica una effettiva stortura consentita dall’attuale sistema europeo. Dall’altra, la stessa Uefa a cui Tebas si appella ha sempre tollerato le condotte di quei club. In particolare del Psg, visto che Al-Khelaifi è il principale alleato di Ceferin (che lo ha piazzato all’Eca e al suo fianco nel board dell’Uefa). E, buffo a dirlo, è anche cobelligerante dello stesso Tebas nella lotta contro la Superlega. Così come la Ligue 1, che si era schierata assieme a Tebas contro la Superlega, ma nei giorni scorsi ha risposto in modo durissimo alle accuse dello spagnolo al Psg.

In una lettera indirizzata anche a Ceferin, si fa notare a Tebas come Real e Barcellona si siano comportate per anni come il Psg, come lui abbia tollerato la cosa e come, da presidente di tutte le leghe, non può agire in modo così sconsiderato a livello politico. Un paio di schiaffi, Tebas, li ha presi anche dal Barcellona, che è in lite feroce con la Liga per questioni di equilibrio di bilancio e di monte ingaggi che mettono a rischio l’iscrizione al prossimo campionato. Eduard Romeu, vicepresidente del Barça ha spiegato: «Noi abbiamo detto basta a Tebas. Noi siamo il Barcellona. Questo signore è corresponsabile della situazione del club, perché ha permesso tutto ciò alla gestione passata della società». Il tutto mentre il Real Madrid punta il dito contro l’Uefa per il trattamento subito dai suoi tifosi alla finale di Parigi, dove la disorganizzazione è costata qualche ferito, molti arrabbiati e anche tifosi spagnoli rapinati. Florentino Perez non vedeva l’ora di accusare Ceferin di qualcosa (dopo avergli alzato la Coppa dei Campioni in faccia) e i disastri logistici di Parigi erano un rigore a porta vuota per il presidentissimo del Real. Così l’Eurorissa continua.

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