Intramontabile Lepore: prima operaio, ora a 38 anni assistman di Serie B

Il fantasista sembrava ormai definitivamente perso per il grande calcio e invece a Lecco è rinato dopo una carriera iniziata alternandosi tra pallone e lavoro in fabbrica
Intramontabile Lepore: prima operaio, ora a 38 anni assistman di Serie B© /Agenzia Aldo Liverani Sas

La serie B è riuscito a conquistarla tre volte sul campo (Lecce e Monza, prima dell'exploit con il Lecco del giugno scorso), ma quando ha poi potuto giocarla qualcosa gli è sempre andato storto. Prima dell'attuale campionato, Franco Lepore in cadetteria aveva dovuto accontentarsi di semplici camei: 15 presenze (in due annate diverse) con il Lecce, 3 con il Monza. Il suo ruolo è stato più che altro quello di specialista, per vincere in C e poi dover però tornare indietro come nel gioco dell'oca o a Monopoli quando ripassare dal via è un classico. 

L'highlander-operaio 

A 38 anni, Lepore con la maglia del Lecco ha stabilito un record personale: con 18 presenze in 19 partite è riuscito ad eguagliare il bottino totale degli anni scorsi in cui si era affacciato in B. Già in gol due volte, è soprattutto con gli assist che si sta mettendo in vetrina. Il sito della Lega B gliene riconosce 4, lo specialistico Transfermarkt scrive 5. Se non è al top, poco ci manca. Vandeputte (Catanzaro), Iovine (Como), Calò (Cosenza) e Vazquez (Cremonese) sono a quota 5 ufficialmente, lui sta aspettando di capire se gli verrà riconosciuto anche il passaggio vincente per Crociata nella gara con il Palermo visto che nessuno toccò quella palla prima che il suo compagno di squadra la scaraventasse in rete. 

Sia come sia, a 38 anni in B nessuno come lui. È il momento della gloria e Franco Lepore è giusto se la prenda tutta. Lui che è partito dall'Eccellenza, si è fatto la D (a Castelfranco Emilia dove la mattina lavorava come operaio in una fabbrica di oggettistica per il bagno), la C2 e la C1 quando ancora erano due categorie distinte e bisognava remare forte, remare duro, per emergere. Più squadre, più giocatori, maggior concorrenza e anche un livello più alto di oggi.

La sua città, Lecce, gli ha dato i primi scarpini, le prime maglie, ma il calcio professionistico l'ha conosciuto a Varese nel 2006, firmando il primo "vero" contratto nell'estate del 2006 quando l'Italia vinceva il Mondiale tedesco e nella città lombarda non si era ancora spenta l'eco del trionfo in D grazie anche ai 10 gol di quel ventenne costretto ad andarsene dalla sua Lecce appena diventato maggiorenne con una valigia se non proprio di cartone, ma di certo piena di sogni e speranze. Quel posto in fabbrica glielo trovò l'allenatore della Berretti, al quale confidò che con il solo rimborso spese del calcio non avrebbe potuto mantenersi. "Tornavo a casa - ha raccontato di recente Lepore - mi facevo una doccia perchè ero sempre tutto sporco e sudato, riposavo un'oretta e poi andavo al campo ad allenarmi". 

A Lecco la rinascita più bella

Dopo i tentativi mal riusciti di farsi spazio in B, e un girovagare nella terza serie, due estati fa, Franco Lepore era ormai considerato un giocatore crepuscolare. Sul suo tasso di classe non era più disposto a scommettere nessuno, se non patron Di Nunno. A Lecco il Peter Pan del calcio italiano si è rilanciato ancora una volta, proprio quando non sembrava più possibile. E' stato l'eroe dei playoff della scorsa primavera.

Nella finale con il Foggia ha fatto gol e assist all'andata e segnato al ritorno, prima ancora era stato determinante con un assist e il rigore decisivo nella lotteria dei tiri dal dischetto in semifinale con il Cesena. E per chi volesse conoscerlo meglio, ha aperto anche un canale Youtube: checcolepore5424. Gol, giocate spettacolari, racconti di calcio, ma anche di vita. Tutto questo è Franco Lepore.

 

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