Calcio internazionale, Turchia: portiere insultato decide di non giocare

Nazionale, i tifosi del Galatasaray contestano Demirel perché è del Fenerbahce
ISTANBUL - È polemica in Turchia dopo che il portiere della nazionale Volkan Demirel ha rifiutato di scendere in campo ieri a Istanbul contro il Kazakhstan a causa degli insulti indirizzatigli da un gruppo di tifosi durante il riscaldamento. Tutto è nato in quanto si giocava nella Turk Telekom Arena, ovvero l'impianto del Galatasaray, mentre Demirel gioca ed è un 'simbolò degli arcirivali del Fenerbahce e per questo è stato contestato. Demirel avrebbe risposto ai supporter chiedendo loro di smetterla ma, visto che gli insulti sono continuati, rientrando negli spogliatoi prima dell'inizio del match ha comunicato allo staff tecnico, e al ct Fatih Terim, la sua decisione di non scendere in campo in quanto non era più "nelle condizioni di farlo". "Farei più male che bene alla squadra", avrebbe detto Demirel rivolgendosi direttamente a Terim. Il tecnico ha detto poi di aver visto il suo giocatore "molto provato" e per questo ha schierato tra i pali Babacan. La Turchia ha vinto per 3-1. Ma Demirel è 'nel mirinò anche per un'altra vicenda. È stato infatti citato come esempio negativo, a causa della sua folta barba, dal presidente del Gençlerbirligi nono in classifica, Ilhan Cavcav, il quale ha deciso di punire con una multa pari, come minimo, a novemila euro tutti i suoi giocatori che non si raderanno "tutti i giorni, come faccio io, anche se ho 80 anni". Altri elementi da non imitare, sempre a causa del fatto che sono barbuti, sono per Cavcav l'allenatore del Besiktas Slaven Bilic, ex ct croato, e il capitano del Galatasaray Selcuk Inan


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