Bentancur e la Juventus: ecco con chi si sente ancora

L'ex centrocampista bianconero dice tutto: dal luogo del cuore agli amici juventini
Bentancur e la Juventus: ecco con chi si sente ancora

INVIATO A LONDRA - Il secondo capitolo di Rodrigo Bentancur a Tuttosport. «Vedo il Boca e la Juventus in tv, compatibilmente con i miei impegni con gli Spurs. Mi viene più facile, per motivi di fuso orario, guardare i miei ex compagni bianconeri. Con molti sono in contatto, mi sono rimaste amicizie fortissime. Pensate che, con Alex Sandro, Danilo, Cuadrado e Dybala abbiamo un gruppo whatsapp, attivissimo. No, ma va: Paulo non l’abbiamo espulso dal gruppo dopo che è andato alla Roma, di gusto -. Cosa ricordo della mia esperienza alla Juventus? Bene: credo che i primi tre anni, parlando personalmente, siano stati di crescita, di miglioramento gara dopo gara. Gli ultimi due, invece, non sono stati soddisfacenti. Penso che quella Juve avesse perso un po’ di fame, di rabbia. Quando vinci molto, il rischio è che il gruppo si abitui ai trionfi, abbia la pancia troppo piena e vengano meno le motivazioni. Volevamo sollevare la Champions: non esserci riusciti ci ha frustrato, e molto. Il giudizio generale sui miei anni bianconeri è però che sono stati fantastici, sono cresciuto tantissimo, il club mi ha dato tutto sotto ogni aspetto, la tifoseria mi è sempre stata vicina. La Juve è stata la mia famiglia, il sentimento non muta né cambierà mai. Auguro loro trionfi in serie e ogni bene, ma la realtà era che, dopo essere rimasto alla Juve così a lungo, avevo bisogno di un cambio. Di aria, di campionato, di obiettivi, di tipo di calcio. Arrivare Premier è stato un salto di qualità importante: se non avessi fatto le cose per bene, adesso non sarei qui a parlare con te... Dei ragazzi del Boca ogni tanto sento El Pipa Benedetto: con lui ho giocato a La Bombonera è abbiamo un rapporto idilliaco. Quando posso e l’orario è accessibile, ovvio, guardo il Xeneize, che è stato una tappa fondamentale».

Bentancur, Nueva Helvecia e il Mate

«Nueva Helvecia è il mio posto nel mondo: è un po’ di tempo che non ci torno e mi manca. Quest’anno la stagione è strana, ci sono partite una dietro l’altra e l’estate scorsa è nata mia figlia e quindi non ho potuto tornare a casa, in Uruguay con la mia compagna. Il Mate? Sempre sin palos, senza i rami, sennò è amarissimo! A che piatto non rinuncerei mai? L’asado, che domande: da noi è una cultura, e non è un modo di dire. Ecco, grigliare con in sottofondo la musica dei “No te va a gustar” (un gruppo rock uruguayo assai in voga non solo in LatinoAmérica, ndi) è una delle cose che mi fanno godere, che mi regalano pace e tranquillità».

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